“A fine agosto ho maturato la scelta di smettere, anche se nella mia testa l’avevo già pensato prima”. A raccontarcelo in esclusiva è stata Michela Franco che da qualche settimana ha lasciato il calcio giocato. “Ricordo quando mi hanno sostituito nell’ultima partita al ‘Paschiero’ contro il Parma -racconta Michela- ho visto il mio numero e nella mia testa ho pensato potesse essere l’ultima partita. Ero dubbiosa di tornare a giocare”.
La classe ’92, che difendeva in Serie B i colori della Freedom, poi continua: “Nelle ultime due stagioni ho viaggiato, abitando ad un’ora e mezza da Cuneo, ed ho iniziato anche ad avere un’occupazione all’esterno al calcio giocato. Conciliare tutto non era facile ma nel mezzo della mia esperienza alla Freedom c’è stato l’infortunio al ginocchio che mi ha spinta a tornare a giocare”.
Michela dopo il recupero fisico però ha maturato la sua volontà: “Volevo dimostrare a me stessa che ce l’avrei fatta. Dopo essere rientrata sentivo comunque che la stanchezza si faceva sentire, non ero più la giocatrice che volevo. Questo non mi lasciava serena, ho preso quindi questa decisione a cuore leggero e non ho rimpianti. Mi ritengo una giocatrice fortunata, che ha conosciuto tante persone ed ha toccato il massimo che si possa desiderare da sportiva”.
Guardandosi alle spalle resta una carriera carica di emozioni e momenti da ricordare. Michela inizialmente sembra in difficoltà a sceglierne alcuni. Poi con tono sicuro ci racconta: “Il primo scudetto con la Juve, quello lo ricorderò per sempre con tanta emozione, con il successo ai rigori sul Brescia. Impossibile non citare le avventure con le Nazionali giovanili con i Mondiali in Giappone e gli Europei a Cervia. In questa occasione era venuta praticamente tutta la mia famiglia, con i miei amici, a vedermi. Se ripenso ai miei inizi onestamente non avrei mai immaginato di poter fare cosi tante cose”.
L’ex calciatrice piemontese, nata a Cirie, pensando ai suoi inizi poi si scioglie: “Ci sono stati tanti sacrifici. Devo tanto, davvero, ai miei genitori e alla mia famiglia che mi hanno aiutato sempre dal primo all’allenamento. Mi hanno lasciato libera di fare le mie esperienze e di andare via di casa a 20 anni. Sono stati tutti sempre al mio fianco”.
Sulla sua carriera, vissuta dal 2008 al 2025 tra Serie A e B, Michela poi aggiunge: “Ho giocato sia come difensore centrale che come mediano. A centrocampo ho incrociato tante ragazze valide, ma credo di essermela sempre cavata. Le punte sono state quelle che mi hanno messo particolarmente in difficoltà. Nomi? Sarebbe complicato farne alcuni. Oltre alle tante sfide restano le amicizie, quelle vere. Siamo un bel gruppo di amiche che quando può si riunisce per eventi come l’Europeo, senza far mancare il supporto a quelle ragazze a cui teniamo un mondo che ancora corrono e sudano in campo”.
Tanti momenti che strappano il sorriso alla classe ’92 che nel 2008 esordì con la maglia del Torino in Serie A. Tanto è cambiato da quel momento nel calcio femminile come ricorda la stessa Michela che evidenzia: “Il movimento ha vissuto un crescita in questi anni. Ho iniziato a vederla quando sono approdata alla Juve, c’erano tanti tifosi e gare come quelle all’Allianz, davanti a poco meno di 40 mila persone, ti fanno capire dove è arrivato il calcio femminile. Poi anche il Mondiale del 2019 ha dato visibilità con un boom pazzesco. Nel giro di pochi anni sono migliorate drasticamente strutture, competenze dei mister e un cambiamento di cultura del quale avevamo bisogno. La crescita ora si vede, dalle nazionali giovanili per arrivare a quella maggiore”.
Dopo le annate vissute tra Torino, Napoli, Riviera Romagna, Cuneo, Juve, Riozzese, Cesena, Chievo, Napoli e Freedom la chiusura e sul futuro che Michela vede cosi: “Tanti giocatrici dopo aver smesso iniziano la loro carriera in un altro ambito. Io ho deciso di prenderne uno sabbatico, voglio capire realmente cosa vorrei fare. Mi vedo in veste dirigenziale, magari come una team manager. Sono tutte idee, voglio prendermi questo anno per pensare. Il calcio è la mia vita, se dovessi ritornarci voglio con la voglia che avevo quando ho iniziato a giocare”.






