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Il Cesena ha debuttato in Serie B con una vittoria per 3 a 1 ai danni della Freedom. La tripletta di una super Caterina Ferin ha messo fuori combattimento le biancoblù e permesso al Cavalluccio bianconero di mettere in cassaforte i primi tre punti stagionali. I frutti del lavoro della Società si vedono nella rosa che ogni anno comincia il campionato vestendo la maglia della formazione romagnola, improntata verso la ricerca di valori autentici e di calciatrici giovane e piene di iniziativa.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ha avuto il grande piacere di intervistare il Direttore Sportivo del Cesena, Elvio Sanna.

Il DS ha aperto la lunga intervista dando la giusta importanza alla filosofia che la Società persegue fin dagli albori del progetto al femminile: «Fin dal primo momento in cui ci siamo seduti al tavolo per dare vita al progetto Cesena Femminile, abbiamo avuto un’idea molto chiara: costruire qualcosa che andasse oltre il semplice risultato sportivo. La nostra filosofia si fonda su tre pilastri fondamentali: serietà, crescita e senso di appartenenza. Abbiamo voluto creare un ambiente sano, dove le atlete potessero sentirsi valorizzate come persone prima ancora che come calciatrici. Puntiamo molto sulla formazione, sulla cultura del lavoro quotidiano, sull’umiltà e sull’impegno, perché crediamo che la crescita individuale e collettiva passi da lì», ha esordito Sanna. Le calciatrici che vestono la maglia del Cesena vengono scelte per dare inizio a un percorso arricchente verso la crescita come atlete e come persone.

Il DS ha proseguito andando a sottolineare come un fattore importantissimo che si va a incasellare nel lavoro della Società è la costruzione della rosa scegliendo le pedine giuste senza perdere il focus principale, che si riassume nelle parole “crescita del calcio femminile”: «Abbiamo scelto con convinzione di costruire una rosa composta interamente da calciatrici italiane, con un’età media molto giovane: su 24 atlete, spiccano due ragazze del 2007, undici del 2006 e quattro del 2005. Questo dato non è casuale, ma rappresenta pienamente la nostra volontà di investire sul futuro e di accompagnare la crescita di giovani talenti in un percorso strutturato, serio e ambizioso. Il nostro obiettivo è contribuire in modo concreto allo sviluppo del calcio femminile italiano, con la consapevolezza di rappresentare una piccola parte di un movimento in grande evoluzione. Cerchiamo di farlo con passione, rispetto e con una visione chiara: offrire opportunità, ispirare le nuove generazioni e dimostrare che anche da una realtà come la nostra possono nascere progetti solidi e significativi.»

L’ideale del Cesena non è quello di creare una squadra forte solo dal punto di vista atletico. Il vero punto focale del lavoro che la dirigenza si propone di anno in anno è quello di aggiungere in rosa calciatrici che possano creare una “squadra forte” soprattutto in virtù di persone che creano un gruppo coeso e pronto a mettersi in gioco, nonché ad accettare le nuove arrivate e a renderle subito protagoniste del cammino in bianconero: «Quando ci troviamo a valutare l’ingresso di una nuova calciatrice nel progetto Cesena Femminile, ci basiamo su un insieme di parametri che vanno ben oltre le qualità tecniche o atletiche. Quelle sono ovviamente importanti, ma per noi vengono subito dopo valori fondamentali come la mentalità, la disponibilità al lavoro, la capacità di stare in un gruppo, e la voglia autentica di crescere. Cerchiamo ragazze che abbiano fame, ma anche equilibrio; che abbiano talento, ma che sappiano mettersi in discussione ogni giorno. Il nostro è un ambiente che vuole formare calciatrici, ma prima ancora persone consapevoli, rispettose e determinate. La maglia del Cesena non è solo una divisa da indossare, ma un simbolo di responsabilità e di appartenenza. Una volta individuata una ragazza con questi valori, ci impegniamo molto nel favorire un inserimento graduale e positivo nel gruppo. Le nuove arrivate vengono affiancate, seguite e aiutate dalle compagne più esperte e dallo staff, perché crediamo che l’accoglienza, l’ascolto e il sostegno quotidiano siano elementi decisivi per far emergere al meglio le loro potenzialità. Costruire un contesto umano sano è per noi una priorità, perché solo in un ambiente sereno e stimolante si può davvero crescere. Ciò che spesso manca e su cui lavoriamo ogni giorno con pazienza è il tempo. Il tempo per far maturare le ragazze, per permettere loro di sbagliare, imparare, e consolidarsi. La perfezione, nel nostro contesto, non è un punto d’arrivo, ma un obiettivo che si rincorre attraverso il lavoro quotidiano, l’umiltà e la continuità. Siamo consapevoli che la strada è lunga, ma crediamo fermamente nel percorso che stiamo costruendo. E lo facciamo con passione, rispetto e una visione chiara del futuro.»

