L’Italia si presenta alla sfida in cerca dei tre punti che garantirebbero l’accesso al Mondiale 2019 in Francia. Dopo sei vittorie su altrettante partite ora le Azzurre devono superare l’ultimo scoglio chiamato Portogallo. Dopo vent’anni dall’ultima apparizione nella fase finale del torneo, la Nazionale guidata da Milena Bertolini potrebbe di nuovo tornare a scontrarsi con le big del calcio femminile di tutto il mondo con la speranza di arrivare fino in fondo.

Nella formazione italiana è molto forte la presenza di giocatrici della Juventus e del Brescia. L’Italia si presenta con lo stesso modulo con cui ha battuto il Belgio nell’ultima partita del girone. L’impianto tattico si basa su un 4-3-3 ibrido che può trasformarsi in un 4-4-2. Fondamentale sarà il ruolo della Bonansea chiamata al doppio compito di punta esterna in fase di attacco e quarta di centrocampo, ad aiutare la Bartoli, quando le azzurre saranno costrette a difendersi.
Il Portogallo cerca di sfruttare la maggiore fisicità delle proprie giocatrici e la profondità offerta dall’attaccante dell’Atalanza Mozzanica Carolina Mendes. Altra giocatrice importante è la Neto che milita nel Wolfsburg appena sconfitto nella finale di Champions League dal Lione.

L’ASFISIANTE PRESSIONE ITALIANA
Sin dalle prime fasi della partita l’Italia cerca di prendere alto il Portogallo e non farlo uscire dalla propria metà campo. Le due attaccanti azzurre Girelli e Sabatino pressano i difensori centrali lusitane, obbligando il portiere al rilancio lungo. La difesa italiana resta molto alta, facendo rimanere la squadra compatta e stretta. In particolare Sara Gama accorciava in avanti e recuperava la palla in zone vantaggiose per l’Italia.
Le fasce laterali sono state la zona di campo preferite dalle giocatrici italiane che sviluppavano agevolmente il gioco da dietro per poi fare densità con mezz’ali e attaccanti creando superiorità numerica. I terzini e in particolare la Guagni hanno dominato le corsie sfornando cross che venivano sfruttati dai due riferimenti offensivi italiani. Gli esterni offrivano ampiezza alla manovra, ma allo stesso tempo si buttavano palla al piede nel mezzo del campo. I due gol delle azzurre arrivano proprio da due calci d’angoli guadagnati grazie a dei traversoni deviati. In entrambi i casi la retroguardia portoghese marca a zona lasciando libere, nella prima occasione la Girelli e nella seconda la Salvai libera di segnare con un tap-in.

LA STERILITÀ DEL PORTOGALLO
La formazione portoghese non è mai stata in grado di innescare le due centravanti, affidandosi per gran parte del match a lanchi lunghi su cui però le italiane potevano fiondarsi pe rubare il pallone. Paradossalmente il 2-0 ha dato un po’ di fiducia al Portogallo che ha iniziato a fraseggiare, con la Norton a fare da collante tra centrocampo e attacco, senza però portare pericoli evidenti. Le attaccanti portoghesi sono rimaste troppo piatte e statiche non dando mai una linea di passaggio per cercare la conclusione. L’Italia a questo punto della partita decide di abbassare il baricentro e controllare il possesso palla, per poi sfruttare le ripartenze.

IL COPIONE NON CAMBIA
Nel secondo tempo la storia non si stravolge. La squadra portoghese continua a effettuare una circolazione del pallone sterile, con passaggi corti e orizzontali senza che nessuno attacchi la difesa italiana. L’ingresso del gioiello Jessica Silva e il passaggio al 4 2 3 1 non porta nessun vantaggio. Anzi la fase offensiva diventa più confusionaria e le giocatrici portoghesi invece che cercare di sviluppare l’azione in modo corale, preferiscono affidarsi a iniziative personali senza aspettare eventuali inserimenti di terzini e mezz’ali. Lo spazio tra i reparti dei lusitani è stato sempre molto ampio e ciò non ha permesso di creare gioco in modo ordinato nè in fase d’impostazione da dietro, nè in fase di attacco dalla zona mediana del campo in sù.
L’Italia ha continuato a muovere palla da sinistra a destra forte dei due gol di vantaggio. Una volta arrivate sulla trequarti, le azzurre cercavano rapidi 1-2 oppure passaggi per il terzo uomo che andava ad attaccare alle spalle il Portogallo.
L’ultimo gol italiano arriva su una palla recuperata al limite dell’area, a dimostrazione che anche negli ultimi minuti le ragazze azzurre sono state concentrate e pronte ad aggredire l’avversario.

CONCLUSIONE
Il risultato poteva essere addirittura più rotondo per le azzurre che nel corso del secondo tempo hanno anche colpito due legni con la Bonansea e la Girelli. L’Italia ha dominato la partita sotto ogni punto di vista. Sia sul piano fisico che su quello tattico le giocatrici della Bertolini sono riuscite a controllare i ritmi di gioco, attaccando quando era necessario ma anche difendendo in modo compatto quando la partita lo richiedeva.

LE GIOCATRICI CHIAVE
Barbara Bonansea: la giocatrice della Juventus giocava a piedi invertito sulla fascia sinistra convergendo verso il centro e creando scompiglio nella retroguardia avversaria.
Manuela Giugliano: l’intelligenza tattica si incarna nel mediano del Brescia. Chiude ogni linea di passaggio ed è sempre pronta a raddoppiare chi è in possesso del pallone

1 commento

  1. Forza Azzurre!!!! Nel femminile andiamo ai Mondiali e ci arriveremo con una bella squadra e con valide possibilità di giocarci ogni partita! Bella analisi, attenta e interessante dell’incontro che ha sancito la qualificazione mondiale!

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