Fulmini, saette… Fa male parlarne, soprattutto di fronte alle persone che hanno Genova nel cuore e da quasi 4 anni il capoluogo ligure è entrato nel cuore di tutti. Richiamano condizioni meteorologiche avverse, proibitive, e quel maledettissimo 14 agosto del 2018 lo erano davvero. La campionessa che analizziamo oggi è nativa di Genova, gioca nella Fiorentina e porta, stampato sulla divisa sotto il proprio cognome, un 77 che sa poco di numero e molto di disegno.
Federica Cafferata rientra di diritto nella ristretta cerchia delle “tuttocampiste”: padrona della fascia destra, dove si incarica di battere tutte le rimesse laterali, prende indistintamente parte alla manovra offensiva e difensiva coprendo con la corsa il campo coast to coast, senza risentirne su un piano atletico caratterizzato da velocità, resistenza e costanza.
La rapidità di scatto e di progressione nell’inseguimento delle avversarie le permette di recuperare terreno in tempo utile per contrastarle, senza timore, e ritardare o impedire loro la giocata. Affronta le avversarie anche in duelli aerei che risultano, per la maggior parte delle volte e come riportato dalle statistiche, vincenti. Segue sempre lo svolgimento dell’azione sia dalla sua parte che dalla parte opposta, cercando persino di finalizzarla, magari con un diagonale verso la porta, o di integrarla con un controcross.
In ricezione della palla ha un buon controllo cosiddetto “a seguire”, molto importante nel velocizzare una ripartenza e nell’attaccare anticipatamente gli spazi scoperti. Attacca gli spazi anche senza palla, in particolare nei contropiedi e durante la costruzione del gioco, proponendosi alle compagne per consentire loro di disimpegnarsi della sfera. La sua indole offensiva si denota anche dalla direzione dei passaggi che, per almeno il 50%, sono rivolti in avanti.
In questo calcio moderno, tormentato da un’incomprensibile gestione del possesso fine a se stesso chiamata “Tiki Taka”, che ha tolto la palla alta e di conseguenza il traversone, abbiamo finalmente trovato una rappresentante perfetta del ruolo di terzino, nel 1-4-4-2, e di esterno di centrocampo in caso di 1-3-5-2, che arrivata all’altezza dell’area di rigore o sulla trequarti non pensa due volte a scoccare, di destro, il cross morbido verso le punte, creando sempre un’occasione per la propria squadra, senza necessariamente saltare le avversarie con dribbling di cui è abilmente capace e in cui sa utilizzare, oltre alla velocità, anche giochi e finte di gambe.
Parafrasando il suo “tramonto estivo”, Heinrich Heine vedeva saette color rosso-ardenti provenire dal sole in fase calante e scagliarsi direttamente sulle acque. Romantico? Non ditelo al poeta tedesco che, nell’Ottocento, si opponeva fortemente alla corrente del Romanticismo attraverso l’utilizzo di toni più obiettivi e meno sentimentali, ma allo stesso tempo non meno melodici. Le tue prestazioni, Fede, non si discostano dalla sua poetica: sul terreno di gioco brilli per concretezza, sostanza e praticità, mettendo da parte astrattismi e sentimentalismi, nel massimo rispetto della melodica armonia del gruppo e del gioco. 

Fulmini, saette… Dopo averti descritto diventa meno doloroso parlarne perché, fino a quando in campo ci sarai tu, quelle 43 povere persone saranno sempre commemorate al meglio, grazie al tuo rendimento e a quel disegno stampato sul retro della maglia: un 4+3 per onorarle e un 4+3 per non dimenticarle. Due saette appunto. Senza “a”.

Hall Of Talent vi aspetta su Calcio Femminile Italiano con una nuova rappresentante del gioco, anzi, del giuoco (che fa più intellettuale), più bello del mondo.

Credit Photo: Fabio Vanzi