Sui gruppi Facebook che parlano di calcio femminile sta rimbalzando un articolo al quanto discutibile. Non solo, è proprio svilente e a tratti misogino verso il movimento e tutte le donne.

Non mi sono ancora presentato, caro ”Il Foglio”, il mio nome è Andrea Amato e sono il direttore responsabile di Calcio Femminile Italiano. Testata giornalistica, che indovinate un po’, tratta proprio la categoria dello sport in rosa. Lo so, immagino il vostro stupore nel scoprire che il calcio femminile è seguito da giornalisti, professionisti, fotografi ed esperti del settore, però è bene che voi sappiate che si, noi ci siamo e amiamo ciò che facciamo.

Ho letto l’articolo ”il calcio femminile è un’insopportabile operazione di marketing” del vostro redattore Jack O’Malley. Non sono qui a giudicare il lavoro ma è bene che qualcuno metta ordine in quel miscuglio di imprecisioni, voglia di svilire e misoginia.

Partiamo subito con la bellissima intro che riporterò per intero: ”Fanno bene le donne a giocare e a pretendere il professionismo, ma basta ma è ora di finirla di far finta che non ci siano differenze con il calcio maschile. Ora una calciatrice è finita addirittura nella copertina dell’ultima edizione del videogioco Fifa 23”.

Innanzitutto mi permetto di dire che non siamo noi singoli a dover giudicare se una persona, uomo o donna che sia, decida di prendere una determinata scelta per il proprio percorso di vita. Il professionismo non è stato preteso, ma bensì era d’obbligo. In questi anni non si è lottato per lo status ”professioniste” ma per guadagnare tutti i diritti e le tutele che esso ne concerne, tra l’altro non sono loro le prime ad averlo chiesto ma bensì uno dei presidenti delle nostre federazioni.

Le differenze ci sono, è vero, le ragazze hanno i capelli lunghi e legati, indossano una maglia più stretta e anche pantaloncini che molte volte non arrivano al ginocchio… ma questo, è perché la tintoria ha sbagliato a lavarli oppure perché ci si ostina ancora a voler mettere in mostra il fisico di una donna e spettacolarizzarlo, piuttosto che valutarla per come gioca e si allena?
Ovviamente so che Jack non si riferisce a questo, però è talmente una frase generalista che mi provoca questa domanda.

Poi Jack si è giustamente arrabbiato perché una donna è finita su FIFA 23! Ma scherziamo? ma da quando in qua le donne possono diventare sponsor di un videogioco per tutti?
Ebbene, è giusto che vi metta al corrente che il calcio femminile esiste su Fifa già dal 2017 con le nazionali. era presente anche la nazionale Italiana, poi rimossa perché Dilettanti.
Sam Kerr è la figura che più in questo momento testimonia la lotta, il sacrificio, la rivalsa su una società ferma al medioevo che vede la donna utile solo in cucina.

Andiamo avanti.

Jack scrive: ”Vi invidio, amici italiani. E non è l’alcol a farmi parlare. Non più del solito almeno. Per una volta, sinceramente vi invidio. La vostra Nazionale femminile ha fatto una figura ridicola all’Europeo che si gioca nei campi di allenamento delle giovanili delle squadre inglesi ed è stata eliminata. Invidio soprattutto i miei colleghi dei giornali sportivi, costretti fino a qualche giorno fa a fingere che gli fregasse qualcosa di un torneo con le stesse qualità tecniche di un campionato della vostra Eccellenza, a mettere in prima pagina partite di cui non fregava granché a nessuno, pena l’accusa di sessismo.”

Caro Jack, ti consiglio di passare all’acqua minerale, perché in queste affermazioni non c’è solo il sessismo ma anche l’insulto diretto verso le calciatrici, i professionisti a seguito e tutti gli inviati che hanno lavorato al meglio per trasmettere a più persone possibili questo europeo, compreso me.
Non discuto sui campi dove le azzurre hanno giocato, sono rimasto male anche io su questo, ma non permetto di poter giudicare la prestazione della nostra nazionale da chi sicuramente ha visto solo ed esclusivamente le tre partite del girone.
Ti invito caldamente a venire in Italia a trovarmi cosicché io ti possa presentare una ad una le ragazze.
Hanno storie diverse e tutte dedite all’impegno e al sacrificio. Quando c’era una federazione che non le ascoltava, loro hanno fatto di tutto, girando anche l’Europa, per poter vivere il sogno di giocare a calcio.
Prima dell’europeo le azzurre hanno dominato il proprio girone di qualificazione, hanno scritto la storia nel mondiale del 2019 e stanno per replicare in quello futuro del 2023. E’ inoltre, sono arrivate in finale all’Algarve cup, Storico torneo ad inviti che si gioca in Portogallo.
Il nostro livello è in crescita e ci vorranno anni per essere al pari di Francia, Germania, Spagna e USA. L’importante è partire, giocare e alle volte anche perdere.

