I successi del secondo grande Barcellona che hanno impreziosito la bacheca dei trofei blaugrana tra il 2006 e il 2015 si devono ad Oriol Tort, uno tra i più grandi, ma forse meno conosciuti, osservatori e scopritori di talenti della storia del calcio: è intitolato a lui, oggi, il centro di formazione La Masia presso la Ciutat Esportiva di Barcellona dove si allenano, o meglio, vivono la squadra, le ragazze del settore giovanile. Non si tratta di un semplice centro d’allenamento, ma di una vera e propria, seppur piccola, città sportiva tra le cui mura ha fatto il suo ingresso, con in mano un pennello, Giulia Dragoni.
Giulia è un talento straordinario di tecnica abbinata a fantasia: nata a Milano nel 2006, esordisce a 16 anni in Serie A con la maglia dell’Inter. Nell’ultima finestra di mercato sbarca a Barcellona in qualità di prima calciatrice straniera a diventare parte della sua Cantera. Non sono state le congiunzioni astrali a far sì che la “piccola Messi di centrocampo” approdasse all’ombra della Sagrada Familia, ma la firma sul contratto per giocare in una delle squadre più forti d’Europa è frutto di duro lavoro, fatica e costanza.
C’è chi disegna l’arte e chi, ammirandola, si affascina. Noi ci stiamo già stropicciando gli occhi nel veder giocare Giulia. Fantasista completa e potente fisicamente, sensibile e micidiale nell’armoniosa conduzione della palla a tocchi di pennello, è abile nel saltare le avversarie senza farsi spostare nel contatto fisico. Il dribbling è il suo marchio di fabbrica e costituisce quel trait d’union tra centrocampo e attacco che ogni allenatore cerca quando, attraverso il gioco, la propria squadra non riesce a creare la giusta sinergia tra i reparti. Quando porta palla in fase di regia, non le manca visione di gioco nel servire esternamente o in verticale le compagne e sfrutta repentini cambi di direzione che disorientano la difesa avversaria e le permettono di portare a buon fine la giocata.
Giulia intuisce e riconosce il momento in cui diventa inopportuno prolungare un’azione personale, perciò si disimpegna della sfera in maniera sensata e ragionata, senza buttarla via e rischiare pericolosi contropiedi: alla tecnica, quindi, abbina un’alta velocità di pensiero e azione, qualità che contraddistingue tutti i grandi campioni dello sport.
Centrocampista con fiuto da vera attaccante, senza palla attacca bene lo spazio entrando con convinzione in area di rigore per raccogliere un assist e andare a segno. Calcia prevalentemente col piede destro, ma è in grado di rendersi pericolosa anche col sinistro attraverso cross diretti in area di rigore a servire le punte. Le doti offensive non offuscano quelle difensive che mette in mostra sugli affondi avversari e sulle palle inattive a sfavore, correndo fino alla propria area di rigore per dare manforte alle compagne nel disturbare la possibile conclusione a rete e partecipare attivamente alla ripartenza.

L’esordio di Giulia nella massima serie all’età di 16 anni ci riporta indietro ai tempi di Pelé: le prestazioni messe in mostra con la maglia del Santos gli garantirono la convocazione nella nazionale verdeoro, con la cui divisa esordì non ancora diciassettenne contro l’Argentina. Non furono le congiunzioni astrali a dare alla “Perla nera”, seppur nata a Três Corações, un povero paesino ubicato nel Brasile sudorientale facilmente italianizzabile in “Tre cuori”, un triplice significato mondiale: i tre titoli mondiali vinti sono frutto del suo incommensurabile talento e non di mere coincidenze.
Le congiunzioni astrali non esistono… Persino nel celebre affresco di Michelangelo all’interno della Cappella Sistina mancano: c’è ancora spazio tra il dito indice di Dio e quello di un Adamo adagiato sugli allori della propria facile bellezza, donatagli più dalla capacità artistica del Buonarroti che dalla mano del Creatore, a cui sembra mancare la volontà di sforzarsi in un piccolo gesto, un piccolo contatto, che avrebbe congiunto terra e cielo, umano e divino.
Se mancano impegno, dedizione e sacrificio, nulla si raggiunge. Qualcuno ti ha osannato, qualcuno si è spinto in paragoni importanti: non riusciranno questi complimenti a scalfire il tuo impegno, la tua dedizione e il tuo sacrificio nel raggiungere importanti traguardi sia di gruppo che, ci auguriamo, individuali scrivendo nuove pagine del nostro bellissimo sport.
C’è chi scrive la storia e chi, leggendo, la impara. Noi abbiamo appena lucidato gli occhiali. Giulia, a te la penna…