Il Como 1907 si trova, con otto partite vinte su dieci giocate, a capeggiare la classifica di serie B chiarendo, sul rettangolo verde, che ha il chiaro obiettivo di vincere lo scudetto e di raggiungere la promozione in massima serie. Le ragazze di Selena Mazzantini trovano, nella forza del gruppo, la spinta in più per raggiungere quelli che sono gli obiettivi settimanali.
Calcio Femminile Italiano ha raggiunto Francesca Pittaccio, al suo primo anno con la maglia delle lariane (e con un passato in squadre come Res Roma, Lazio e Sampdoria) per un’intervista in esclusiva in cui si è parlato di sogni ed obiettivi (personali e di squadra) ma anche di ciò che il calcio rappresenta per la classe ’96 e di come il movimento calcistico femminile, ancora in via di sviluppo nella Penisola, possa crescere.
Calcio Femminile Italiano ha raggiunto Francesca Pittaccio, al suo primo anno con la maglia delle lariane (e con un passato in squadre come Res Roma, Lazio e Sampdoria) per un’intervista in esclusiva in cui si è parlato di sogni ed obiettivi (personali e di squadra) ma anche di ciò che il calcio rappresenta per la classe ’96 e di come il movimento calcistico femminile, ancora in via di sviluppo nella Penisola, possa crescere.
“Un nostro punto di forza è sicuramente il gruppo: Cerchiamo sempre di aiutarci e farci forza l’una con l’altra. Una cosa che dobbiamo migliorare forse è l’atteggiamento in campo dal primo minuto, entrare subito con la fame di chiudere la partita dato che siamo consapevoli di avere tutte le carte per poterlo fare. Il mio obiettivo personale coincide con quello di squadra: militare il prossimo anno nella massima serie”.
Come giocatrice, la numero 24 del Como è tanto versatile quanto pericolosa ed aggressiva in campo, con la velocità come caratteristica distintiva. Queste peculiarità la avvicinano ad Elisa Bartoli. Dell’ex capitana della Roma, ora in forza nell’Inter, Pittaccio apprezza in particolar modo l’approccio determinato a fare la differenza sul rettangolo verde.
“Penso di avere uno stile di gioco aggressivo, ogni volta che entro provo a dare tutta me stessa, una mia caratteristica distintiva è la velocità. Di Elisa Bartoli ho sempre invidiato il suo modo di affrontare ogni partita con una fame e determinazione difficili da trovare”.
Nel descrivere cosa sia per lei il calcio il difensore ha utilizzato, come parole chiave, i termini ‘mentalità’, ‘passione’ e ‘sacrificio’ che riassumono un po’ quanto lo sport, il calcio in questo caso, sia portatore di valori fondamentali per ogni aspetto della vita. La mentalità ad esempio è fondamentale per rialzarsi dopo una brutta caduta, ma anche per riuscire a gestire sia i sentimenti positivi che quelli negativi; la passione è il motore che spinge a recarsi al campo ogni giorno; il sacrificio aiuta a scegliere per il meglio (anche se non sempre in maniera facile)
“Il calcio per me è mentalità perché lo sport, in questo caso il calcio, insegna tanto, tantissimo: Insegna a cadere, a rialzarsi, aiuta a gestire gli impegni, ad essere responsabile e molto altro. Non so quante altre cose hanno la capacità di sviluppare una mentalità così. Penso che lo sport e in questo caso il calcio mi abbia dato gli strumenti per affrontare la vita dentro il campo ma soprattutto fuori.
E’ anche passione. Fare il lavoro che si ama penso sia la cosa più bella che possa accadere e anche la più difficile. Ricordo quando post lavoro correvamo stanche morte per andare ad allenarci al campo che magari era pure di ‘pozzolana’ e comunque eravamo le persone più felici del mondo.
Ad ultimo direi sacrificio perché per arrivare ad alti livelli bisogna fare delle scelte sin da piccoli come, ad esempio, rinunciare ad una festa perché il giorno dopo si gioca o bisogna andare all’allenamento. Quando si cresce la scelta si pone nell’allontanarsi dalle persone che si amano di più per raggiungere i propri obiettivi”.
Parlando di calcio, è stato inevitabile spostare il discorso sullo sviluppo della disciplina al femminile in Italia. Il professionismo è una grande conquista ma, alla base questa va coltivata ponendo a capo delle giovanili dei professionisti del settore in grado di insegnare quei fondamenti che si riveleranno poi necessari per la crescita dell’atleta. E’ importante, poi, che il calcio femminile abbia più visibilità (e conseguentemente più attenzione mediatica).
“A mio avviso è fondamentale coltivare il professionismo mettendo delle persone competenti sin dai settori giovanili cosicché, quando le nuove generazioni cresceranno, avranno giá una mentalità idonea. Serve, inoltre e soprattutto, anche una maggiore visibilità. Questi due fattori, sono secondo me imprescindibili per la crescita del movimento”.
La nostra chiacchierata si è conclusa parlando di sogni nel cassetto, che si spera si realizzino presto, e con un’esortazione rivolta a chiunque leggerà quest’intervista:
“Assolutamente si, ho un grande sogno ma non lo diró qui. Semmai si dovesse realizzare ve lo diró in diretta.
Inseguite i vostri sogni anche se questo costa sacrificio, sudore e sicuramente tanti no.
Continuate a crederci perché poi riuscire e non aver mollato sarà la gratificazione più bella di tutte. Semplicemente, qualsiasi cosa scegliatea, mettete tutti voi stessi e fatelo con il sorriso. Ogni cosa ha il suo corso, il suo tempo, basta solo crederci ogni giorno, soprattutto quando è più difficile”.
CALCIO FEMMINILE ITALIANO RINGRAZIA FRANCESCA PITTACCIO E IL COMO 1907 PER LA DISPONIBILITA’ CONCESSACI