Elvio Sanna si occupa sia del settore maschile, sia del settore femminile, perciò il suo sguardo sul mondo del calcio è onnicomprensiva ed è per lui il pane quotidiano osservare bambine, bambini, ragazzine e ragazzini all’opera, così come la concezione che purtroppo permea ancora erroneamente la società italiana. Le differenze, secondo il DS, si possono colmare se si torna a pensare come fanno i bambini: «Collaborando con il settore maschile e allo stesso tempo seguendo da vicino il femminile ho una visione abbastanza chiara di quelle che sono ancora oggi le differenze tra questi due mondi. E lo noto in modo ancora più diretto durante il Summer Camp che organizziamo ogni estate con il Cesena: lì, tra i bambini e le bambine, l’integrazione è totale, naturale, spontanea. Loro giocano insieme senza etichette, senza pregiudizi, solo per la passione del pallone. E questa è forse la dimostrazione più forte che il cambiamento culturale è possibile. Purtroppo, tra gli adulti, nel mondo che ruota attorno al calcio, fuori dal campo, queste barriere sono ancora presenti. Non sempre per cattiva volontà, spesso per retaggi culturali, per abitudini consolidate. Però è evidente che serva ancora tempo e lavoro per superare certi preconcetti», ha affermato.

A scapito dell’esistenza dei preconcetti, però, secondo Sanna «Dei passi avanti ci sono stati. Il calcio femminile oggi ha maggiore visibilità, più attenzione da parte delle società, e sta acquisendo una dignità sportiva che gli è dovuta. Ma per fare un ulteriore salto, serve un impegno condiviso: le società devono credere davvero nel progetto femminile, il pubblico deve sostenerlo con continuità, e i media devono raccontarlo con lo stesso rispetto e la stessa passione con cui si racconta il maschile. Soprattutto, dobbiamo continuare a lavorare sull’educazione sportiva e culturale delle nuove generazioni: perché se i bambini e le bambine oggi si sentono uguali, allora abbiamo il dovere di costruire un mondo del calcio dove possano continuare a sentirsi alla pari anche da grandi. E questo si fa con il rispetto, con le opportunità e con una visione che non lasci indietro nessuno.»

