Sofie Junge Pedersen in un’intervista esclusiva a Sky Sport ha dichiarato il suo impegno verso la sensibilizzazione al cambiamento climatico.

Negli ultimi 5 anni, Sofie ha meticolosamente calcolato l’emissione di carbon fossile per tutte le volte che e’ stata costretta a volare, cercando sempre alternative all’utilizzo di aeroplani. E’ stato tramite conversazioni con compagne di club che Pedersen ha deciso di condividere l’iniziativa con altre giocatrici: due presentazioni alla Juventus e alla Nazionale Danese hanno reso possibile la piu’ grande mobilizzazione sul cambiamento climatico a livello calcistico.

Infatti, alla vigilia della Coppa del Mondo, altre 43 giocatrici di altre Nazioni partecipanti alla competizione, hanno deciso di mettere in azione quello che per loro e’ un atto di sensibilizzazione al cambiamento climatico e donare una somma dei loro guadagni a diverse iniziative relative all’impatto del cambiamento climatico e alla riduzione dell’utilizzo del carbon fossile.

Le 44 giocatrici capitanate da Sofie Junge Pedersen sono consapevoli che questa e’ una soluzione a breve termine ma sperano che queste azioni siano un pretesto per creare un cambiamento significativo sul lungo termine. Tra le sostenitrici di alto profilo abbiamo Elena Linari che ha dichiarato: “Il fatto che questa sia un’iniziativa partita totalmente da una giocatrice e’ motivante. Come tutte le giocatrici, io sono concentrata a fare del mio meglio nella Coppa del Mondo, ma voglio anche condividere il fatto che il calcio ha un impatto sul pianeta e, cosa piu’ importante, che occorre fare qualcosa di concreto per arginare questo impatto: anche un piccolo gesto puo’ essere importante e assieme possiamo cambiare il Mondo”.

Pedersen ha volute chiarire a Sky Sports che nonostante sia consapevole del fatto che il gruppo delle atlete coinvolte e se stessa non siano perfette nel loro comportamento nel limitare l’impatto climatico: “Non penso che nessuno che vive nella nostra parte del mondo possa parlare di cambiamento climatico e transizione verde ma dobbiamo celebrare tutte le azioni atte a promuovere cambiamenti positivi per il clima. Questo e’ quello che possiamo fare ed e’ importante: vogliamo scuotere le coscienze della gente e motivarle al cambiamento.”

Sky Sport sottolinea come questo sia un esempio positivo di attivismo verso la presa di coscienza del problema relativo al cambiamento climatico.

Oltre al calcolo delle emission dei voli che ha preso, Sofie Junge Pedersen ha da tempo fatto donazioni ad organizzazioni che si occupano del riboscamento e dell’installazione di pannelli solari in Paesi piu’ vulnerabili. Sofie non mangia latticini, compra vestiti di seconda mano ed investe in imprese che si occupano di sostenibilita’.

Le Olimpiadi a Parigi l’anno prossimo e la Coppa del Mondo maschile in Nord America nel 2026 sembrano essere gli eventi con piu’ emissione di carbon fossile nella storia sportiva e la speranza e’ che le azioni di quest’estate portino ad azioni e impegni pro-clima maggiori in futuro: “La cosa piu’ importante e’ continuare a portare avanti la transizione all’energia verde per mitigare il cambiamento climatico, ma quando le nazioni fanno le proposte per eventi sportivi, queste proposte dovrebbero essere il piu’ sostenibili possibile. Questo e’ il messaggio che spero arrivi con queste iniziative”.

L’iniziativa delle 44 giocatrici si basa su una metodologia scientifica e rigorsa di calcolo dell’impatto ambientale dei voli delle calciatrici per/dalla Coppa del Mondo, prendendo in considerazione la portata di carbone di ogni volo.

Uno degli obiettivi chiave oggetto di questa campagna e’ di provare a scuotere le coscienze delle Federazioni e fare in modo che la limitata emissione di carburi sia parte del processo di concorso per i bandi di assegnazione delle future competizioni.

Anche in questa Coppa del Mondo come in altre competizioni di calcio femminile, quello che accade fuori dal campo ha lo stesso impatto del risultato in campo e unisce rivali e le accomuna per una grande causa.

Natascia Bernardi
Appassionata di calcio femminile dagli anni 90, prima portiere, poi arbitro ed ora allenatrice con il patentino di UEFA B in via di lavorazione. È attualmente Academy Manager per la realtà femminile giovanile della Kinetic Foundation ed Head Coach per QPR U12 Girls. Ambasciatrice per Kick It Out - l'associazione inglese contro ogni forma di discriminazione, se non su un campo da calcio o sugli spalti di uno stadio, la si può incontrare in qualche caffè indipendente intenta a leggere una biografia calcistica o un libro di narrativa italiana. Adora ascoltare BBC radio 2 o musica anni 80 quando guida anche se preferisce podcast calcistici in autostrada. Ha vissuto un po' ovunque ma ora è di base a Londra.