Diego Guacci e Vito José Arena, Roma, 2022
Credit Photo: Diego Guacci

Oggi pubblichiamo la terza e ultima parte dell’intervista esclusiva a Diego Guacci.
Ecco i link alle prime due parti dell’intervista:
La prima parte
La seconda parte

D) L’Argentina femminile ha sofferto di recente una sconfitta contro la Spagna. Di cosa ha bisogno l’Albiceleste per crescere e cosa serve al movimento femminile argentino per competere con le migliori Nazionali?

R) Bisogna coltivare la professionalizzazione, la preparazione; le calciatrici che formano parte della Nazionale devono anche far parte di squadre professionali di primo livello. La preparazione di chiunque guidi un’attività sportiva è la chiave, la professionalizzazione fa la differenza sempre. Non si tratta di movimenti femminili ma di preparazione sportiva. E’ molto diverso lo scopo del professionista dello sport rispetto all’attivista. Chi vuole mettere in luce le questioni sociali e ideologiche, non cerca la professionalizzazione ma la visibilità delle proprie attività. Il professionista dello sport invece cerca di raggiungere l’obiettivo e gli strumenti per ottenerli.

D) Che squadra nazionale ti piacerebbe allenare? Stai pensando di passare al settore maschile?

R) Il mio mondo è il calcio femminile. Ho avuto proposte dal calcio maschile più in questo periodo che in tutta la mia vita ma continuo a scommettere sul calcio femminile.

D) Una dedica alla Nazionale Argentina che sta per affrontare l’Olanda nei quarti di finale della Coppa del Mondo in Qatar. Un pensiero anche per l’Argentina perché ci sia più protezione per gli imputati di fronte alle denunce di questa gravità. La soluzione può essere l’educazione e mostrare il danno che si fa alle persone?

R) E’ un tema che danneggia molte persone. Prima di ciò che c’è successo, non sapevamo che esistesse, oggi Andrea [la moglie di Diego Guacci] parla con ex consoli, candidati a Nobel nella scienza, sportivi, diplomatici, quando vedono le persone che stanno vivendo lo stesso reato. Prima non parlavano per paura e vergogna, ma molte persone stanno capendo come fronteggiare a queste accuse. Servono spazi per l’educazione, l’appoggio e la coscienza. Esiste il reato, ma anche le false denunce e le vere vittime non stanno ricevendo la giusta attenzione perché le false denunce occupano i tribunali prima delle vere vittime. I movimenti che reclamano diritti stanno avanzando e reclamando un’uguaglianza formale. Lo stesso succede con le aziende, associazioni e organismi, non si sa come affrontare questi casi e la prima cosa che si fa è escludere senza misurare le conseguenze. E’ un momento in cui dobbiamo educare in tutti gli aspetti per queste nuove azioni. Senza andare più lontano quando sono successe le denunce contro di me, Anala Hirmbrischner, denunciava con nome e cognome situazioni lavorative. La mia è stata una notizia mondiale ma nessuno scrisse di questo tema, nessuna professionista di calcio femminile di livello internazionale è stata ascoltata, una vera vittima. Dobbiamo imparare molto senza dimenticare che le false denunce sono un reato.

Pubblichiamo anche l’ultima parte dell’intervista in spagnolo grazie al contributo di Ana Villacampa:

P) La Argentina Femenina sufrió recientemente una contundente derrota ante España. ¿Qué necesita la albiceleste para crecer y el movimiento femenino argentino para competir con las mejores selecciones?

R) Siempre apuesto al profesionalismo, la preparación, las jugadoras que formen parte de un equipo selección deben formar parte también de equipos profesionales de primer nivel. La preparación de quienes estamos al frente de cualquier actividad deportiva es clave, el profesionalismo es lo que marca la diferencia siempre. No se trata de movimientos femeninos se trata de preparación deportiva. Cuando un profesional del deporte logra objetivos, las cuestiones sociales o ideológicas no se les pregunta en las conferencias de prensa porque son movimientos que no buscan el profesionalismo sino la visibilización de la actividad, cuando se trata de metas la pregunta que debemos hacernos es qué hacemos para lograr la meta.

P) ¿Qué equipo nacional te gustaría entrenar? ¿También te estás planteando pasarte al sector masculino?

R) Mi mundo es el futbol femenino, he tenido propuestas de masculino más en este ultimo tiempo luego de lo que vivi, pero sigo apostando al “futfem”.

P) Una dedicatoria a la Selección Argentina que está apunto de comenzar el Mundial de Qatar y a su país para que se abra a una mayor protección de los imputados por denuncias de esta magnitud. ¿La solución puede ser la educación y mostrar el daño que se hace a las personas?

Es un tema que tomó por sorpresa a muchos afectados. Antes de que lo viviéramos no sabíamos que existían. Hoy Andre habla con ex-consuls, postulantes a Nobels en ciencia, deportistas, diplomáticos: cuando miran al lado y ven que están viviendo el mismo crimen pero no lo hablaban por miedo y vergüenza es cuando descubrió que a muchos nos falta aun aprender de cómo encarar este delito. Se necesitan espacios de contención, educación, apoyo y conciencia. Porque el delito de violencia existe, pero también las falsas denuncias, y las verdaderas víctimas no están teniendo la debida atención; porque las falsas denuncias están ocupando funcionarios judiciales antes de ocuparse de las verdaderas víctimas. Avanza tan rápido los movimientos reclamando derechos que la educación se está dejando de lado y es necesaria para nivelar la instrucción, el conocimiento ante la igualdad. Lo mismo pasa con las empresas, asociaciones u organismos, no se sabe cómo enfrentar estos casos y lo primero es excluir sin medir las consecuencias. Es un tiempo en que debemos educar en todos los aspectos para estas nuevas acciones. Sin ir mas lejos, al mismo tiempo que ocurrían las denuncias en mi contra, Analía Hirmbrischner denunciaba con nombre y apellido situaciones laborales; pero mi noticia fue mundial y de ella nadie habló, una profesional del “futfem” de nivel internacional no fue escuchada, una verdadera víctima. Todavía debemos aprender mucho pero sin olvidar que las falsas denuncias son delito.

Grazie a Diego e a sua moglie Andrea Guacci, non smettete mai di lottare per la verità e la giustizia! Un abbraccio dallo Staff di Calcio Femminile Italiano a tutte le vittime di false denunce.