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I microfoni di Calcio Femminile Italiano hanno raggiunto Alessandra Spagnolo, neo acquisto della Spal Cordovado, squadra che milita nel campionato di Eccellenza del Girone B del Veneto.

Riavvolgiamo il nastro, come nasce la tua passione per il calcio?
“Sono nata in una famiglia numerosa. Insieme a mia sorella gemella Nicol, siamo le più piccole di 5 figli. Mio fratello, di due anni più grande, quando ha iniziato a praticare sport, come la maggior parte dei bambini, ha scelto il calcio. Tutta la famiglia è appassionata di calcio e tre sono le squadre tifate in casa mia: Juve, Milan e Inter. Quindi la mia passione per questo sport, è innata. Mi era permesso, però, solo esserne tifosa e non praticante, perché nonostante mio fratello giocasse, noi, parlo al plurale perché la stessa passione ha travolto anche mia sorella Nicol, non esistevano squadre femminili nei dintorni e con i maschi non volevano farci giocare. Si conosceva la presenza di una squadra femminile, la Reggiana, ma la distanza da casa era troppa”.

Quali sono stati i tuoi primi passi poi?
“Fino all’età di 14 anni, andavamo in giro con il pallone tra i piedi nei campetti della chiesa, sui marciapiedi e nelle piazzette del paese a giocare con gli altri ragazzini.
Ogni occasione era buona per giocare.
Addirittura, quando uscivamo la sera, nonostante gli abiti più eleganti, se vedevamo un pallone, ci mettevamo a palleggiare o a tirare. A 14 anni troviamo la prima squadra femminile , di calcio a 5 dove ho giocato per 3 anni, l’ultimo in concomitanza con il calcio a 11. Gli allenamenti erano alle 20.00 ad una distanza di 15 km da dove abitavamo, perché la maggior parte erano ragazze che lavoravano e gli orari degli allenamenti erano tardi.
In un torneo estivo troviamo I Crociati Noceto, ad oggi Parma Calcio 1913, che ci ingaggiarono e da lì iniziò il nostro percorso nel calcio femminile. Dopo 6 mesi, lasciai la squadra. Andai ai Crociati Parma dove avevo la possibilità di giocare, per poi tornare ai Crociati Noceto e subisco un grave infortunio rompendomi il crociato anteriore”.

Poi hai smesso per un breve periodo giusto?
“Si, smetto per un paio di anni dove mi concentro solo nel lavoro, poi trovo il San Bonifacio, ad oggi Cittadella Women, serie B, dove, da non protagonista, vinco un campionato, perdendo ai play off la promozione in serie A. L’anno successivo ci fu il cambio di società, ma l’impegno era troppo grande per me e decido di scendere di categoria ed avvicinarmi a casa. Vado al Venezia Women, ma, anche in questo caso l’impegno era troppo grande.
Decido di fare un anno di calcio a 5 a Treviso, per poi passare al Carbonera, squadra neo nata.”

Come nasce la Spal Cordovado?
“Nel 2020, la pandemia ha rivoluzionato tutti i piani delle società calcistiche. Proprio in questo anno, nasce la Spal Cordovado. Avevo deciso, per motivi personali, di venire in queste zone, e proprio qui nasceva la Spal, acquisendo La Rosa del Prata calcio Femminile ed arricchendola con diversi innesti. Tra cui la sottoscritta. Gioco con loro ufficialmente da agosto. Ho trovato un gruppo molto unito ed equilibrato sia calcisticamente parlando, che caratterialmente. Si pensa al bene della squadra e tutte danno il loro massimo sempre.
Non esistono titolari indiscusse, forse  una. Abbiamo una panchina lunga.
Per questo il mister si diverte tantissimo, secondo me, a fare la formazione per la domenica, ma non vorrei trovarmi al suo posto, perché deve essere difficile scegliere.
Puntiamo sicuramente a stare tra i primi due posti. Pensiamo di potercelo meritare, ma nulla è così scontato. Ci alleniamo ad alta intensità, e si vede con i risultati nel fine settimana. Tutte le giocatrici vanno a segno e tutte sappiamo quello che dobbiamo fare”.

Campionato iniziato da poco come sta andando?
“Dobbiamo solo continuare così e non abbassare mai la guardia. Si sta rivelando un campionato sorprendente, ma siamo solo all’inizio. Anche la partita di domenica con Treviso è stata giocata fino all’ultimo. Perché le avversarie, nonostante il risultato netto, non hanno mai mollato, lo stesso la domenica precedente contro il Carbonera. A cui vanno i miei complimenti per la vittoria meritata di domenica scorsa.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto è vivere nel mondo del Calcio. Mi piace praticarlo ed insegnarlo.
L’ambiente stesso mi fa sentire a casa. Come si vivessi in un mondo a parte. Il mio paradiso. Spero un giorno di trovarmi a dirigere una società femminile e parlare di calcio e diffondere la passione per questo sport a tutte le bambine. Tra i vari impegni che ho, sono anche una delle responsabili di Ragazze nel Pallone, il festival di sport femminile più grande d’Italia. E sicuramente un altro sogno che ho, è quello di far diventare Rnp l’icona dei tornei femminili in Europa. Per ora, purtroppo, rimane solo un sogno.”