Il “fiore di ciliegio” si è chiuso, a Tokio con al suo interno la sua gloriosa fiamma, in attesa che Parigi e la Francia 2024 ci regali un’altra avventura Olimpica.

Le 40 medaglie olimpiche dell’Italia ci hanno fatto esaltare, sopra tutto con le discipline di gare individuali.

Ma a come è andata la nostra rappresentativa a squadre?

Non è stata una Olimpiade che ci ha regalato emozioni a livello di sport di gruppo: Calcio, Pallavolo, Ciclismo, Basket, Pallanuoto e Scherma sia in ambito maschile che femminile non siamo riusciti a portare in finale nessuna delle nostre squadre.

Nel Calcio, poi, dove ogni famiglia può vantare di possedere un atleta il resoconto è ancora peggiore: le nostre due rappresentative non erano presenti in Giappone poiché neanche qualificate per l’evento.

Italia definita da record, poiché superate le 36 precedenti medaglie di Roma degli anni 60, che si è distinta in ben 18 discipline diverse con atleti che hanno lavorato molto e giustamente guadagnato la loro tanto ambita e desiderata medaglia.

Ma se si analizza bene la situazione scolastica, sulle ore settimanali di educazione motoria anche in preparazione di nuovi atleti in Italia, non è delle più esaltanti.

Infatti, la nostra nazione risulta sedicesima, anche dopo nazioni come la Turchia, Lussemburgo, Finlandia, Norvegia che di medaglie a Tokio ne hanno ottenute molte di meno. Il calcolo basato su 30 settimane annue di insegnamento, ad esempio, scaturisce 3 ore per le medie e 5 per le superiori per un modestissimo totale di 480 ore annuali.

Dal conteggio, in riferimento all’ Europa, siamo carenti sia nella scuola materna che nella scuola primaria dove le ore di educazione motoria non vengono nemmeno contemplate dal programma didattico.

E se si analizzano le misere 2 ore settimanali, per le superiori, veniamo superati e battuti da tutte le altre Nazioni Europee: come la Francia, Danimarca e Belgio che ottengono tra le 1040 e 1468 ore annue, contro le nostre 480.

Forse qualche interrogativo bisognerebbe porselo, pensare che le nuove generazioni si avvicinino ad uno sport agonistico per passione, visti i costi proibitivi ed i difficili accessi agli impianti delle varie discipline, è molto difficile o quasi impossibile.

Occorre più preparazione scolastica, più visione in una educazione motoria che non solo crei aggregazione e passione per lo sport ma che valorizzi di più il nostro potenziale che un giorno possa regalarci ancora emozioni sportive di alto livello.

Per puntare a questo, a mio avviso, occorrerebbe alzare le ore di educazione motoria ed introdurla già nella scuola materna, come in Belgio o in Francia che hanno 5 ore alla settimana, ed aumentare anche le discipline sportive ampliando il più possibile a visioni più aperte.

Nella speranza che il Coni, o gli organi preposti, possano indicare al Governo le linee guida per poter ampliare questo spirito sportivo ci auguriamo che nei prossimi anni sia il Calcio Femminile a regalarci una partecipazione alle Olimpiadi di Parigi.

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.