Tra le squadre in corsa per la permanenza nella Serie A Pure Bio, la massima divisione del calcio a 5 femminile, c’è la Rovigo Orange. La squadra veneta attualmente è in bilico tra la zona play-off e quella play-out. Fondamentale quindi non sbagliare nelle ultime 4 gare di campionato cercando di sfruttare anche l’entusiasmo come nel caso di  Marta Lorrai, recentemente convocata nella Nazionale del tecnico Francesca Salvatore. Abbiamo raggiunto proprio la calcettista classe 2001 arancionera, proveniente dal Jasnagora, per qualche battuta.

“Penso che finora sia stato un campionato molto bello. Il torneo ne racchiude altri tre: uno con quattro super potenze che tra loro si giocano, fin dalla prima giornata, il primato, il quinto posto è il premio dell’altro campionato giocato tra Kick Off e Lazio e poi, il nostro dove si combatte sia per evitare i playout che per accedere ai playoff. Che si può chiedere di più ad un campionato con tre competizioni diverse all’interno? Triple emozioni”.

La nostra stagione ha avuto diversi alti e bassi, con un inizio complicato dovuto ai tanti cambiamenti. Siamo state brave ad adattarci e rientrare in quelle che erano le aspettative iniziali, ovvero prendere quanti più punti possibili necessari in chiave salvezza negli scontri diretti. Adesso in questo rush finale siamo chiamate a ripetere quello fatto al girone d’andata per riuscire a raccogliere il più possibile e arrivare, come prefissato inizialmente, il più in alto possibile.
Sicuramente ci siamo fatte sfuggire diversi punti soprattutto nelle gare casalinghe ma preferisco guardare quei punti ancora da conquistare piuttosto che quelli ormai andati, dai quali si può solamente trarre insegnamento e poco di più”.

“Calcisticamente parlando penso che per me sia stata una stagione sopra ogni aspettativa. Sono partita con tante paure e poche certezze. Posso dire di star concludendo una stagione con una crescita tanto importante sia sotto l’aspetto caratteriale che sotto quello calcistico, diminuendo un po’ di paure in favore di qualche certezza in più.
Gioco in Serie A al fianco di persone che hanno scritto la storia di questo sport, sono stata convocata e sono scesa in campo con la maglia più emozionante e azzurra del mondo, tutte cose che ad inizio campionato mai avrei pensato di poter toccare con mano e per cui non posso che essere grata”.

“Contro il Bitonto penso sia stata una delle nostre peggiori partite oltre al risultato. Sia mentalmente che fisicamente non siamo state all’altezza di una squadra con tante campionesse che dal primo al quarantesimo minuto sono state nettamente superiori a noi. Contro l’Audace ci aspettiamo un match tanto bello quanto combattuto. Si tratta di due teste di serie del sotto-campionato per la salvezza e penso che entrambe le squadre, noi sicuramente, vogliano uscire dal campo senza alcun rimpianto e possibilmente con tre punti in tasca. Sarà una bella partita, per noi giocatrici e spero per chi ci guarderà”.

 “Nazionale? Un’emozione del genere non è facile da descrivere a parole, puoi immaginare tante volte quel momento per poi renderti conto che il cuore batte più forte e veloce di quanto sei in grado di pensare. Indossare quella maglia è una soddisfazione gigantesca ma allo stesso tempo ti fa capire quanto sia necessario continuare ad impegnarti e a dare tutta te stessa, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita per poterla indossare ancora. Ti fa capire che niente a quel livello è scontato e che la tua presenza li è tutta da guadagnare, nonostante in quello stesso istante tu abbia quella maglia sopra la pelle.
Cantare l’inno penso sia stato uno dei momenti più emozionanti, in quel momento le gambe tremano e la voce esce a stento, persino gestire il fiato per poter cantare è molto complicato”.