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Alla vigilia della sfida di Women’s Champions League con il Bayern Monaco, coach Alessandro Spugna ha risposto così alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.

Il Bayern è l’avversario peggiore o migliore, viste le motivazioni e l’importanza della partita, per raddrizzare la rotta? E come vedrà la partita?

“Se sarà la partita migliore, non lo so, te lo dico dopo (il coach sorride, ndr). Dal punto delle motivazioni, certamente sì, perché sono fortissime. È normale, è fisiologico, che magari stiamo attraversando un periodo non facile, ma era abbastanza prevedibile che, dopo quasi due anni, si potesse avere un momento di questo tipo.

Però, ora non ci deve pesare. La cosa importante è restare ben concentrate sulla partita di domani, e lo siamo: dobbiamo lavorare per fare una bella gara. Siamo concentrate su questo. È un bell’evento, è un bel momento, e dobbiamo fare in modo che diventi bellissimo, domani sera”.

Contro l’Inter, Serturini è stata in tribuna per scelta tecnica: ci puoi spiegare il perché di questa decisione?

“Partiamo da lontano. Vi spiego tutta la situazione una volta per tutte. Io con Anna ci sto parlando: ci parlo dall’inizio della stagione. Perché rappresenta una parte importante del percorso fatto dalla Roma in questi anni.

Io come allenatore, e noi come staff, avevamo la necessità di avere un’attaccante con caratteristiche differenti. Quindi subito, per correttezza, con lei siamo stati molto chiari. Abbiamo parlato di questo. Poi è arrivato l’attaccante che volevamo, e quindi il suo minutaggio è stato inferiore rispetto, magari, alle sue aspettative. E poi queste chiacchierate sono andate avanti, nel corso della stagione, e ce ne sono state anche pochi giorni fa.

Per quanto riguarda la scelta di sabato scorso, è legata sì probabilmente anche a un aspetto tecnico, ma anche perché ci sono delle società interessate a lei. Ci sono delle voci di mercato e abbiamo pensato che, per il bene suo e quello della squadra, questa fosse la migliore soluzione”.

La squadra sembra un po’ disunita, meno compatta nel reagire alle difficoltà. Qual è la difficoltà maggiore di queste ultime partite e come se ne esce?

“Squadra disunita assolutamente no. Anzi, direi che forse è molto più unita rispetto a tanti momenti della passata stagione. Credo, semplicemente, che ci sia un calo, fisiologico rispetto a tante partite giocate non solo quest’anno ma da due anni a questa parte.

Probabilmente, non eravamo abituate a questo. Però, ci sono tante giocatrici esperte, tante calciatrici importanti, che tanti momenti così li hanno vissuti. E quindi non dobbiamo assolutamente preoccuparci.

C’è una medicina: quella di lavorare al meglio, per poter offrire buone prestazioni. Sono convinto che, con le buone prestazioni, torneremo ad avere i risultati.

Dobbiamo avere fiducia in questo, in quello che abbiamo fatto fino ad adesso, perché il nostro modo di giocare ci ha portato a vincere uno Scudetto, ci ha portato a vincere tante partite di fila in campionato, a essere prime in questo momento in Serie A, a essere in corsa nel girone di Champions.

Dobbiamo solamente riacquisire un po’ di fluidità nel gioco, perché forse ci manca in questo momento. Dobbiamo essere un po’ più cattive sotto porta, nel fare gol quando ci capita, perché anche sabato, è vero che magari non è stata la nostra migliore partita, ma è anche vero che, se avessimo concretizzato due o tre delle situazioni che ci sono successe, avremmo vinto.

Non dobbiamo stare a preoccuparci, dobbiamo lavorare e uscire da questo momento. A volte basta una giocata, basta un risultato, basta una partita per portarti su binari totalmente diversi”.

Domani, dove dovrebbe intervenire maggiormente: per dare più protezione alla squadra o per offrire più occasioni agli attaccanti?

“Siamo una squadra con una mentalità acquisita, particolarmente offensiva. Di pancia, dico quindi che dobbiamo concretizzare di più. È chiaro che non dobbiamo perdere equilibrio, perché in partite come queste, se non hai equilibrio, fai fatica, rischi tanto.

Ma se penso alle nostre partite di Champions, questo non è mai successo. È vero, con il PSG in casa perdiamo 3-1, ma se andiamo a vedere i dati, ti dicono che hai calciato tantissime volte in porta più del Paris e perdi una partita così.

Di pancia, direi quindi che dobbiamo essere più concrete sotto porta, perché le occasioni le abbiamo sempre avute, in tutte le partite. Senza perdere equilibrio. Dobbiamo essere brave a subire il meno possibile e a concretizzare il più possibile. Ma questo in tutte le gare.

Domani affrontiamo una squadra molto forte, la conosciamo, l’abbiamo vista all’andata, quando abbiamo fatto una grande partita, e soprattutto un grande secondo tempo, che ci ha permesso di recuperare il risultato.

Dobbiamo essere queste. Dobbiamo lavorare in partita sulle nostre certezze. Non è il momento di cambiare, di stravolgere, di inventare cose, perché le nostre certezze ci hanno portato a determinati risultati. E dobbiamo lavorare forte su quello, domani”.

Oltre a una componente fisiologica, ce n’è anche una psicologica?

“È chiaro che un po’ ci sia, rispetto al fatto che non eravamo tante abituate ad avere un periodo di questo tipo. E magari questa poca abitudine ti porta ad avere queste incertezze, queste insicurezze.

Dobbiamo essere brave a lavorare sulle nostre certezze, su quello che sappiamo fare e che abbiamo sempre fatto, perché il nostro modo di interpretare le gare ci ha portato a vincere tante partite di fila. Abbiamo perso qualcosa, ma dobbiamo continuare su questa strada.

Sarei anche io poco credibile se volessi stravolgere delle cose solo perché abbiamo per qualche partita. Di queste cinque, abbiamo perso contro il PSG e una Supercoppa contro la Juventus: e ci può stare, perché non abbiamo perso contro una squadretta ma contro una grande squadra. E l’andamento di quella partita sappiamo quale sia stato. Non dobbiamo quindi fare dei drammi.

Certo, è arrivato tutto nello stesso momento, e questo magari ti fa riflettere su determinate cose. Avessimo perso contro squadre… A parte quella (con il Napoli, ndr) in Coppa Italia: quella penso che possa essere frutto di un aspetto psicologico. Quella sì. Per le altre, non sarei tanto preoccupato”.