Per non parlare di chi le ha seguite notte e giorno lì sul campo, i giornalisti che menzioni ti posso assicurare che hanno a cuore il movimento femminile e per esprimere al meglio in tv il concetto di calcio femminile Sky e Rai hanno preso direttamente ex calciatrici, come Serra, Morace e Bavagnoli, accompagnate da giornaliste professioniste e vicine al mondo dello sport. Però tu screditi anche questo tipo di lavoro, come se tu fossi di un livello superiore. Fidati che non è così.

Jack continua scrivendo: ”Qua da noi, col fatto che le nostre ragazze se la cavano, tranne che per l’inconveniente del colore della divisa, e che ospitiamo noi questo torneo parrocchiale che è l’Europeo femminile, ancora siamo costretti a vedere aperture di pagine sportive dedicate alle imprese non memorabili delle calciatrici. Io ve lo giuro, con una più che degna scorta di brandy ci ho provato, ma i tiri al rallentatore verso porte difese da sagome cartonate coi capelli lunghi non fanno per me.”

Se le linee editoriali del tuo paese scrivono delle imprese, o meno, delle calciatrici vorrà dire che forse è tempo di evolversi. Sono stato nel tuo paese, ho vissuto 10 giorni tra allenamenti e partite, ma ho anche visitato e visto molte cose, posso assicurarti che i club tengono molto al loro settore femminile, Liverpool a parte, con annesse maglie in vendita presso i propri store. Anche la pubblicità non manca, infatti mi sono ritrovato molte volte difronte a cartelloni pubblicitari con le principali calciatrici, e calciatori, inglesi. Dunque la domanda è: Saranno gli altri fuori luogo e del tutto impazziti?

Il disprezzo verso un torneo riconosciuto dalla UEFA non ti aiuta e sulla tecnica e i ”tiri lenti” posso dirti che ho visto molta più qualità in Francia-Olanda e Inghilterra-Spagna, piuttosto che in certe partite della Premier League. O forse, quando si è dentro allo stadio si è talmente ubriachi che sembrano tutti Messi e Ronaldo.

Però, battute a parte, sia calcio maschile che femminile godono di squadre di livello top e altre meno. Anche i colleghi maschi nella storia del calcio erano lenti, sbagliavano e sbagliano tutt’oggi gol sottoporta, faticavano nel creare il gioco (anche oggi alle volte è così). tutto ciò si riduce quando ci si allena, si è seguiti da professionisti, si imparano le tecniche individuali e non, sta a quello che hanno a disposizione i calciatori e le calciatrici.

Il calcio femminile in Italia è enormemente in ritardo, ma grazie alle società come Juventus, Inter, Milan, Roma, Sassuolo ecc il gap tra calcio giocato di livello dilettantistico e calcio di livello professionistico pian piano si riduce, arrivando un giorno ad essere totalmente scomparso.

Il redattore de ”Il Foglio” prosegue: ”Quello che non sopporto è l’operazione di marketing che c’è attorno al movimento calcistico femminile, che in nome di una parità fisica e tattica inesistente pretende di venderci come uguale un surrogato dello sport di cui ci siamo innamorati. Sono due sport diversi, e chi vuole seguire quello più lento e acuto dei due ha tutto il diritto di farlo, eppure cercano di spacciarli come identici”.

