Photo Credit: Andrea Vegliò - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Cesena sta proseguendo un cammino di alto livello in Serie B, merito di un gruppo di ragazze molto giovani che stanno dando vita a una squadra forte, determinata e che non perde mai di vista la voglia di divertirsi. Buona parte di questo spirito la devono al loro tecnico, Mister Roberto Rossi, che ha parlato in un’intervista in esclusiva alla Redazione di Calcio Femminile Italiano.

Dal suo ritorno sulla panchina del Cavalluccio sono passati pochi mesi, ma la mano e le idee dell’allenatore si vede. Classifica alla mano, le bianconere sono riuscite a strappare un bellissimo terzo posto a un match dal giro di boa del campionato, un risultato inaspettato: il tecnico, in fondo, ci sperava «però sapevo che era una cosa molto complicata, perché quando cambi tanto come abbiamo fatto noi si necessita di un po’ di tempo, soprattutto quando parti con tante ragazze molto giovani. Sapevo che avevamo preso delle ragazze con delle buone qualità. Loro sono state brave ad aver l’atteggiamento giusto, una mentalità improntata sul lavoro. Purtroppo ultimamente non abbiamo raccolto i risultati per quello che abbiamo espresso in campo, ma assolutamente non speravamo di essere a questo livello», già dalla preseason e dalle varie amichevoli si era apprezzata una certa coesione del gruppo, che ha permesso alle ragazze di sprigionare le loro qualità e di perfezionarle in un cammino che è ancora in divenire.

«C’è molta soddisfazione per questo, anche se loro non si vogliono assolutamente accontentare. Come tipo di obiettivi ci siamo dati quello di fare un campionato dove le ragazze crescevano e miglioravano, ed è quello che vogliamo continuare a perseguire», quando si dice che “vincere aiuta vincere” viene anche automatico desiderare di non smettere mai, però l’obiettivo del tecnico e della Società è in primis quello di lavorare sui margini di miglioramento e di crescita di tutte le calciatrici dell’organico, poi i risultati verranno da sé.

Proprio i risultati, stando a quanto affermato dal tecnico, sono la massima espressione di quanto viene preparato dalle ragazze in allenamento e ciò che si vede in campo, ma l’aspetto da non trascurare mai è quello di raggiungerli «attraverso il gioco, e io insisto molto su questa cosa. A un certo punto del campionato, prima della partita col Como, eravamo prime. Noi abbiamo perso, ma è stata molto equilibrata, forse avremmo dovuto vincere noi, e probabilmente le ragazze si sono sentite quasi l’obbligo di dover vincere per forza, tant’è che le ultime due partite le abbiamo perse nel finale cercando la vittoria. Sì, è uno spirito che a me piace molto e va molto bene, però probabilmente una squadra più esperta si sarebbe accontentata, e avremmo portato a casa qualche punto in più. Credo che sia molto importante riuscire ad arrivare al risultato attraverso il gioco e delle buone partite, e questa cosa ci toglie anche un po’ di pressione», tante volte una sconfitta, se questa è arrivata dopo una partita in cui il gioco è stato di alto livello e le ragazze si sono espresse al meglio in campo, pesa di meno e lascia la consapevolezza di poter diventare ancora più forti. Il Cavalluccio, ricco di giovanissime provenienti da Primavere di grandi squadre, punta molto sulle giovani e, al contempo, pecca un po’ di inesperienza, che con il passare delle partite s’assottiglierà fino a sparire.

«Il fatto di essere arrivati davanti ci ha pesato un pochino, secondo me: eravamo molto più libere mentalmente prima di arrivare in quella condizione. Non siamo una squadra “preparata” per quel tipo di posizioni, per cui dobbiamo cercare di sfruttare sempre le nostre caratteristiche: abbiamo sempre giocato con questo piglio, con questa voglia di fare risultato che si è vista anche contro il Lumezzane, dove abbiamo preso gol da un fallo laterale loro, dove noi abbiamo riconquistato palla con l’idea di giocare, dalla parte opposta alcune stavano già lasciando la posizione difensiva per andare a fare gol, pensando di poter sviluppare il gioco, e invece abbiamo perso il pallone. Questo dev’essere, secondo me, lo spirito che ti anima. Volevamo vincere, e la stessa cosa è successa col Vicenza, dove abbiamo fatto una partita in cui abbiamo sempre attaccato e non siamo riuscite a fare gol, ma fa parte del gioco, e da qui traiamo spunti per poter crescere e migliorare», le bianconere hanno sempre mostrato in campo un gioco aggressivo, sempre improntato all’attacco e alla ricerca dei tre punti, e forse la prima posizione ha un po’ scalfito l’armonia che aleggiava nel gruppo prima che riuscisse a raggiungere la prima posizione; in compenso, però, la partita contro il Lumezzane e quella contro il Vicenza si sono trasformate in spunti per crescere.

