Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva  Katia Mattarel.

Abbiamo scambiato qualche battuta con l’ex calciatrice che in carriera vanta uno scudetto con il Milan vinto nella stagione 98-99. A riguardo la classe ’79 ricorda: “Nella stagione dello scudetto, Supercoppa e Coppa Italia restano tante emozioni e ricordi. Avevo compagne di alto livello e belle persone anche fuori dal campo per non parlare di mister Tabacchi una gran bella persona. In quel campionato non giocai molto ma è stato uno degli anni in cui ho imparato di più anche se qualcuno pensa che non si possa imparare giocando poco. Guardando capisci tanto e io avevo davanti mezza Nazionale dell’epoca e anche chi non lo era era molto forte. È vero a 20 anni vuoi giocare ma se ti impegni in allenamento e rubi un po’ dalle tue compagne vedrai che si migliorerà. Ringrazio tutte le ragazze che erano con me, il mister e il massaggiatore Giuliani, anche lui gran bella persona, per avermi dato questa possibilità”.

L’ex calciatrice che oltre al rossonero del Milan ha vestito anche le casacche di Como, Fiammamonza, Nuoro, Geas, Tradate, San Severino Marche e Caprera ricorda due momenti particolari dell’inizio della sua carriera: “Ho avuto la fortuna di aver fatto tante esperienze, Milan a parte. Ad esempio la finale con l’Under 18 di mister Margutti al Fiammamonza. Arrivammo alle semifinali giocando a Sassari e vincendo con la Torres 5-2 con il ritorno a Monza concluso 6-0 nell’anno in cui abbiamo primeggiato nel campionato Under 15. Ricordo poi la prima convocazione in Serie A sempre a Monza con il mister Gianni Radaelli che mi chiamava Banzai vista la tanta grinta messa in campo. Il mister, con Bertolini e Guarino fuori, mi disse in quell’occasione che avrei giocato. Ricordo che ero intimorita anche per il mio carattere all’epoca molto introverso. Poi arrivarono Rita e Milena che mi diedero tranquillità dicendomi di giocare come sapevo. Un ringraziamento va a loro per la fiducia datami”.

Katia poi una volta terminata la sua carriera da giocatrice ha continuato ad allenare sedendo sulle panchine di Ausonia, Oreno, Fiammamonza e Brugherio: “In realtà i primi passi da allenatore risalgono a tanti anni fa con la squadra del mio paese cioè Oreno di Vimercate. Stare in campo e in panchina ti apre due mondi simili ma molto diversi. Stare dall’altra parte ti porta a non capire le scelte e il pensiero di un allenatore che parte dalla preparazione all’allenamento in base alle qualità delle ragazze. Io ho allenato sia prime squadre ma mi sono innamorata del mondo dei più giovani. Si tratta di un mondo che mi ha sempre affascinato perché rispetto ai grandi vedi i progressi giorno dopo giorno e questo ti regala tante soddisfazioni. Diciamo che allenare è come se fosse la mia seconda vita e il calcio il campo la mia seconda casa”.

L’ex terzino e difensore centrale sulla Serie A di oggi invece ha la sua idea: “La serie A è molto più equilibrata di qualche anno fa. Diciamo che con l entrata del professionismo e delle squadre maschili probabilmente c’è un qualcosa in più. Le ragazze si possono allenare tutti i giorni e fare quasi o solo quello. Roma e Inter hanno fatto un gran bel lavoro negli ultimi anni ora si vedono i frutti mentre la Juventus rimane sempre favorita almeno sulla carta. Ma a me piacciono Inter e Roma”.

La chiusura della Mattarel è sulla maglia Azzurra: “La Nazionale è in fase di cambiamento. Milena sta cercando di inserire nuove leve ma è un processo non facile e tanto meno veloce. Ci vuole tempo. In bocca al lupo a lei e a tutto lo staff. Io spero, nonostante l’entrata delle squadre professionistiche nel femminile, che il nostro calcio rimanga puro e naturale a differenza del maschile dove spesso si esagera in tanti comportamenti in campo”.