Credit Photo: Napoli Women

Marco Bifulco, Presidente del Napoli Women e da una settimana neo componente del Consiglio Direttivo della Divisione Serie A femminile è tra le figure più promettenti per lo sviluppo del calcio femminile italiano. Rappresentante dell’unico Club del sud Italia, nella massima serie femminile, guida il Napoli Women dal luglio 2024 con professionalità e tanto cuore partenopeo.

Presidente che responsabilità si sente addosso a dover rappresentare questo gruppo e quali sono le sensazioni che prova in ogni gara quando vede le sue ragazze in campo? “Rappresentare il Napoli Women è una responsabilità enorme, ma anche estremamente gratificante. Non si tratta solo di promuovere il movimento femminile, ma di dare orgoglio a una città che sta vivendo un bellissimo momento di crescita. Dalle più piccole fino alla prima squadra, è un piacere seguirle in campo. Il senso di appartenenza che si respira restituisce al calcio quel romanticismo che si è perso nel professionismo maschile. Ti coinvolge in modo viscerale durante le gare, facendoti sentire parte di ogni lotta e di ogni gioia vissuta dalle calciatrici. Ogni grido di incoraggiamento sembra renderti protagonista di quell’azione, come se fossi lì con loro”.

La sua neo nomina, nella Divisione femminile Serie A, è un prestigio ed una ulteriore responsabilità per lo sviluppo e la crescita del movimento, da imprenditore quale sarà il suo apporto a questo nuovo incarico? Crede che al Sud si possano vedere, tra qualche anno, più sviluppo e più Società calcistiche che investano in questa direzione? Da imprenditore operativo nel settore, riconosco le sfide ma soprattutto le grandi opportunità che il calcio femminile offre. Il mio contributo vuole essere quello di valorizzare questo enorme potenziale, promuovendo una visione condivisa e cercando partner e investitori che credano nel nostro progetto. Raggiungere un modello sostenibile sarà fondamentale per incentivare ulteriori investimenti, sia da parte di club professionistici maschili che da società indipendenti. Come Napoli Women, siamo orgogliosi di rappresentare il Sud come unico club professionistico femminile. Tuttavia, siamo consapevoli di non poter rispondere pienamente alla crescente domanda di tante giovani ragazze che desiderano avvicinarsi alla nostra realtà. La nostra speranza è quella di essere un esempio virtuoso all’interno di una Divisione femminile sostenibile, capace di promuovere la nascita di nuove società professionistiche anche nel Mezzogiorno”.

Restando in casa Napoli, come ha valutato gli arrivi e cosa ci dice della sua rosa per questa stagione? “È stato un anno di grandi cambiamenti. Abbiamo dovuto salutare diverse calciatrici che non rientravano più nel progetto tecnico del mister, e da un punto di vista umano questo mi dispiace profondamente, perché con il tempo si creano legami sinceri. Detto ciò, la società è pienamente consapevole della necessità di alzare il livello per competere con gli altri club di Serie A. Per questo motivo sono stati fatti investimenti importanti, mirati a rafforzare il valore della rosa. Durante il ritiro ho avuto il piacere di conoscere le nuove arrivate, e mi ha colpito la loro capacità di integrarsi rapidamente con le nostre veterane. Il progetto tecnico di mister Sassarini è ambizioso: richiede carichi di lavoro intensi e l’assimilazione di concetti complessi. Tuttavia, credo che il direttore e l’allenatore abbiano svolto un lavoro eccellente, riuscendo a trasmettere rapidamente la loro visione. Spero davvero che questa stagione possa regalarci qualche soddisfazione,   perché il lavoro fatto finora merita di essere premiato”.

Il suo è un progetto unico, è passione vera ed appartenenza ad una maglia che va oltre i valori ci spiega come è nata questa sua voglia di impegnarsi ogni giorno per il Calcio femminile? La mia passione per il calcio femminile è nata nell’estate del 2019, quasi per caso. Stavo facendo zapping in TV quando mi sono imbattuto in undici guerriere italiane che cantavano l’inno di Mameli a squarciagola, come se stessero per andare in battaglia. Era impossibile cambiare canale: la grinta che trasmettevano ad ogni gesto tecnico era magnetica, e mi sono ritrovato a pensare ‘Ecco cosa manca ai maschi’.

