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Durante la consueta Riunione Tecnica, la Sezione di Novara ha avuto l’onore di avere come ospite il Componente del Comitato Nazionale dell’AIA Katia Senesi, andando così ad aumentare il numero di importanti ed eminenti personalità del mondo arbitrale che quest’anno hanno visitato la sede.

Durante la riunione, resa molto interessante grazie al coinvolgimento continuo della platea, si sono toccate numerose tematiche che riguardano la vita tecnica e associativa di un arbitro, ma non solo.

Katia Senesi ha infatti posto al centro del suo intervento la figura dell’arbitro e, in particolare, la sua percezione da parte di chi segue e gioca a calcio, ma non è direttamente un addetto ai lavori, ad esempio un giornalista o un tifoso.

“E sapete perché l’arbitro è al centro dell’attenzione mediatica? – ha chiesto la Senesi con tono incalzante -perché prende delle decisioni. L’arbitro con un fischio ha il potere di decidere se il pallone è o non è in gioco, e, di conseguenza, cambiare le sorti di una partita di calcio. L’arbitro è una figura scomoda, ma essenziale, perché super partes e garante del rispetto del Regolamento”.

“Arbitro e non arbitra”, ha poi sottolineato l’ospite rivolgendosi ad alcune associate che attentamente stavano seguendo il discorso: “Quella “O” ce la siamo guadagnate, perché essere donne ed essere arbitri è qualcosa che non c’entra con la parità di genere o le quote rosa, anzi, è proprio qualcosa che, grazie ad una serie di caratteristiche caratteriali, se rapportate con quelle dell’uomo, rendono questo sport tagliato per le donne. Certo, sotto l’aspetto atletico è presente un leggero svantaggio, ma questo non significa che automaticamente bisogna rassegnarsi, anzi. Partire consapevoli delle proprie capacità è fondamentale”.

Il movimento arbitrale femminile guidato dalla stessa Katia Senesi ha dimostrato che, grazie anche ai cambiamenti che pian piano stanno avvenendo nella mentalità comune, la Serie A non è preclusa a nessuno e che il futuro sarà un po’ più rosa e un po’ più meritocratico. Ovviamente, lavoro duro, dedizione e passione sono al primo posto delle tante caratteristiche che un arbitro deve possedere, ma queste non riguardano assolutamente il fatto di essere maschi o femmine.

Il Presidente Andrea Riccardi ha apprezzato molto l’intervento dell’ospite, un essenziale momento di crescita collettiva e di sprono per chi si è approcciato da poco a questo mondo, ma soprattutto una serata per capire come partire sin dalla prossima partita con nuove motivazioni e nuovi obiettivi da raggiungere.