Diego Guacci e Vito José Arena, Partita per la Pace, Roma, 14 novembre 2022
Credit Photo: Diego Guacci

Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’intervista realizzata a Diego Guacci, ex allenatore dell’Argentina under 17 e under 19 che è stato sotto inchiesta FIFA per una denuncia da parte di alcune sue calciatrici e si sta difendendo sotto tutti i punti di vista: morale, giudiziario contando con l’appoggio della propria famiglia. Oggi entriamo all’interno di ciò che è successo grazie al racconto dell’esperto di calcio e formatore Diego Guacci.

D) Assieme a tua moglie Andrea Guacci hai creato l’Osservatorio delle False Denunce. Vuoi raccontarci di cosa si occupa e quali persone ha aiutato?

R) Andrea è la mia compagna di vita, da 15 anni rispetto ai 17 a cui mi dedico all’attività sportiva. Tutto ciò che faccio, lo facciamo assieme. E’ stata la mia giornalista, editor video, compagna di trionfi e infermiera quando una giocatrice aveva bisogno del medico. Quando ho ricevuto la denuncia, ci siamo bloccati, non sapevamo come agire, come raccontarlo. Quando ci fu l’ infame esposizione di Agustina Vidal, mio padre, gli amici, i colleghi si sono resi conto del fatto e qualcosa cambiò. Non sono famoso, ma sì conosciuto. Molte persone iniziarono a contattarmi perché stavano vivendo la stessa situazione. Per questo motivo, non avevamo più permesso che agissero senza ricevere conseguenze e che facessero una manifestazione contro di me. In questo modo si riuscì a far conoscere meglio il caso. Ma quando mia moglie, dopo aver parlato con molte calciatrici e colleghe, decise di non permettere che fossero le uniche voci e crearono la campagna sui social #YoTeCreoDG #YoCreoEnDG [io ti credo Diego Guacci, io credo in Diego Guacci] e pubblicarono alcuni estratti in spagnolo degli atti. Nessuno aveva raccontato che non esistevano prove, che nessuno presentò le prove delle loro dichiarazioni. Non sapevamo se il giorno della manifestazione ci sarebbero state tante persone, ma il sostegno delle capitane e delle calciatrici delle squadre che avevo guidato, mi fece uscire da quest’incubo ed essere più forte giorno dopo giorno. Andrea cercò di creare vincoli politici per tipicizzare il delitto di “false denunce di genere”. Non è stato un cammino facile anche se avevamo tanta empatia. Mi sentivo depresso. Abbiamo perso un bambino in questo processo. Lei vuole fare questo per nostro figlio, per me e per tutti quelli che hanno subito le false denunce di genere. Giorno dopo giorno ho parlato con tante persone e la visibilità di questo crimine è oggi sotto la lente dei media e dei social grazie all’impegno di molte persone che oggi combattono per questo. Prima del giugno 2022 le notizie o i media non parlavano delle false denunce di genere. E’ stato molto difficile che abbiamo vissuto come famiglia ma ci siamo resi conto che se non lo avessimo vissuto, non staremmo parlando di un crimine che è un flagello sociale che colpisce tante persone. www.observatoriodefalsasdenuncias.org

D) Ti piacerebbe tornare ad allenare la Nazionale Argentina?

R) Un gran amico nel calcio e nell’ambito dei media quando si è reso conto di tutto questo, mi ha detto: “Ti conosco da vent’anni, sempre hai lottato e ti sei preparato per la Nazionale, ci sei riuscito, hai vinto una Coppa, per quale motivo vorresti tornare? Un buon allenatore sempre vuole il miglior allenatore per il suo Paese, ma ho qualche dubbio. Sempre cerco di raggiungere i miei sogni e sempre chiedo alle persone che sognino ad occhi aperti.”. Ci sono possibilità che torni all’AFA? Non è una domanda a cui io possa rispondere.

Pubblichiamo anche l’intervista in spagnolo.

D) Junto con su esposa Andrea Guacci creasteis el Observatorio de Falsas Denuncias. ¿Te gustaría contarnos a qué se dedica y a qué personas ha ayudado?

R) Andrea es mi compañera de vida, hace 15 años de mis 17 que me dedico a la actividad, que todo lo que hago o emprendemos es juntos. Fue mi periodista, editora de video, remis, compañera de triunfos e incluso enfermera cuando alguna jugadora tenía necesidad de ver a un medico. Cuando paso esto nos bloqueamos, no sabíamos cómo actuar, cómo contarlo, y cuando pasó lo de la infame exposición de Agustina Vidal, mi padre, amigos, colegas se enteraron del asunto y fue cuando algo cambió. No soy famoso pero sí conocido. Muchas personas empezaron a contactarnos porque estaban viviendo lo mismo. Para ese entonces ya habíamos dejado que de manera impune actuaran e hicieran una manifestación en mi contra, lo que permitió que se conociera más mi caso, pero es cuando mi esposa, luego de hablar con muchas de mis jugadoras y colegas decidió no permitir que sean la única voz y armaron una campaña en redes #YoTeCreoDG #YoCreoEnDG y publicaron los extractos en español de lo que nadie había contado pero que estaba en la resolución, que nunca existieron pruebas, que de lo que declararon nunca lo presentaron. Si ese día en la marcha iban a haber más personas no lo sabemos, pero que las capitanas y colegas de los equipos que lideré salieran a apoyarme fue lo que me hizo salir de esa pesadilla y estar cada día más fuerte.
Andrea se involucró de manera muy comprometida en generar vínculos políticos con el objetivo de tipificar el delito de falsas denuncias de género. No fue una etapa fácil por más empatía que generábamos yo me sentía abatido. Perdimos un embarazo en este proceso. Ella quiere hacer esto por nuestro hijo, por mí y por todos aquellos afectados por las falsas denuncias de género. Día a día recibe muchos casos y la visibilización de este delito está hoy en medios y redes gracias al compromiso de muchas personas que hoy la siguen y acompañan. Antes de Junio de 2022 las noticias o medios no hablaban de falsas denuncias de género. Fue muy difícil este proceso que vivimos como familia pero también nos dimos cuenta que si no lo vivíamos, nunca estaríamos hablando de este delito que hoy es un flagelo social que afecta a tantas personas.
www.observatoriodefalsasdenuncias.org

D) ¿Te gustaría volver a entrenar a la selección argentina?

R) Un gran amigo del deporte y de los medios, cuando se entero de todo esto, me dijo, “Hace 20 años ya te conozco, siempre luchaste y te preparaste para la selección, lo lograste, conseguiste una copa, ¿querés volver por mas? Un buen entrenador siempre quiere ser el mejor entrenador en su país, todavía tengo eso pendiente. Siempre voy en busca de mis sueños y siempre pido a los demás que sueñen despiertos.” ¿Hay posibilidades de volver a la AFA? No es algo que pueda responder yo.

Special thanks to Diego Guacci, Ana Villacampa, Vito José Arena.