Sempre di “crescita” si parla quando si tratta di sconfitte: «Aiutano, anche se uno non vorrebbe mai passarci dentro, perché giochi sempre per vincere; è chiaro che la crescita e l’esperienza passano anche attraverso delle sconfitte, non puoi sperare di riuscire a vincere sempre, anche se ai punti te lo meriteresti o come qualità del gioco. Uno dei temi di cui hanno parlato è stato: “Noi dobbiamo essere brave a vincere anche le partite che non ci meritiamo”, e io ho detto loro che non è assolutamente così. Dobbiamo continuare a cercare di giocare un calcio propositivo dove le ragazze sono proattive e hanno una grande partecipazione e collaborazione e riescono a essere protagoniste facendosi sempre vedere e con proposte di gioco, che merito c’è a vincere una partita senza giocare bene? Dobbiamo per forza passare di lì, e per la crescita è molto importante. L’esperienza ti fa capire che alcune situazioni si possono ripresentare, le hai già vissute e le puoi interpretare in modo diverse senza rinunciare al gioco e snaturarti. Ne perderemo delle altre, però secondo me la loro crescita deve passare da questa cosa, e se sei propositivo in campo ti diverti e non sei passivo, è importante anche sotto il profilo della personalità», la personalità è una di quelle caratteristiche che solo una calciatrice abituata a giocare, a cercare la compagna, a creare situazioni per essere pericolosa e, allo stesso tempo, pronta a difendere per evitare di prendere gol può vantare.

«Giochiamo molto in verticale, cerchiamo di arrivare velocemente ad attaccare la metacampo avversaria, è una caratteristica di molte ragazze, noi cerchiamo solo di farle combinare assieme e di metterle nella condizione di poter esprimere questa cosa, perché anche dal punto di vista del gioco sono molto libere: non abbiamo dei canovacci precisi. Quando ci dobbiamo difendere, cerchiamo una difesa aggressiva, una riconquista della palla creando una pressione per poi poter ripartire, è un atteggiamento che hanno di loro e che faresti fatica a introdurre, e con il lavoro lo coltiviamo», il gioco delle ragazze di Mister Rossi, come citato poc’anzi, non è mai passivo o disposto a farsi sopraffare dalle avversarie, perché cerca invece il minimo errore altrui per approfittarne e ripartire, e tale scelta è dovuta alle caratteristiche intrinseche delle calciatrici, già predisposte a questo tipo di gioco e a questa fame per la vittoria.

Tutte le ragazze appena arrivate a Cesena sono migliorate, e tutte «Stanno dimostrando di essere a un ottimo livello. In generale, è un gruppo che è migliorato, continuiamo a lavorare con quest’obiettivo, e credo che per alcune a fine campionato potrebbero aprirsi delle prospettive più importanti del campionato di Serie B, perché stanno facendo un campionato di qualità, di alto livello e di prestazioni.»

Come spesso sottolineato anche nelle interviste alle calciatrici, Mister Rossi ha rimarcato che Cesena è l’ambiente giusto per le giovani che vogliono crescere, l’ambiente adatto per migliorarsi: «La Società è costituita da persone che guardano molto all’aspetto umano e cercano di metterle nelle migliori condizioni anche al di fuori del campo, le strutture sono buone e cerchiamo di lavorare nel miglior modo possibile. Per noi è importante che quelle importanti ci mandino le ragazze, sapendo che possono fare un percorso di crescita, e penso che per le ragazze sia un’ottima condizione. Il mix che si forma in squadra tra le ragazze giovani e quelle un po’ più grandi – abbiamo tre 2002, una del ’99 e una del ’93, che sono le più grandi – , ragazze molto brave per lavorare bene col gruppo, perché sono un esempio per quello che fanno le altre, ed è uno dei motivi per cui stanno migliorando. Soprattutto attraverso l’esempio le ragazze imparano e ti seguono», l’esempio e l’emulazione delle calciatrici più grandi stanno forgiando, oltre al campionato di ottima fattura, le caratteristiche delle giovani bianconere.

Nel calcio, in particolare in quello femminile, l’esempio e la scelta di calciatrici capaci di fare da guida per le più giovani diventa fondamentale nella costruzione di una squadra vincente e con uno spogliatoio sereno. Come affermato dal tecnico, che in precedenza ha allenato anche in squadre maschili, «se i ragazzi più grandi non sono giusti, quelli giovani che devono ancora completare la loro formazione non riescono a tirare fuori le loro qualità, perché tante volte sono impauriti. Per giocare a calcio la testa deve essere leggera, ci vuole iniziativa e coraggio e non devi aver paura di sbagliare, e se quando fai un errore non vieni aiutato e ti viene invece rimarcato, se sei giovane tante volte ti inibisci. Quest’anno, nella costruzione della squadra, abbiamo cercato di stare attenti a questa cosa: non puoi permetterti di sbagliare le ragazze grandi, devono aiutare la crescita. Abbiamo Groff, Di Luzio, che sono brave in questo senso, e per questo le ragazze tra di loro stanno bene insieme, e non si frequentano solo al campo, ma anche fuori; è un gruppo che mi auguro continui ad avere questo tipo di atteggiamento, perché continueranno a crescere», il giusto mix che è stato creato nella squadra bianconera sta dando i suoi frutti e, di questo passo, proseguirà sempre verso l’alto e non verso una regressione.

