Il 19 agosto, alle ore 22:30 italiane al Maracanã – Estádio Jornalista Mário Filho di Rio De Janeiro, andrà in scena l’ultimo atto del torneo olimpico di calcio femminile che vedrà sfidarsi per la medaglia d’oro la Germania e la Svezia e se la qualificazione alla finale delle tedesche era auspicabile, per le grandi campionesse presenti in squadra, quanto fatto dalle svedesi è a dir poco incredibile.
La compagine allenata da Pia Sundhage, qualificatasi all’ultimo per i Giochi Olimpici grazie al torneo pre-olimpico annoverante Olanda, Norvegia e Svizzera, è stata protagonista di una rassegna in crescendo. Dopo le difficoltà del girone di qualificazione, con la pesante sconfitta contro il Brasile per 5-1, le nordiche hanno dovuto sfidare nei quarti di finale nientepopodimeno che gli Usa, campioni olimpici e mondiali in carica. Un match che sembrava scontato e nettamente appannaggio della squadra di Jill Ellis. Invece, grazie ad una tattica accorta, le calciatrici della Sundhage sono riuscite nell’impresa di pareggiare 1-1 nei minuti regolamentari, portando le fuoriclasse statunitensi ai rigori, trionfando. Un esito che si è ripetuto anche nella semifinale, dal sapor di rivincita, contro le carioca padrone di casa. Incontro dominato o quasi dalla Seleçao che ha trovato però nell’organizzazione difensiva della Svezia un muro invalicabile. L’epilogo scontato ai tiri dal dischetto ha premiato nuovamente le scandinave ed ora è tempo di sfida suprema alla Germania.
Le tedesche nelle vittorie contro Cina e Canada hanno messo in mostra pragmatismo e concretezza, sfruttando con grande sagacia tattica le occasioni costruite nel corso dei match ed avendo un grandioso apporto realizzativo da Melania Behringer, giunta a quota 5 segnature nel torneo. Al di là però delle individualità, ciò che colpisce della squadra di Silvia Neid è l’eccellente coesione. Nell’ultimo incontro contro le canadesi ci sono stati momenti di grande sofferenza nei quali il panzer teutonico ha saputo resistere, colpendo le avversarie in contropiede, grazie alle qualità tecniche di giocatrici del calibro di Sara Daebritz. Germania che, dopo non aver brillato particolarmente nel girone F giungendo alle spalle proprio delle nordamericane, ha trovato nei match ad eliminazione diretta quella spinta emotiva per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso: la conquista dell’oro olimpico mancante. Sono infatti tre i bronzi che la selezione teutonica ha conquistato nella propria storia e pertanto questa potrebbe essere l’occasione giusta.
Ci attende però una finale aperta ad ogni risultato perchè, pur considerando le germaniche favorite, le svedesi hanno già dimostrato nel corso di questa rassegna di saper ribaltare il pronostico, battendo Usa e Brasile.