Lo slogan stesso della Società è la rappresentazione su stoffa di una visione che va oltre le due semplici parole, è un concentrato di significati, tra cui l’accoglienza verso chi raggiunge Cesena come se si trattasse di un membro della famiglia: «‘Dai Burdel!’ non è solo uno slogan stampato sulle maglie: è un modo di vivere, un grido d’incoraggiamento che racchiude tutta l’energia, la grinta e la passione tipica della Romagna. In dialetto romagnolo significa ‘Forza ragazzi!’, e per il femminile usiamo con orgoglio ‘Dai Burdeli!’, ovvero ‘Forza ragazze!’. È un’espressione semplice, diretta, autentica, che trasmette entusiasmo e appartenenza. Anche se io sono sardo, vivo in Romagna dal 1997 e posso dire con sincerità che questa terra mi ha adottato. Da tantissimi anni ho il privilegio di far parte del Cesena Calcio e di aver vissuto da vicino la nascita e lo sviluppo del settore femminile del cavalluccio. Sono uno dei pionieri di questo percorso e vedere oggi quel motto sulle maglie, abbracciato con convinzione da tutte, è qualcosa che mi emoziona ogni volta. Perché rappresenta lo spirito con cui affrontiamo il nostro lavoro: con passione, identità e tanto cuore. E poi c’è un dettaglio che racconta molto: anche le ragazze che arrivano da fuori regione, magari con un pizzico di curiosità iniziale, dopo pochissimi giorni si lasciano coinvolgere completamente dal nostro spirito. Le senti già cantare con entusiasmo “Romagna Mia” e “Romagna Capitale”, che sono diventati gli inni del nostro gruppo. Ci accompagnano per tutta la stagione e rappresentano quel senso di appartenenza che va oltre la provenienza geografica: perché chi entra nel Cesena, entra a far parte di una famiglia vera. Insomma, ‘Dai Burdeli!’ è molto più di una frase: è un sentimento che ci unisce, è il nostro modo di dire ‘ci siamo’, insieme, con entusiasmo, umiltà e voglia di dare tutto sempre.»

Se poi dovesse scegliere tra i due motti “Una rondine non fa primavera” e “Chi ben comincia è a metà dell’opera”, Sanna ha le idee ben chiare per il campionato che verrà: «Sinceramente, tra i due modi di dire, ci riconosciamo di più in ‘una rondine non fa primavera’. La vittoria all’esordio è certamente un segnale positivo e ci fa piacere aver cominciato con il piede giusto, ma siamo perfettamente consapevoli che il campionato è lungo, impegnativo e molto equilibrato. La nostra mentalità resta quella di lavorare giornata dopo giornata, con umiltà, costanza e senso di responsabilità. A Martorano siamo felici di aver offerto una bella prestazione davanti al nostro pubblico, ma va detto con grande rispetto che la squadra avversaria non ha mai mollato e’ stata competitiva e grintosa fino alla fine. Anche per questo la vittoria ha un valore importante, perché conquistata con sacrificio e lucidità, senza mai perdere la testa, nemmeno dopo il loro momentaneo pareggio. Lo spirito che ci ha guidato è quello di un gruppo giovane, con tanto entusiasmo e fame di crescere. Abbiamo ragazze che non si arrendono mai, che reagiscono con coraggio alle difficoltà e che sanno affrontare la gara con maturità nonostante l’età. Dopo il gol del pareggio, ad esempio, non abbiamo accusato il colpo sotto il profilo psicologico: la squadra ha continuato a giocare con identità, trovando soluzioni collettive e mostrando personalità. Questo è merito di un lavoro quotidiano, silenzioso e intenso, portato avanti da uno staff tecnico che sta facendo un lavoro eccezionale, con attenzione ai dettagli e con grande cura nel seguire individualmente ogni atleta. Ma, come sempre, il merito principale è delle ragazze, che mettono in campo ogni giorno serietà, voglia di crescere e senso di appartenenza. Per quanto riguarda gli obiettivi stagionali, cerchiamo di costruire, crescere, consolidare un’identità e accompagnare le ragazze in un percorso che sia prima di tutto formativo. Ogni gara sarà un test, ogni settimana un’occasione per migliorarci. Credo profondamente che il successo non sia solo vincere una partita, ma costruire un percorso che lasci il segno nel tempo. E se continueremo ad affrontare ogni giorno con questo spirito, il Cesena Femminile saprà essere non solo una squadra, ma un esempio di come si può crescere con passione, sacrificio e cuore. In campo, e fuori.»

Si ringrazia di cuore Elvio Sanna per il tempo, la disponibilità e la grande collaborazione, con l’augurio che il percorso continui per questa strada.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.