In particolare, Mister Rossi evidenzia come in una squadra con i giusti elementi più grandi gli errori possano diventare un insegnamento senza scalfire il processo di crescita, anzi, andando a incentivarlo: «Gli errori insegnano, e dagli errori impari e ti migliori, però l’errore dev’essere vissuto in quel modo, perché altrimenti ti inibisce, ed è l’unica cosa che non deve accadere. Sbagliare fa parte del gioco, ma devi sempre avere la voglia e il coraggio di proporti e di fare.»

«Quando abbiamo iniziato ho visto che, prima dell’allenamento o dopo l’allenamento, senza che noi dicessimo niente, le ragazze andavano in palestra tutte insieme: si è generato questo clima, si respirava una buona aria, si stava bene tutti insieme», questo il primo fermo immagine che Mister Rossi sceglierebbe per raccontare quello che è stato il percorso di crescita delle bianconere, partito prima ancora che la Serie B aprisse i battenti.

Un secondo momento chiave della stagione è stato «quando abbiamo vinto a Brescia in Coppa Italia, sul fine partita, perché avevamo fatto una partita di alto livello: eravamo andati sotto, siamo riusciti a recuperarla e poi a vincere nel finale, e anche quel momento hanno cominciato a prendere coscienza delle proprie capacità.»

Infine, un terzo attimo che rispecchia appieno la maturazione delle ragazze è «quando abbiamo vinto in casa col Verona recuperando una partita dove avevamo fatto un errore nel primo tempo e siamo andati sotto subito, e l’abbiamo vinta nella seconda parte. Lì è stato un altro momento in cui hanno capito che, lavorando tutte insieme con questo spirito di squadra e di gruppo, potevano giocare contro tutte ad alto livello.»

Mister Rossi ha elogiato le “sue” ragazze, che esprimono un bel gioco caratterizzato da una grande intensità e portato avanti dal giusto atteggiamento da parte di tutte, brave a non dimenticarsi che la cosa più importante è divertirsi e giocare con la testa leggera: «Nelle partite con loro, mi diverto a vederle fare le cose: hanno una qualità, un’intensità e un atteggiamento che gratificano un allenatore. Se non ti diverti, dopo ti pesa tutto: lo spirito del gioco dev’essere questo, però purtroppo non può essere così per tutte, perché chi non gioca è un po’ penalizzata, però lo spirito dev’essere di fare una cosa che ti piace, ti appassiona, ti diverte. I risultati sono importanti per l’esterno, perché vieni giudicato: non vieni mai giudicato per come stai lavorando o stai giocando, purtroppo alla fine quello che conta è che se hai vinto o sei hai perso, e si perde lo spirito del gioco.»

Infine, il tecnico del Cavalluccio ha introdotto in breve quella che sarà la partita di Coppa Italia contro la Juventus, raggiunta dalle bianconere dopo aver eliminato il Brescia. Le romagnole non snatureranno il logo gioco, proveranno infatti a giocare a viso aperto contro le Campionesse d’Italia in carica: «In tutte le partite cerchiamo di giocare con questo spirito per poterle vincere, e ci ha fatto piacere passare il turno. Giocare contro la Juventus è molto stimolante, è una delle squadre più importanti del panorama nazionale, e sta facendo bene anche in Champions. Cercheremo di non cambiare il nostro atteggiamento, anche se sappiamo che sarà difficilissimo, cercheremo di giocarcela a viso aperto. Sarebbe bello riuscire, anche contro la Juventus, fare una partita di grande coraggio.»

Si ringraziano Mister Roberto Rossi, l’addetto stampa Filippo Minardi e il Cesena Calcio Femminile per la gentile concessione e la grande disponibilità.

Ilaria Cocino
Appassionarmi allo sport è stato semplice: qualche gol degli Azzurri al Mondiale 2006, qualche punto spettacolare di dritto, qualche schiacciata nel campo avversario, qualche canestro impossibile. Sono un'aspirante giornalista sportiva che segue con passione il movimento calcistico al femminile da ormai qualche anno e tenta, attraverso il suo piccolo contributo, di trasformarlo nella quotidianità di chi legge e di renderlo qualcosa di più di una semplice meteora: il potere delle parole è inestimabile, e spenderle per queste ragazze è un privilegio immenso e una grande responsabilità.

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