Nella prima semifinale del torneo olimpico di calcio femminile, disputata nel mitico Stadio Maracanã, successo incredibile della Svezia contro il Brasile ai calci di rigore per 4-3 che grazie a questa vittoria conquista la finale per l’oro in attesa di sapere chi tra Germania e Canada sarà l’avversaria per la medaglia d’oro olimpica. Continua invece la maledizione del Seleçao che neanche nei Giochi di casa potrà fregiarsi del titolo a Cinque Cerchi, giocandosi invece le proprie chance per il bronzo.

PRIMO TEMPO – Come da previsione, sono le verdeoro ad avere il pallino del gioco in mano cercando di trovare il pertugio giusto tra le maglie strette della difesa scandinava. Con Formiga a dettare i ritmi del gioco, la manovra delle brasiliane va a fiammate, animate più dalle iniziative personali di Marta e Beatriz che da una coralità d’azione. Si dà una gran da fare il fantasista del Rosengard che, dalla destra, cerca sempre o la conclusione o un assist per le compagne. La nazionale di Vadao fa incetta di corner (ben 6) senza però trovare la via della rete e rischiando in talune occasioni i contropiedi delle svedesi. La tattica molto accorta di Pia Sundhage vuol proprio sfruttare questo: aspettare il Brasile e poi colpire le carioca in ripartenza. Un piano strategico che riesce in parte dal momento che, al di là di una chance capitata sui piedi del capitano Lotta Schelin, servita da un lungo lancio di Nilla Fischer,  le nordiche creano davvero pochi problemi alla retroguardia brasiliana. Le padrone di casa, infatti, sono molto abili nel recuperare il pallone in mezzo al campo, asfissiando il centrocampo avversario. Una pressione che, però, nei primi 45′ si rivela decisamente sterile e sul punteggio di 0-0 termina il primo tempo.

SECONDO TEMPO – Nella ripresa, dopo un inizio griffato Brasile, per le conclusioni di Beatriz, la Svezia alza il proprio baricentro, approfittando di un Brasile meno intenso. Un atteggiamento che porta a due chance importanti per squadra della Sundhage che, prima con Stina Blackstenius e poi sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Kosavare Asillani, sfiora il goal. Compagini sempre più allungate con l’andare avanti dei minuti ed è Marta a salire in cattedra. Le percussioni della n.10 del Brasile sono una fonte di gioco inesauribile per le verdeoro, costringendo spesso le svedesi a fermarla con le maniere forti. Gli ingressi in campo di Andressa e Sofia Jakobsson danno un po’ di imprevedibilità ad entrambi i team senza però la dovuta concretezza. Gli ultimi 10 minuti sono un assedio delle padrone di casa che però non sortisce effetti. Si va dunque ai tempi supplementari.

TEMPI SUPPLEMENTARI – I 30′ minuti dell’extra-time vedono entrambe le contendenti vicine al goal. La prima ad avere la chance è la Svezia con Schellin che di testa sfiora il palo alla destra di Barbara mentre Marta, proprio negli ultimi secondi, ha sul suo sinistro un’occasione d’oro non trovando però il tempo giusto di impatto sul pallone dopo una respinta sbagliata del portiere scandinavo. Si decide tutto ai calci di rigore.

RIGORI – Nella roulette dei tiri dal dischetto ancora una volta è la Svezia a trionfare, dopo il sorprendente successo con gli Stati Uniti nei quarti di finale. Dopo i due errori di Cristiane ed Asllani, costa caro al Brasile l’errore di Andressa che consegna le chiavi dell’incontro e la qualificazione alla finale alle scandinave, a segno con Lisa Dahlkvist nell’ultimo rigore decisivo.