Credit Photo: Christian Vitale - Calcio Femminile Italiano

Nell’ultimo periodo si è spesso parlato di record infranti e di un engagement senza precedenti per il calcio femminile. Gli Europei si pongono al centro di questa narrazione, come dimostrazione di un movimento che sta prendendo sempre più piede.

Proprio questi eventi diventano il magnete dei tifosi saltuari, che si appassionano al calcio per la durata del campionato o del torneo, senza però approfondire. Diverso è il mondo del tifo da salotto, di chi segue dal divano, commenta sui social, ma raramente varca i cancelli dello stadio.

I dati mostrano chiaramente questa dinamica. L’affluenza nella stagione 2024/25 è aumentata del 25% rispetto alla precedente, con una media di 2.300 spettatori e oltre 10.000 presenze in semifinali e finali di Coppa Italia. Anche la trasmissione televisiva è cresciuta del 40% nel numero di ore di programmazione, rendendo più semplice seguire le partite comodamente da casa. Numeri importanti, certo, ma che confermano come l’interesse cresca soprattutto nei match più attesi, lasciando in ombra il percorso quotidiano delle squadre.

Se in campo sono undici le calciatrici, la dodicesima giocatrice è chi siede sugli spalti. Non basta limitarsi a guardare: serve sostegno reale, perché sono i tifosi a trasformare una partita in un evento, a dare spinta alla squadra, a creare un’atmosfera capace di fare la differenza.

I tifosi costanti, sempre presenti anche nelle difficoltà, esistono, ma in numero decisamente minore. Ci sono i critici, pronti a commentare in negativo senza contribuire davvero, e i “cacciatori di vittorie”, che seguono solo chi vince. Ma il movimento ha bisogno soprattutto dei primi: i tifosi fedeli, quelli che creano identità, abitudine e senso di appartenenza.

Non solo in Italia, anche all’estero le top 3 e le top 5 sfide stagionali sono preferite agli altri match. Sono poche le squadre che possono vantare un’affluenza media di buon livello, tra queste l’Arsenal, con una media di circa 30 mila spettatori a partita per la stagione 24/25, tra incontri in casa e in trasferta.

A influire anche la calendarizzazione: partite giocate durante le pause delle nazionali maschili registrano un aumento del 80% di spettatori (dati relativi alla stagione 23/24 di Football Benchmark).

Il tifoso da salotto continuerà a tifare dal divano, tra una birra e uno scroll su Instagram. Ma se il calcio femminile vuole davvero crescere, ha bisogno di chi alza la voce sugli spalti, non solo il volume della TV.

Roberta Faramondi
Studentessa di Comunicazione, Culture e Tecnologie Digitali all’Università La Sapienza, con un forte interesse per il calcio, in particolare quello femminile, e per il mondo della comunicazione sportiva. Questo interesse si unisce al desiderio di contribuire attivamente alla diffusione e al cambiamento di questo sport, seppur da una posizione esterna al campo da gioco.