Negli ultimi anni il calcio femminile ha vissuto un’evoluzione significativa in Italia, con un’espansione costante sul piano sportivo, mediatico e contrattuale. L’introduzione del professionismo nella stagione 2022-2023 ha rappresentato un punto di svolta storico, consentendo alle atlete di ottenere tutele e riconoscimenti economici simili a quelli già previsti nel calcio maschile. Tuttavia, i compensi restano ancora molto distanti, e la forbice salariale continua a essere uno degli aspetti più discussi nel percorso di crescita del movimento. Vediamo quindi nel dettaglio quanto guadagnano oggi le calciatrici italiane, quali sono le differenze tra le varie fasce di età, chi sono le giocatrici più pagate e come si collocano i loro stipendi rispetto al panorama europeo.
Gli stipendi medi nella Serie A femminile
Con l’avvento del professionismo, la Serie A femminile ha finalmente definito un minimo salariale e un inquadramento contrattuale per tutte le tesserate. La normativa prevede un compenso minimo lordo di 26.664 euro all’anno (19.750 euro netti) che garantisce stabilità e contribuzioni previdenziali a tutte le calciatrici, indipendentemente dal ruolo o dal club di appartenenza. Il dato rappresenta un grande passo avanti, considerando che fino a due anni fa la maggior parte delle atlete si divideva tra il calcio e altri lavori, spesso part-time o stagionali, per integrare il reddito.
Oggi il quadro economico del calcio femminile italiano si può sintetizzare così:
- Stipendio minimo garantito: circa 26.664 euro lordi annui, come previsto dal contratto collettivo.
- Giocatrici di livello medio: tra 30.000 e 40.000 euro lordi all’anno, con variazioni legate al club e all’esperienza.
- Giovani under 23: percepiscono stipendi che si attestano sui 20.000 euro annui (minimo retributivo dal 19° al 23° anno è di 20.263 euro lordi) spesso con bonus a rendimento.
- Top player di Serie A: possono arrivare a 70.000-100.000 euro lordi annui, soprattutto nei club più strutturati come Roma, Juventus e Fiorentina.
A queste cifre si aggiungono bonus per risultati, premi individuali, eventuali sponsorizzazioni personali e rimborsi spese, che variano sensibilmente in base al livello di visibilità della giocatrice. Il contratto collettivo nazionale prevede inoltre fasce d’età con minimi differenziati, un meccanismo introdotto per agevolare l’inserimento delle giovani nel professionismo:
- fino a 21 anni: minimo ridotto del 20%;
- tra 21 e 24 anni: minimo ridotto del 10%;
- oltre 24 anni: applicazione integrale del minimo previsto.
Le calciatrici più pagate e il confronto con l’estero
In Italia la calciatrice più pagata percepisce un ingaggio lordo che si aggira intorno ai 100.000 euro annui, cifra che rappresenta un tetto massimo non ancora comparabile con i salari del calcio femminile estero. Le principali protagoniste della Serie A, come Cristiana Girelli (Juventus) Manuela Giugliano (Roma), Barbara Bonansea (Juventus), fanno parte della ristretta cerchia di atlete che hanno superato la soglia dei 70.000 euro. Tuttavia, il divario con le leghe più competitive rimane marcato: in Inghilterra (Women’s Super League), le stelle del Chelsea o dell’Arsenal come Sam Kerr o Beth Mead guadagnano tra 150.000 e 400.000 euro l’anno, esclusi bonus e sponsor. In Spagna, il Barcellona femminile è diventato un punto di riferimento economico e tecnico: le top player come Alexia Putellas e Aitana Bonmatí superano i 250.000 euro annui, arrivando in alcuni casi anche oltre i 350.000. Negli Stati Uniti (NWSL), il tetto salariale collettivo è più flessibile e le atlete di punta come Alex Morgan, Sophia Smith o Megan Rapinoe hanno percepito fino a 500.000 euro a stagione, cui si aggiungono ricchi contratti pubblicitari e premi FIFA. Il gap con l’Italia resta dunque notevole, ma l’interesse crescente di sponsor e broadcaster, insieme al sostegno dei club maschili che gestiscono anche il settore femminile, sta lentamente migliorando le prospettive economiche del campionato.
Calcio femminile e scommesse: un mercato in crescita
Il calcio femminile non è più un fenomeno di nicchia. Negli ultimi anni è aumentata la copertura televisiva, l’attenzione dei media e l’interesse del pubblico, soprattutto in occasione di grandi eventi come i Mondiali femminili e la Champions League. Il calcio femminile sta avendo un seguito sempre più grande e non è da sorprendersi quindi che i migliori siti di scommesse abbiano già conquistato anche questo mercato proficuo. Per tutte le partite più importanti dei principali campionati europei e delle competizioni internazionali i siti di scommesse italiani offrono infatti quote, analisi dettagliate e consigli professionali rivolti a tutti gli appassionati. Oggi, i match di Serie A e delle principali leghe estere compaiono regolarmente nei palinsesti dei bookmaker, con mercati dedicati e statistiche sempre più dettagliate, segno di un settore che sta diventando a tutti gli effetti parte integrante dell’industria sportiva globale.
Una crescita graduale che fa ben sperare
Pur restando distante dai numeri del calcio maschile, il movimento femminile italiano sta consolidando la propria struttura economica. I club più organizzati investono in centri sportivi, scouting e comunicazione, mentre le giocatrici possono finalmente contare su contratti regolari e prospettive di carriera. Gli stipendi restano modesti rispetto al contesto internazionale, ma mostrano un trend stabile di crescita. Se nei prossimi anni verranno confermati gli attuali livelli di attenzione da parte di sponsor, media e tifosi, il professionismo potrà estendersi anche alle categorie inferiori, ampliando le opportunità per un numero sempre maggiore di atlete.






