Ci sono storie d’amore e storie d’amore. Alcune nascono dal niente, sbocciano e poi appassiscono come un fiore di cui non ci si prende cura. Altre, invece, nascono dal niente, sbocciano e continuano a fiorire, mettendo radici sempre più profonde e stabili e diventando via via più rigogliose, come quella tra Barbara Bonansea e la Juventus Women. La calciatrice numero 11, poco dopo aver vestito la maglia bianconera per la 200esima volta nella sua carriera, ha rinnovato il suo amore per la squadra di Torino dedicandole una lettera in cui ha descritto tutte le sue emozioni ed espresso tutto il suo amore, nato quando era piccola, nei confronti della “Vecchia Signora”.
Bonansea ha cominciato a seguire e a provare affetto verso la Juventus quando aveva sei anni, come scrive nelle prime due righe: «Cara Juventus, mi chiamo Barbara e ho 6 anni.» Non si perde in inutili giri di parole, e passa subito al dunque, concentrandosi sul ruolo che il calcio, lo sport che è diventato da “passione” la sua “professione”, ha avuto nella sua vita, scaturendo proprio da quella passione per il bianco e il nero e dal rapporto splendido con la sua famiglia: «Ho deciso di giocare a calcio perché è la cosa che mi rende più felice. La mia mamma e il mio papà sono tanto felici che ho seguito la passione di mio fratello Giorgio.»
Poi, dopo queste prime righe cariche di gioia e di consapevolezza, ne arrivano altre in cui la calciatrice si mette a nudo ed elenca invece quelle che sono state le sicurezze e gli ostacoli che hanno caratterizzato la sua scelta di dedicare anima e corpo al calcio, lo sport che, purtroppo, viene ancora visto come “degli uomini” e “per gli uomini”, che fa sentire quelle ragazze che ne sono appassionate “diverse”, “strane” e “sbagliate”. La calciatrice vira però in un’altra direzione, estrapolando da un qualcosa di negativo, come il pregiudizio, il messaggio più bello che si possa trasmettere, ovvero quello di non smettere mai di credere in ciò che rende davvero felici: «Sai non conosco altre ragazze che giocano a calcio e mi sento un po’ strana, diversa. Tutti, però, mi dicono che sono brava e che se mi piace non devo smettere. Allora io gioco tutto il giorno, in casa, in giardino, al parco con i miei amici e al campo con l’allenatore che mi aiuta.»
La Juventus arriva a metà lettera, e riceve una dedica splendida, un obiettivo che, da irraggiungibile, è invece diventato una realtà: «Io non so cosa succederà quando diventerò grande, ma ti sogno. Sogno a occhi aperti quando vedo le tue partite e i campioni che giocano con la tua maglia tanto bella. Sogno e spero di sentire anche io un giorno il brivido di vestirti e di provare a portarti con amore e rispetto sul mio petto.»
Le ultime righe della lettera tornano al presente della giocatrice, BB, le iniziali diventate quasi una sigla per tutte le tifose e i tifosi della Juventus che seguono la squadra con passione e orgoglio, così come Barbara Bonansea, con passione e orgoglio, da semplice tifosa è diventata una vera e propria artefice di vittorie, di gol pesantissimi e una delle autrici non solo della lettera alla Juventus, bensì del libro intitolato “Juventus Women”, a cui metterà di certo ancora mano. Il primo amore non si scorda mai, soprattutto se rappresenta anche l’istante in cui si vive: «Cara Juventus, sono BB, ho 33 anni e mai avrei potuto pensare, nemmeno nel mio sogno più grande e bello, di poterti portare 200 volte sul mio cuore. Sei speciale come quelle cose che si amano follemente e ti amerò per sempre. Tua, Barbara.»