Photo Credit: Edoardo Covone

È stata una partita strana, quella fra Torino Women ed Academy Pro Vercelli. Una gara estremamente tattica, tendenzialmente bloccata e sotto ritmo, anche dopo il vantaggio granata. Solamente in seguito al raddoppio delle padrone di casa, le vercellesi hanno provato ad alzare il loro raggio d’azione, ma ormai si era a ridosso del triplice fischio di chiusura e non vi è stato tempo a sufficienza, per poterne ottenere qualche risultato.
Formazioni in campo con Prundeanu, Furione, Tesse, Aghem, Pomati, Caveglia Cresto, Ventrice, Molinar Min, Calabrese, Martinetto e Zappone, per la Torino Women, con Godio, Elementi Francesca, Sulaj, Torreano, Gashi, Sorrentino, Ortiz Peralta, Elementi Stefania, Guercio, Dondolin e Ianutolo, per la Academy Pro Vercelli.
Dirette dall’ottimo arbitro Dennis Labruco, della sezione di Nichelino, le due contendenti hanno dato vita ad una sfida molto corretta: pochissimi falli e mai cattivi. Quella ospite, nella sua storica divisa (maglietta bianca e calzoncini neri) e schierata con un 4-4-2 alquanto compatto, ha subito cercato d’imbrigliare il gioco avversario, con l’obiettivo di correre meno rischi possibili. Le ragazze di casa, ovviamente in divisa granata, per altro calcavano decisamente meno le fasce laterali, nonostante l’ormai collaudato 3-4-3 dovesse favorirne lo sfruttamento.
Senza la regia arretrata di Martina Capello, le toriniste facevano fatica nella distribuzione del gioco, con Lucrezia Calabrese ed Elisa Molinar Min che provavano a sopperire, tralasciando però così di allargarsi, sia sulla destra che sulla sinistra.
Una fase di pressing molto accentuata, permetteva alla Torino Women di recuperare facilmente palla, senza correre eccessivi rischi ed imponendo un iniziale predominio territoriale. Due conclusioni abbastanza pericolose nei primi minuti, una di Valentina Zappone e l’altra di capitan Calabrese, venivano però controllate con disinvoltura dall’estremo difensore vercellese, Simona Godio.
Appena il Torino allentava un poco la pressione a centrocampo, la fase di costruzione del gioco ne risentiva ancor di più, diventando maggiormente confusionaria ed imprecisa, consentendo alla Pro Vercelli di alzare il proprio baricentro. Da elogiare, fra le ragazze in maglia bianca, la puntualità nelle chiusure, sia in difesa che in mediana, di Orkida Gashi, sovente capace di disinnescare azioni potenzialmente pericolose.
Il pallone stagnava dunque a centrocampo, fra errori di passaggio delle toriniste ed il sempre concentrato controllo delle vercellesi. Bisognava aspettare sino al 20’, per rivedere qualcosa che assomigliasse ad una palla gol: su corner battuto dalla sinistra, la Zappone incocciava di testa, senza però imprimere troppa forza e consentendo alla Godio di bloccare a terra senza difficoltà.
Tre minuti dopo arrivava quella che, alla lunga, si sarebbe dimostrata la prima svolta dell’incontro, con l’ingresso in campo della Capello che rilevava l’infortunata Federica Ventrice: l’ingresso della regista arretrata, sgravava sia la Calabrese che la Molinar Min dai compiti di regia, consentendo loro di tornare a calcare zolle di terreno più esterne.
Le granata ritrovavano così un pressing efficace e, con esso, riuscivano a creare qualche pericolo in più: era proprio la Molinar Min, ad avere le occasioni migliori, ma al 32’ calciava a lato, dopo un repentino rientro in area dalla fascia sinistra, mentre al 39’, su azione analoga, scagliava una botta centrale, ben controllata dalla numero uno avversaria.
Nel calcio, quando uno non sfrutta le occasioni pericolose rischia poi di subire, ed infatti al 45’ la vercellese Gashi, con una magistrale punizione a fil di traversa, dalla trequarti offensiva, costringeva Patricia Prundeanu all’unico intervento difficile della sua gara, per alzare la sfera in angolo.
L’azione più ghiotta di questa prima frazione, capitava però in pieno recupero sul piede della Zappone: la punta granata, sola davanti alla porta vuota, appoggiava il pallone fuori da posizione leggermente defilata e dopo alcuni interventi disperati, ancorchè un poco confusionari, dell’intero reparto difensivo ospite.
Alla ripresa delle ostilità, mister Domenico Barone presentava in campo sia Giorgia Cavallo che Arianna Lombardo, proponendo così una maggiore incisività. Le ospiti, però, continuavano a difendersi con estremo ordine, facendo anche leva su di un’efficace applicazione del fuorigioco.
Due conclusioni dal limite, della Capello al 58’ e della Zappone al 62’, provocavano qualche brivido alla retroguardia vercellese uscendo di poco, a lato del palo destro e sopra la traversa.
Con l’aumentare della fatica, la pressione delle granata diventava più una questione di orgoglio che non di tecnica, finendo per agevolare una Pro Vercelli decisamente votata a portare a casa un punto ed ormai arroccata nella propria metà campo.
Al 67’ la Torino Women faceva le prove generali per il vantaggio: Valentina Zappone, a tu per tu col portiere, da posizione favorevolissima si faceva però ipnotizzare da Simona Godio e le depositava la palla fra le braccia. La numero uno vercellese, sicuramente la migliore in campo, comunque nulla poteva (al 73’) sul colpo di testa della Cavallo: nonostante uno strepitoso intervento, riusciva solo a deviare la sfera contro il palo alla sua sinistra, da dove rotolava poi in rete.
Il vantaggio galvanizzava le padrone di casa, subito lanciatesi alla ricerca di un raddoppio che blindasse il successo: al 76’ era però ancora la Godio, con una plastica parata in tuffo a mezz’aria, a sventare un preciso “tiro a giro” della Zappone, che altrimenti si sarebbe insaccato, a fil di palo, alla sua sinistra.
Ad una manciata di minuti dalla conclusione (83’) l’allenatore ospite, Alessandro Lucca, provava a pescare il classico “jolly”, mandando in campo Virginia Massaro, al posto di Camilla Guercio, ma dopo un intero match basato sul controllo delle avversarie, la mossa non sortiva gli effetti sperati, lasciando immutata la situazione.
Così, quattro minuti più tardi, il Torino coglieva il raddoppio, approfittando di qualche spazio in più concessogli dalla retroguardia vercellese: era Brigitta Aghem, leggermente defilata sulla propria sinistra, che con un chirurgico diagonale sinistro (ancora una volta la sfera, prima di infilarsi in rete, incocciava la base inferiore del palo) trafiggeva l’incolpevole portiere rivale.
La Torino Women prevaleva così 2-0, tutto sommato meritatamente al termine di una gara giocata però meno bene, rispetto al proprio potenziale. Alla Academy Pro Vercelli, invece, vanno elogi per la sola fase di contenimento (almeno sino alla rete dello svantaggio): un pizzico di coraggio in più, però, non guasterebbe.