12 settembre 2018, esordio della Juventus Women in UWCL: un pareggio in casa contro un modesto Brondby compromette il passaggio delle juventine. 9 dicembre 2020: la Juventus Women va a due minuti dal pareggio contro il Lione dopo un match passato a larghi tratti in vantaggio. Questa panoramica solo per inquadrare l’incredibile salto in avanti fatto dalla bianconere in Europa. Un percorso strabiliante che l’hanno portate a confrontarsi allo stesso livello delle corazzate mondiali. Tanto cuore e sacrificio che sono stati ripagati con una giornata storica per tutto il movimento e che difficilmente verrà dimenticata.

Nel primo tempo c’è tutta la Juventus. Corrono dappertutto, giocano sempre a viso aperto e sfidano il Lione senza intimorirsi. Per il primo quarto d’ora, tutto il reparto difensivo della Guarino si dimostra attento e preciso concedendo pochi spazi al fulcro offensivo Maroszan. Difficoltà anche in difesa, franchigia che si perde Lina Hurtig in occasione della prima rete. Assist sfornato da Barbara Bonansea, protagonista di un intervento dubbio sulla linea dell’area. L’arbitro concede il penalty e Renard lo capitalizza perfettamente. Non si demoralizzano le piemontesi che pressano molto ed alto mettendo pressione alla retroguardia francese ed innescando break pericolosi. Dopo un incredibile salvataggio di Bouhaddi, si riporta avanti la Juventus con l’autogoal di Buchanan, confusionaria per tutta la partita. Alti i ritmi della Vecchia Signora con le Leonesse che insolitamente provano ad abbassarli.

Cambia la sinfonia nella ripresa con le ragazze d’Oltralpe che, grazie ai cambi, crescono molto. Fondamentali gli ingressi di Henry e Malard, al posto di una Parris sottotono. Proprio la francese insacca il pallone della parità individuando nella Juventus una delle sue vittime preferite dopo la rete in amichevole. Non si abbassa la Madama che dà prova delle sue grande capacità con un palleggio lucido e tanta personalità grintosa. Nelle battute finali, tutte danno tutto con le attaccanti che forniscono un grande apporto anche dietro. Il Lione porta a casa la sfida solo per le sue individualità oggettivamente più forti ed alcune delle più attrezzate al mondo. Kumagai la mette dentro, ma è una sconfitta che non mina affatto la grande prestazione delle juventine.

Tirando le somme, bisogna ripartire ed andare a Lione con questa prestazione e con la stessa indole che ha messo paura alla squadra più forte del mondo (probabilmente). Prove superlative di tutte le giocatrici, ma in particolare stupisce Arianna Caruso che in poco tempo è diventata il perno del gioco bianconero. La Juventus ne esce matura e consapevole del fatto di potersela giocare con le altre big europee. Aspetto fondamentale per attrarre anche top player straniere che potrebbero andare ad arricchire il nostro movimento.  Il gap si è assottigliato, ora in Francia l’impresa non appare così impossibile.