È la Juventus ad aggiudicarsi il trofeo della prima edizione della Serie A Women’s Cup. Sotto i riflettori del “Romeo Menti” è andato in scena uno spettacolo unico generato da due squadre il cui gap tecnico non è poi risultato così ampio.
I primi segnali sono stati di marca bianconera: la formazione ha trovato subito il vantaggio con Vangsgaard; aggressiva, determinata e precisa l’apertura della coppia Schatzer-Thomas, traghettatrici del facile centro. Squillo su mancino ad opera di Haavi in risposta poco dopo che non è risultato, però, decisivo; il pressing romano si intensifica ed accompagna una buona riuscita in controllo.
Ad anticipare la mezz’ora rischiosissimi gli spunti di Giugliano e Pilgrim non sfociati a concretizzare la migliore delle ipotesi; ci pensa, però, Haavi a pareggiare i conti dalla distanza. Si va a riposo sull’1-1.
Bergamaschi dà inizio alla ripresa con una conclusione che costringe Peyraud-Magnin a usare la mano di richiamo per impedire il vantaggio giallorosso. La Juventus fallisce da due passi il raddoppio sul rinvio sbagliato di Lukasova, un’occasione clamorosa che non viene sfruttata. La Roma sembra avere ulteriore desiderio di andare in gol: la subentrata Viens si rende subito pericolosa e si presenta più volte davanti alla porta opposta, non azzeccando però i momenti chiave. Tanto contropiede.
Raddoppia, poi, la Juventus con Bonansea e conclude definitivamente con un 3-2 nel recupero in risposta all’ennesimo intermezzo giallorosso.
Una gara ad ogni modo tanto difficile quanto bella da giocare e, vincitrice a parte, emozionante e determinante il sostegno professato dalla panchina da ambedue le parti. “Getta il cuore oltre l’ostacolo” è parsa fondamentale voce per le due avversarie che hanno dato il meglio di sé nei due tempi regolamentari, sudando le proverbiali sette camicie per arrivare ad una conclusione.
Partita da favorita, la Juventus è rimasta incastrata dopo trenta intensi minuti ed il secondo vantaggio da una opposta dai ritmi tutt’altro che asfittici che hanno messo a dura prova la propria compattezza. Mentalità che brilla sul campo. Un risultato che, proprio per la evidente capacità, competitività ed impalcatura tattica delle contendenti, non dovrà illudere. Il campionato è ancora lungo: serviranno concentrazione e continuità.






