Il calcio femminile batte il Rugby, se non sul campo almeno al Tar di Parma. A dar notizia dell’esito di una partita giocata a suon di carte bollate è la stessa Fondazione dello Sport che, con toni enfatici – inusuali per un ente costituito dal Comune di Reggio (e spesso braccio operativo dell’assessorato allo Sport) – commenta la sentenza del Tar di Parma che ha dato torto al Rugby Reggio, che aveva presentato ricorso per la gestione del Mirabello, e riconosce la liceità della decisione della Fondazione dello Sport di riservarlo invece al calcio femminile. Una decisione che arriva dopo che lo stesso Tar di Parma aveva respinto circa un mese fa la richiesta di sospensiva del bando avanzata dal Rugby Reggio.

I toni utilizzati confermano l’esistenza di uno scontro profondo, difficilmente sanabile, tra una società sportiva dilettantistica come il Rugby Reggio e la Fondazione che dovrebbe rappresentare tutte le discipline. Nel frattempo, mentre la querelle andava avanti, a Reggio la società di calcio femminile ha cambiato proprietà ed è diventata una costola del Sassuolo Calcio, proprietario del Mapei Stadium. Il quadro perciò oggi è un po’ più complesso.

Nella nota della Fondazione, presieduta da Milena Bertolini (ex calciatrice della nazionale di calcio femminile e attualmente allenatore nella serie A femminile), non si fanno sconti. Anzi si parla «di calunnie, travisamenti e di meschini risentimenti verso il calcio femminile», pur senza indicare i responsabili.

Nel comunicato si aggiunge poi che il Tar «ha bocciato nel merito il ricorso della Rugby Reggio» e la Fondazione si è vista riconoscere la legittimità del proprio operato in merito «all’utilizzo dell’impianto, escludendo il gioco del rugby e del football americano e riservando al calcio femminile lo stadio per la maggior parte del tempo e gratuitamente», in virtù di una «ponderata valutazione dei contrapposti interessi che vedono in campo le associazioni calcistiche femminili e maschili».

«Infondati per tre volte – sottolinea la Fondazione – sono stati definiti i motivi e le censure proposte dai legali di Rugby Reggio Ads nel ricorso, con la sentenza che afferma lo stretto rapporto tra i disposti lavori di manutenzione straordinaria del terreno di gioco e la disciplina dell’uso specifico dello stesso, è messo ben in evidenza nella delibera dell’aprile 2016 impugnata dalla ricorrente».

Legittimo quindi l’operato della Fondazione che a parere del Tar trova fondamento «nell’esigenza di impedire un uso del campo che possa compromettere la sua integrità all’indomani di un esborso economico reso necessario da lavori di rispristino del manto erboso». La Fondazione quindi esprime grande soddisfazione nel veder confermata da questa sentenza «l’azione imparziale e il suo buon operato che fa giustizia una volta delle calunnie e dei molti travisamenti dei fatti con cui da più parti si è cercato di delegittimarne l’operato, proprio all’indomani di un risultato gestionale straordinario. Speriamo che ciò ponga anche fine a un meschino risentimento verso il calcio femminile, che ha visto troppi settori del mondo sportivo prigionieri di quei pregiudizi che il progetto a favore dello sport femminile ha invece denunciato con forza».

La Fondazione, tuttavia, «mantiene – nonostante l’ostilità mostrata da taluni – il proprio impegno di imparzialità e la propria volontà di cooperazione con l’intero mondo sportivo, a partire dalla ricerca di soluzioni (anche relativamente allo stadio Mirabello)».

1 commento

  1. Non credo sia finita.

    La sentenza è sull’affidamento a titolo gratuito della struttura alla Reggiana Femminile.
    Questo per aiutare una società in gravissima crisi economica.
    Adesso che la squadra diventa Sassuolo Femminile, quindi con nessun richiamo più Reggio Emilia e l’ingresso nell’orbita di un’importante squadra professionistica non ha molto senso quest’affidamento.

    O il Sassuolo va a Sassuolo o paga l’affitto come altre società.

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