Per ora sono solo voci di corridoio ma sembrerebbe che la Fiorentina Women’s sia in trattativa per portare alla corte di Firenze 3 fortissime calciatrici internazionali che hanno disputato con le rispettive nazionali il Campionato Femminile Europeo 2017 concluso pochi mesi fa con la vittoria della nazionale olandese.

Sono infatti state viste questo pomeriggio presso il centro sportivo della viola: Ingrid Marie Spord, Ingrid Schjelderup e Ingibjörg Sigurdardóttir.

Ingrid Marie Spord (nata il 12 luglio 1994) centrocampista, è una calciatrice norvegese che gioca per Lillestrøm e la nazionale norvegese.

Ingrid Schjelderup (Oslo, 21 dicembre 1987) è una calciatrice norvegese, centrocampista del Eskilstuna United e della nazionale norvegese.

Ingibjörg Sigurdardóttir (nata il 7 ottobre 1997 a Grindavík) è una difensore islandese, che gioca dal 2012 per Breiðablik Kópavogur.

La notizia, se confermata dal club viola nelle prossime ore, potrebbe essere il primo tassello di mercato per Sauro Fattori e Antonio Cincotta per tentare la grande rimonta su Juventus Women e Brescia Femminile in chiave Scudetto 2017/18.

3 COMMENTI

  1. Fortissime…Top player…stelle internazionali, andiamoci piano cari signori della redazione! L’esperienza, purtroppo, già maturata con gli acquisti fuori confine di alcuni mesi fa ci ha fatto diventare più realisti del re. Capisco che per la vostra testata dare “scoop” di questo genere porta la gente a visionare più frequentemente la pagina web ma, per favore, non create nei poveri tifosi delusi e frastornati della viola, aspettative che non ci potranno essere. La situazione del mercato internazionale per le squadre italiane è questa: Nessuna top player (come le chiamate voi), al momento, verrà mai in Italia e non sto a dire per quale motivo (troppo facile la risposta) faccio questa affermazione. Tutte quelle che sono arrivate fino ad ora NON hanno cambiato di una virgola la competitività delle varie squadre…perché inferiori in tutto e per tutto alle migliori calciatrici nostrane. Chi viene? Atlete provenienti da paesi tecnicamente inferiori all’Italia (Finlandia, Islanda, Polonia e Cecoslovacchia) oppure giovanissime ed acerbe atlete di paesi più evoluti (Francia e Inghilterra) che vengono “parcheggiate” nella nostra nazione per vedere come vanno e ora…anche dalla Norvegia (che ha tutto per essere una delle grandi d’Europa) ma, le nuove arrivate, dubito che siano delle nazionali titolari (che fanno la differenza) e al massimo saranno ex buone giocatrici che, per ragioni anagrafiche, sono in parabola discendente. Poi mi sbaglierò…ma prima “voglio toccare con mano”.

    P.S. Faccio ammenda…la scozzese Clelland in Italia già da un bel po’ di tempo e, forse, più italiana delle nostre.

  2. Se ho ben capito, le Società del Calcio Femminile, possono fare campagna acquisti continuamente?. ed inoltre, il calcio femminile Italiano è ancora dilettantistico, come si concilia e con quali regole, sono invece alcune atlete trattate come professioniste?, non nella quantità di soldi del calcio maschile certo, ma nello status reale di tesseramento. Credo che ci sia qualcosa che non quadra. Altra cosa, si legge, ripeto si legge, che tutte le Società di calcio femminile, sono in deficit, per vari motivi, allora, come si possono tesserare atlete, che di certo non verranno in Italia per raccogliere i limoni?. Scusate non si tratta assolutamente di polemica, ma sono domande che mi pongo ed alle quali non riesco a trovare risposta.

    • Ho postato un commento che si articolava su aspetti tecnici e qualitativi ma che non affrontava l’aspetto etico e morale di quello che sta avvenendo nel panorama calcistico femminile e penso che sia arrivato anche il momento di farlo.
      Per quanto mi riguarda sono d’accordo con te, caro Daniele, e penso che sia arrivata l’ora di finirla con la “farsa” del dilettantismo di facciata. Negli ultimi anni, e forse ancor prima, il calcio femminile non ha più niente a che vedere con il puro dilettantismo che avrebbe caratterizzato gli albori di quelle ragazzine che, andando contro il volere dei benpensanti, si cimentavano con orgoglio e coraggio nel dare le “pedate” a uno strumento (il pallone da calcio) che apparteneva, per diritto, ai soli maschi. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata anche parecchia ed oggi abbiamo atlete che si allenano regolarmente tutti i giorni e più volte al giorno e “lavorano di palla” come e più di tanti loro colleghi maschi che vengono chiamati professionisti o semi-professionisti. E’ notizia di poche settimane fa che le calciatrici norvegesi che giocano nella nazionale e nelle principali squadre del loro campionato siano state equiparate (anche da un punto di vista remunerativo) ai colleghi maschi…segno di civiltà applicabile soltanto a quei paesi che vedono il calciatore maschio retribuito 100-1000 volte meno rispetto al “professionista” maschio italiano. Se vogliamo fare un paragone le nostre calciatrici più rappresentative sono “dilettanti” da un punto di vista economico se confrontate ai colleghi maschi che giocano ai massimi livelli ma non credo che si possano lamentare se confrontate ai “rimborsi spese” che potrebbero percepire molte delle loro colleghe a livello europeo. Se non fosse così, mi chiedo, come potrebbero arrivare in Italia calciatrici islandesi, polacche, portoghesi e, ora, anche norvegesi. E’ arrivato il momento di finirla con la storia del dilettantismo che, come vedi, si scontra con il concetto di “mercato” e di “finestre di mercato” tipiche del calcio professionistico…giusto riconoscerle lo status di professionista ed adeguare il loro stipendio ad un lavoratore medio di qualsiasi altra attività…quello che, ovviamente, non andrebbe per niente bene è pensare che debbano percepire quello che, assurdamente, percepiscono calciatori professionistici maschi italiani…i quali si trincerano dietro la solita frase storica: “E’ la legge di mercato”…e, forse, hanno anche ragione.
      Saluti.

Comments are closed.