È un’altra giornata di Serie B Femminile, si gioca Chievo-Ravenna, sei retrocessa da due settimane al termine di una stagione da dimenticare, in cui non hai ancora vinto una partita. I tuoi tre punti derivano da tre pareggi. Sei stanca, la motivazione vacilla, ti fai mille domande tra presente, passato e futuro.

Però intanto ti alzi, ti vedi con le compagne, fate colazione insieme, partite per il campo Clivense. Parlate, scherzate con l’animo pesante, sciogliete un po’ di tensione. È un altro impegno duro: il Chievo è sesto, ha una squadra molto giovane ma con personalità, gioca un bel calcio, non dà riferimenti, vuole chiudere al massimo la stagione e davanti alle rivali.

I pensieri si affollano, forse anche un po’ di timore che blocca le gambe. Vi riscaldate, ma oggi avete un altro sguardo, avete un’altra motivazione. Perché la vita quest’anno vi ha già prese a schiaffi abbastanza. La stagione è stata pessima, e le poche soddisfazioni non compensano le delusioni. Infatti, le retrocessione non è quasi mai stata messa in discussione.

Però ne avete abbastanza, e nonostante un verdetto già scritto, voi non volete mollare. Non potete mollare. Dovete lottare sempre, perché voi possiate avere un futuro in un’altra squadra, questo è l’obiettivo che lo staff tecnico vi ha indicato. E voi ci credete ciecamente, anche perché se ancora avete voglia di svegliarvi al mattino per andare ad allenarvi, lo dovete alla passione smisurata che avete per questo sport.

Perché quando non ci sono più obiettivi, quando tutto è svanito e il futuro è incerto e nuvoloso, se ancora ti alzi al mattino perché hai un obiettivo di vita, hai qualcosa che ti faccia alzare, allora vale veramente la pena di faticare, combattere, vivere.

L’arbitro fa la chiama. C’è un clima positivo, oggi lotterete l’una per l’altra. Contro il Chievo, contro tutto, per voi e le vostre compagne, per il futuro e il finale di stagione. Scendete in campo, agguerrite, affamate, cariche, pronte, sicure. Giocate a vostro modo, difesa e contropiede, perché sono le uniche armi a vostra disposizione in questo momento. E gli episodi, per una volta, girano. Prendete un rigore, segnate, chiudete in vantaggio il primo tempo. Siete sorprese sì, non ve lo aspettavate, ma quando il piglio è giusto il campo ripaga sempre.

Tornate campo, continuate a lottare, perché siete veramente convinte che sia la vostra giornata di gloria. Il destino però è cinico e beffardo, l’avversario pareggia. A confronto di certi schiaffoni, questa è una pacca sulla spalla. Data comunque da Cannavacciuolo. Però è una pacca, non vi fa nemmeno barcollare. Vi rimettete sotto, vi impegnate, sputate sangue. E alla fine, prendete un punto, il quarto stagionale, che non salva l’annata, ma vi fa tornare a casa con il sorriso e il buon umore, per una volta.

E ora, un’altra settimana, e un’altra partita. Un’altra giornata di “sangue, fatica, lacrime e sudore”, un giorno “di spade, un giorno rosso”. Ma ora avete un altro motivo per lottare ancora. Di giornate così ce ne sono ancora quattro, ce ne saranno altre. Ma insieme, o in solitudine, si può Sempre uscirne. Perché avete carattere, perché lo meritate.

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