Attorno alle 20.00 di venerdì scorso Mario Draghi è salito al Quirinale sciogliendo la riserva e diventando Premier. Si è conclusa la crisi di governo innescata il 26 gennaio scorso a seguito delle dimissioni dell’ex inquilino di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte. Il nuovo esecutivo si circonda di figure tecniche e politiche ma c’è un caso. Durante il suo annuncio al Colle, Draghi non ha nominato nessun successore di Vincenzo Spadafora. Quest’ultimo ha lasciato la sua posizione con l’approvazione della riforma che includeva il professionismo femminile per la stagione 2022/2023. In molti hanno ipotizzato che le deleghe allo sport fossero andate alla riconfermata Fabiana Dadone passata dalla Pubblica Amministrazione, nel Conte II, alle Politiche Giovanili.

Ebbene non sembra essere lei la nuova ministra dello sport. Nel corso della mattinata circolava la voce che il dicastero potesse andare a Roberto Garofoli. Quest’ultimo, dopo il primo consiglio dei ministri, è stato nominato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La stessa posizione ricoperta da Giancarlo Giorgetti nell’esecutivo Conte I. Ma neanche Garofoli è l’uomo designato. Il nuovo inquilino del dicastero sportivo non può essere quindi che un vice ministro o un sottosegretario. Per le nomine di tali incarichi si dovrà attendere il risultato del doppio voto di fiducia al Senato e alla Camera che avverranno a inizio settimana.

Le federazioni sportive restano spettatrici interessate alla scelta del nuovo Premier. Resta da vedere chi sarà ad occuparsi delle questioni sportive e del professionismo femminile. Il percorso è già stato avviato e la crisi di governo rischia di rallentarlo. Presto si saprà chi sarà l’eletto che sbroglierà la matassa.