Nella terza edizione della nuova Super League belga risalta il primato dell’Anderlecht, che ormai ha blindato di fatto il primato nel girone di regular season dall’alto dei sedici punti di vantaggio rispetto alla coppia delle inseguitrici formata da Ladies Genk e Gent.

Prima di fare un resoconto della situazione, però, è doveroso spiegare il funzionamento del campionato femminile belga, che negli ultimi anni ha vissuto una serie di cambiamenti importanti. La nuova vita della Super League è cominciata nel 2015, quando è giunto al termine il progetto di collaborazione tra la federazione fiamminga e quella olandese, le quali negli anni precedenti avevano organizzato di comune accordo la BeNe League, competizione progettata per innalzare la qualità e la competitività delle due federazioni. Decaduta l’idea, a causa del mancato accordo economico tra i club olandesi e la propria federazione, dalla stagione 2015-16 è stata ripristinata la massima serie belga con otto squadre ai nastri di partenza.
Numero che con il passare del tempo è andato diminuendo, a causa della scomparsa del Lierse e della rinuncia del DVC Eva’s Tirlemont. Per questa stagione si è deciso di disputare comunque il campionato, nonostante le sole sei compagini presenti, con la formula dei 20 incroci per la regular season, a cui seguiranno poi i playoff titolati tra le prime quattro classificate e i playout per la retrocessione tra le ultime due.

ANDERLECHT CORAZZATA,
VIAGGIO VERSO UN TITOLO CHE MANCA DA VENTI ANNI
Per il momento tra tutti svetta la supremazia dell’Anderlecht, che ha costruito un ottimo organico con l’obiettivo di mettere fine alla striscia di vittorie consecutive dello Standard Liegi (attualmente detentore del titolo). Un dominio accompagnato da grandi numeri: 43 punti raccolti in 16 partite e una serie aperta di dieci successi consecutivi. Al momento sono state solo due le squadre in grado di frenare la corsa delle Dames: la prima è stato lo Standard, capace di bloccare sul 2-2 le avversarie, mentre alle Genk Ladies è spettato l’onore di sconfiggere la capolista (2-1 tra le mura amiche). Contro quest’ultime, però, la rivincita è arrivata nel weekend, dove l’Anderlecht ha vinto per 1-2 grazie alle reti della De Caigny e della Onzia.
La missione, sfumata la coppa con l’eliminazione ai quarti di finale per mano del Genk, è quella di vincere il campionato, riportando così un trofeo che manca nella bacheca del club fiammingo da circa vent’anni. Una delle colonne portanti su cui si basa questo progetto è l’esperta centravanti Aline Zeler, tornata al Paarswit, dopo la precedente avventura tra il 2006 e il 2009. Nel frattempo l’attaccante, pilastro anche della nazionale belga, ha avuto la possibilità di maturare ulteriore esperienza, soprattutto con lo Standard Liegi dominatore tra Belgio e Olanda. Inoltre a supporto ci sono anche diverse pedine della nazionale belga che hanno partecipato anche all’ultimo europeo, come la De Caigny (difensore classe ’97), la Van Gorp o la De Neve. Per il momento nella regular season le potenzialità di questa squadra si sono già intraviste, adesso però sarà fondamentale confermarsi nei playoff, in sfide da dentro-fuori, dove sbagliare non sarà concesso.

LES NOUVELLE ROUGES DELLO STANDARD: NUOVE LEVE, STESSI SUCCESSI?
L’altra squadra uscita vittoriosa dal weekend, è stata lo Standard Liegi, che con un roboante 7-0 ha risolto la pratica Heist. Decisive la Wullaert, autrice di una tripletta, e la Wiard, che ha gonfiato la rete per ben due volte. A chiudere il cerchio ci hanno pensato la Cranshoff e un autorete della Maes. Successo importante per la selezione biancorossa che fa un piccolo passo avanti per il quarto posto (ultimo disponibile per la zona playoff) guadagnando tre punti sull’OH Leuven (adesso in zona playout). Per “Les Rouges” questa è un’annata di transizione, infatti, dopo tre anni di successi con una BeNe League e due Super League consecutive, hanno ringiovanito di parecchio la rosa; basti pensare che l’età media è di circa venti anni.
Non a caso le due veterane sono il capitano Marinucci (classe 1993) e la centrocampista Charlotte Cranshoff (classe 1990). Per il resto gruppo formato da tante giovani promesse partendo dalla goleador Wullaert (1996) sino al giovanissimo trio classe 2001 formato da Lisa Verhoeven, l’omonima Petry e Karlijn Knapen. Un progetto ambizioso: continuare ad imporsi ma sfruttando la voglia di affermarsi delle giovani promesse. Non a caso in Belgio, lo Standard è uno dei principali punti di formazione del calcio femminile nazionale.
A prova di ciò va sottolineato che, nella rosa della selezione belga presente all’ultimo europeo (prima presenza assoluta), ben otto giocatrici sono passate dal centro di Liegi. Julie Briesmans, Aline Zeler, Davine Philtjens, Maud Coutellers, Tessa Wullaert, Sara Yuceil, Imke Courtois e Davinia Vanmachelen. In più menzione d’onore anche per Lieke Martens, la quale ha vestito la maglia biancorossa nella stagione 2011-12. L’obiettivo ad inizio anno era quello di centrare i playoff, missione alla portata, ovviamente OH Leuven permettendo. La domanda comunque rimane la stessa: riuscirà lo Standard a confermarsi per la terza volta campione belga?

Piccola postilla: nel progetto Standard c’è anche un po’ di Italia, infatti il Direttore Tecnico della accademia fiamminga è la nostra Feriana “Fery” Ferraguzzi. Una colonna portante del nostro calcio, nonché autrice del primo gol tricolore in una edizione della Coppa del Mondo a livello femminile (Taipei-Italia 0-5, Cina 1991) e grande protagonista nell’Europeo 1993, terminato con una cocente sconfitta in finale contro la Norvegia ma dove lei venne premiata come miglior giocatrice del torneo.


16° GIORNATA
Genk Ladies-Anderlecht 1-2 (Leysen – De Caigny, Onzia)
Heist-Standard Liegi 0-7 (3 Wullaert, 2 Wiard, Cranshoff, aut.Maes)

NOTA
Anderlecht già qualificato matematicamente ai playoff con il primo posto in classifica.

 

Marco Pantaleo
Classe ’94. Grande appassionato del calcio femminile, si occupa principalmente del settore internazionale. Dalle competizioni UEFA a quelle FIFA, passando per Algarve e Cyprus Cup. Dovunque rotola un pallone, c’è sempre una storia affascinante da raccontare. Aspirante giornalista, il sogno del cassetto è quello di diventare un telecronista, per poter accompagnare le grandi imprese (calcistiche e non) con la mia voce.