Assist, l’associazione nazionale atlete, ha fatto uscire un comunicato in vista della riunione di oggi pomeriggio in merito ai rischi che correrebbero le atlete a ritornare in campo se non viene applicato un protocollo adatto alla situazione.

“I medici sportivi a maggioranza dicono che no, così non si può. E noi diciamo: come mai di colpo il calcio chiede ai club delle “dilettanti” di prendersi gli stessi rischi dei “professionisti”?…

I medici sociali dei club iscritti al Campionato di Calcio di Serie A Femminile, in data odierna si sono riuniti in teleconferenza e hanno attentamente valutato il protocollo diffuso dalla Figc “Indicazioni per la RIPRESA degli Allenamenti delle Squadre di Calcio di Serie A femminile” volto alla tutela dal contagio di giocatrici e staff in previsione della ripresa degli allenamenti collettivi e di una eventuale ripartenza del campionato 2019-20.

Nel caso di specie è stato rilevato che:

  1. Il protocollo non risulta in concreto applicabile da parte dei sottoscritti medici sociali, che operano all’interno di club mediamente afferenti ad aree sanitarie di alto livello professionale ma non organizzate secondo criteri professionistici, senza determinare verisimili fattori di elevato rischio in caso di contagio che colpisca elementi della rosa, dello staff tecnico e dello staff di supporto alle attività che si svolgono durante gli allenamenti di gruppo.
  2. Le criticità sono correlate non solo alla corretta applicazione del protocollo, ma anche alla tutela dell’integrità psico-fisica delle giocatrici: essendo trascorsi ormai tre mesi senza allenamenti individuali e di gruppo sul campo, le atlete a parere dei sottoscritti non sono attualmente in grado di riprendere le attività agonistiche (soprattutto in condizioni ambientali sfavorevoli a causa della stagione calda)
  3. Occorreranno dalle 4 alle 6 settimane per riportare le giocatrici ad una condizione psico-fisica accettabile, fermo restando il rischio di infortuni anche di grave entità durante la fase di preparazione che segue a un periodo di stop così prolungato.

Alla luce di tali riflessioni e in considerazione del fattore tempo, che rappresenta ormai di per sé una criticità, a maggioranza i medici sociali ritengono pertanto ineludibile la chiusura del campionato 2019-20. Ciò consentirà ai rispettivi club di organizzare l’area sanitaria e le strutture logistiche, per la stagione 2020-21, in conformità alle nuove direttive imposte dalla pandemia. Certi di un accoglimento della richiesta, a tutela della calciatrici e degli staff aggregati, i medici sociali restano in attesa di una delibera sul punto da parte del Consiglio Federale.”

Credit Photo: Andrea Amato