Ti da fastidio il fatto che finalmente le donne possono guadagnare dalla loro passione? che esistono aziende che vedono in loro, e non in te, un futuro?
Le operazioni di marketing avvengono quando delle aziende vedono un futuro in qualsiasi progetto, c’è chi investe di più e chi di meno. Non si sta cercando di vendere il calcio femminile come pari del calcio maschile, perché non lo è.
Io non mi venderei mai come il calcio maschile, fatto di simulazioni pietose, risse, giocatori che per un pelo incarnito non giocano, che rescindono il contratto solo perché il giardiniere non ha tagliato bene l’erba e via dicendo.
Io vendo il calcio femminile come un movimento dove c’è rispetto, dove nei prossimi anni verranno effettuati investimenti importanti per fare in modo da poter preparare al meglio le atlete per giocare ad un calcio più veloce e con tattiche ben studiate (come tra l’alto avviene già nei grandi club), ma dove soprattutto il progetto è un mondo in cui nessuno viene lasciato in disparte.
Il calcio femminile è diverso da quello maschile, le ragazze tendono a voler giostrare di più il pallone, si costruisce un’azione cercando di arrivare in porta con più passaggi possibili anche per cercare di aprire spazi nella difesa avversaria.
La velocità ad alcune di loro non manca proprio e la tecnica si impara strada facendo, ma ti assicuro che se i maschi hanno la forza e la velocità, loro hanno l’intelligenza e la compattezza.

Infine, Jack arriva al collo della bottiglia con queste affermazioni: ”L’ultima novità è la copertina di Fifa 23, il videogioco di calcio che ha cresciuto generazioni di lobotomizzati che preferiscono i trick virtuali all’odore del campo e che dall’anno prossimo se Dio vuole non ci sarà più.“Fifa 23 sarà l’ultimo. E punta a essere il più bello e inclusivo di sempre”, titolava non a caso Repubblica giovedì. In copertina c’è Kylian Mbappé, e con lui Sam Kerr. Anche io come voi ho pensato “e chi cazzo è?”. Sam Kerr è una calciatrice australiana che gioca nel Chelsea. Ora io sono contento che Kerr giochi a calcio in Inghilterra, ma cosa se non un’operazione di marketing ideologica l’ha fatta finire sulla copertina di Fifa 23? Ripetere una bugia cento, mille volte non la fa diventare una verità. Con buona pace dell’Università americana della Pennsylvania che ha nominato come donna dell’anno la nuotatrice trangender Lia Thomas. Un insulto alle atlete donne che nuotano e vengono regolarmente battute da questo corpaccione che per il 95 per cento della sua vita è stato un uomo, e che oggi grazie al suo vantaggio fisico vince tutte le gare femminili a cui partecipa. Inutile che vi dica che spero non vinca lei: il prossimo passo qual è, premiare una birra analcolica come birra dell’anno? Io mi tengo stretto la mia bionda alcolica, voi fate come volete.

Grazie che mi hai definito un lobotomizzato, ma oltre al calcio virtuale ho giocato per parecchi anni anche a calcio normalmente su un campo d’erba. Sicuramente, la tua generalizzazione è per acchiappare più like e lettori possibili, diciamo quelli compresi nella fascia 50-80 anni, in sostanza i riconoscibili come ”si stava bene quando si stava peggio” ”noi giocavamo tutto il giorno e non avevamo bisogno di nulla” e via discorrendo.
Permettimi di dire che sono tutte scemenze.
Il caro FIFA 23 non sarà l’ultimo, cambierà solamente denominazione e avrà sempre milioni di fan, tra maschi e femmine, che ci giocheranno e che proveranno a imitare i Tick anche in campo. Lo so che le novità spaventano, d’altronde il nostro mondo cambia continuamente e tu forse non sei aggiornato o neghi la possibilità di un cambiamento.

Sul discorso dei Transgender è meglio non mettere parola perché in tutto a questo delirio è la ciliegina sulla torta, una torta piena di stigmatizzazione, pregiudizio e discriminatoria.

Ma lascia che concluda dicendo questo: Le nuove generazioni, compresa la mia, saranno quelle che porteranno il rispetto e la parità, la tolleranza e dove nessuno verrà lasciato indietro. Siamo cresciuti così, in mezzo ad un mondo multietnico e multi culturale dove abbiamo appreso fin da piccoli l’esistenza di vari e svariati mondi. Abbiamo conosciuto la disabilità, abbiamo studiato il cambiamento dei popoli e della loro integrazione, abbiamo fatto conoscenza delle evoluzioni tecnologiche e abbiamo imparato ad aprire la nostra mente. Certo, esisteranno sempre ignoranza, razzismo e pensieri come il tuo, ma saranno ignorati e annichiliti, perché noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere la cultura, che è il dono che muoverà sempre il mondo.

Cordiali saluti
Andrea

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