In quel periodo stavo ultimando il mio master e, con i pochi risparmi a disposizione, decisi di entrare nell’assetto societario del Napoli Femminile, insieme a mio padre, che mi ha trasmesso fin da piccolo l’amore per i colori azzurri. Il recente passaggio al professionismo ha destabilizzato molte realtà indipendenti come la nostra. Ma questa crisi ha rappresentato per me un’opportunità: quella di avvicinarmi ancora di più, comprendere a fondo la situazione e contribuire a risollevarla. Ho avuto modo di conoscere persone straordinarie che lavorano per il Club — dal direttore al magazziniere, dall’allenatore alle calciatrici — e ho trovato una vera famiglia. Una famiglia per cui vale la pena impegnarsi ogni giorno e crescere insieme”.

Una “holding finanziaria” ha sviluppato un investimento strategico sulla vostra società, questo lo ritiene un valore aggiunto sul rafforzamento strutturale? Una fase evolutiva che rafforza e consolida ancora di più l’impegno per lo sviluppo al femminile nel sud, come vede questo profondo cambiamento? “L’ingresso di Redeem lo scorso anno e la successiva acquisizione della maggioranza del Napoli Women hanno rappresentato un passaggio strategico fondamentale. Non solo abbiamo accolto nuovi soci che condividono la nostra visione di crescita del movimento femminile, ma abbiamo anche potuto contare su risorse economiche e umane che ambiscono a consolidare il Napoli Women come realtà professionistica stabile e competitiva in Serie A Women. I progetti su cui stiamo lavorando, anche al di là dell’attività sportiva, mirano a generare valore per la città di Napoli e per tutto il Sud Italia. Questa fase evolutiva rappresenta un momento cruciale per il calcio femminile, soprattutto nel Mezzogiorno. È un cambiamento profondo che rafforza il nostro impegno quotidiano per lo sviluppo del movimento, non solo sul piano sportivo, ma anche culturale e sociale. La transizione verso un modello più professionale e sostenibile ci impone di essere lungimiranti, di investire con responsabilità e di costruire un ecosistema capace di accogliere e valorizzare il talento femminile. Come Napoli Women, sentiamo forte il dovere di essere un punto di riferimento per il territorio. Siamo consapevoli che il nostro percorso può ispirare altre realtà a credere nel calcio femminile come strumento di crescita, inclusione e riscatto. Questo cambiamento non è solo una sfida, ma un’opportunità concreta: quella di offrire alle ragazze del Sud un futuro sportivo dignitoso, ambizioso e sostenibile”.

Una nuova denominazione, che poco cambia sui valori azzurri, ed un team tecnico che da fiducia a mister Sassarini per proseguire un cammino a 12 squadre, come vede questa nuova formula di campionato (rispetto alle due passate stagione a 10) e quali sono le sue aspettative? “L’ingresso di tre nuove società professionistiche è sicuramente un segnale positivo per tutto il movimento e per la competitività del campionato. Ogni nuova realtà che investe nel calcio femminile contribuisce a rafforzare l’interesse, la visibilità e la qualità del prodotto. La formula degli anni passati, con poule scudetto e poule salvezza, aveva il merito di rendere la stagione avvincente e di moltiplicare gli obiettivi sportivi. Tuttavia, dal punto di vista dell’appeal internazionale, rischiava di frammentare troppo il campionato. Personalmente, avrei apprezzato l’introduzione di playoff e playout, in stile americano, un modello che ha sempre dimostrato di funzionare in termini di spettacolarità e coinvolgimento. Sono comunque molto curioso e positivo riguardo alla nuova competizione pre-season: può essere un’occasione per rendere il torneo più compatto, più spettacolare e più appetibile per pubblico e sponsor. L’obiettivo a medio termine deve essere quello di arrivare ad almeno 16 squadre professionistiche, per garantire una struttura solida e una crescita costante. Siamo convinti che il raggiungimento della sostenibilità economica sarà la chiave per attrarre sempre più club, sia maschili che indipendenti, a investire nel calcio femminile”.

Calcio Femminile Italiano ringrazia il presidente Marco Bifulco per la sua disponibilità e professionalità nell’averci dedicato del suo tempo per la nostra intervista in esclusiva.

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.