Era una calda serata di fine estate, quel venti di settembre del lontano 1997, il termometro alle 18 segnava 19.6° C e le prime macchine iniziavano ad arrivare nel piazzale antistante al “Campo Belvedere di Bardolino” (VR). Non è uno stadio ma un semplice campo in erba, in parte ingiallita dal sole, con all’ingresso cipressi ed ulivi: un abbinamento strano se pensiamo alla posizione geografica vicino al Lago di Garda. Ed è qui, in questo contesto, che nasce la storia della “Super Coppa Italiana al femminile”: la prima assegnazione del titolo che, poi, per 28 edizioni sarà disputata sotto la giurisdizione della Federazione Italiana Giuoco Calcio, il torneo è organizzato dal Dipartimento Calcio Femminile della FIGC.
Accaldato, lascio tutta l’attrezzatura in auto, per andare a riprenderla in seguito: entro e vado senza problemi a visionare la struttura, vedo un gran lavoro tra i volontari della manifestazione, ed essendo ad entrata libera nessuno si preoccupa del pubblico, anzi, si spera che almeno oggi la gara sia seguita da un folto e numeroso gruppo di persone. La gara è prevista per le ore 20.30, sperando che l’afa ed il caldo lasci un po’ di fiato alle giocatrici in campo che nel frattempo giunge con mezzi propri nella piccola struttura. C’è chi arriva a piedi dopo aver lasciato l’auto lungo la strada, chi si fa portare fino al cancello verde d’ingresso e poi scarica la borsa da calcio, ma in mezz’ora gli spogliatoi sembrano essere al completo. L’ultimo a giungere, come sempre in questi casi poiché è colui che nominato dall’ A.I.A arriva dalla Sicilia, è l’arbitro Morello di Ragusa che arrivato in aereo il giorno prima, è stato portato da un dirigente neutro nell’impianto alle 18.30.
A contendersi questo “trofeo” per lo più sconosciuto al pubblico femminile è il Modena, di capitan Carolina Morace che in quella stagione segnò 49 reti e fu capocannoniera della serie A: regalando al Modena il suo primo scudetto (stagione 1996-97); contro la squadra rivelazione l’Aircargo Agliana Calcio Femminile, che è stata la prima squadra toscana ad aver conquistato una Coppa Nazionale (la Coppa Italia).
Il primo a mettere piede nella struttura, dopo di me, è stato il “baffo” ovvero il mister del Modena, in anagrafe Maurizio Berselli, carissimo amico del Presidente Massimo Maramotti che l’ha voluto reclutare nel nell’agosto del 1996, in extremis, per l’annata che risultò la “più epica del Modena Campione d’Italia”.
Con noi, a poco a poco, entrano al riscaldamento alla spicciolata un po’ tutte le calciatrici: Manuela Tesse, con vistosa coda e fiocco rosa; seguita da Katia Serra, anch’essa con la coda e capelli lunghi fino alla maglietta; Milena Bertolini con le scarpe bianco-nere coi lacci slegati; Patrizia Panico, la numero 11, unica con i capelli corti. Un unico portiere: Stefania Antonini, nata in Svizzera era detta l’acrobatica; il difensore Ilenia Nicoli fortemente voluta dal Presidente per potenziare la sua rosa e poi il difensore Donatella Pepe, la centrocampista Anna Duò, e per chiudere la rosa, la numero 10 Florinda Ciardi.
Un gruppo a dir poco devastante, se si pensa ad oggi il lavoro svolto nell’ambito del movimento calcistico femminile, con soli due cambi in panchina tra le quali la prima statunitense di quei tempi: Jill Rutten americana moglie di Alessandro Lambruschini (medaglia d’oro ad Atlanta l’anno precedente al match).
Nella metà campo opposta troviamo la numero uno Elisa Forlucci, che esordì a quindici anni in Serie A: parando un rigore. Capitan Silvia Fiorini che con l’Agliana scriverà la storia con 208 presenze e 161 reti messe a segno (dal 93 al 2001); Silvia Nannini difensore che militerà anche in Nazionale; e poi a via a via tutte le altre: Marina Mickaelles, Tiziana Carta, Emma Lozzelli, Francesca Ferrari, Monica Colombino, Caterina Di Costanzo, Ilaria Pizzichi ed infine Romina Plini. Il tecnico Dino Rafanelli, con i suoi dirigenti sarà l’ultimo a chiudere il cancello a lato del campo.
Venti e trenta e si parte: dopo quarantacinque minuti di perfetto equilibrio la gara prende la direzione Modena, che segna al 75′ con Maria Ilaria Pasqui (subentrata a Katia Serra cinque minuti prima), ma l’Agliana trova il pareggio tre minuti dopo con Silvia Fiorini. Anche nei tempi supplementari l’equilibrio è prevalso, fino al minuto 110 quando la stessa Fiorini è stata espulsa per proteste. Nei dieci minuti conclusivi, con l’Agliana in dieci, il Modena ha poi dilagato con le reti ancora di Pasqui, poi di Carolina Morace ed un’autorete di Silvia Nannini. La prima edizione della Super Coppa Italiana, consegnata a Carolina Morace dalla professoressa Natalina Ceraso Levanti (prima presidente della divisione Calcio femminile), va così alle Emiliane.






