Nel torneo ligure d’Eccellenza presente è stata anche in questa stagione la Superba. La società diretta da Riccardo Banchero, Marco Bianchi e Marco Semino vede la sua guida tecnica affidata a Bruno Bianchi e  Maurizio Malusà. A capitanare la squadra è stata Giulia Moscamora, centrocampista originaria di Genova. Abbiamo raggiunto per qualche battuta la  classe 1996, al terzo anno con le biancoblu.

Giulia come è stato tornare in estate in campo e come stavate approcciando al nuovo torneo di Eccellenza? Poi la nuova pausa in autunno come l’avete vissuta?
“All’inizio della stagione siamo scese in campo con buoni propositi, con una rosa ricca e determinata a fare bene. Abbiamo cominciato incanalando le nostre energie verso una mentalità atta a disputare un certo campionato, che poi in realtà è andato cambiando di mese in mese: sono cambiate regole, partecipanti e giocatrici, più volte nel corso dell’anno. Ciononostante non abbiamo mollato ed abbiamo provato a mettere tutto ciò che abbiamo potuto, rispettando le norme, nonostante i cambiamenti e l’attesa del campionato che poi è stato disputato in primavera inoltrata”.

In primavera il nuovo via libera. Come vi siete organizzate? Quando avete saputo di poter tornare a giocare?
“Noi, in realtà, non abbiamo mai smesso di allenarci, a parte qualche fermo per le festività. Per noi è stato un piacere aver avuto la possibilità di rivivere il campo insieme alle nostre compagne di squadra, ci siamo trovate bene e siamo state un gruppo affiatato che ha saputo coronare i momenti gioiosi e superare i momenti di crisi. Proprio perché non ci siamo fermate, abbiamo vissuto il periodo altalenante in cui non era chiaro il futuro del campionato, ma appena ne abbiamo avuto l’ufficialità, la mentalità è cambiata ed abbiamo cominciato a credere veramente in tutti i sacrifici che abbiamo fatto, nelle capacità che ognuna di noi ha dimostrato di avere e nelle nostre possibilità”.

Che umore c’era nel gruppo nei primi allenamenti? Erano presenti innesti rispetto al campionato precedente?
“I primi allenamenti, come i seguenti, sono sempre stati caratterizzati da entusiasmo. Eravamo tutte contente di poter condividere la nostra passione in un periodo in cui lo stress era alto. Quindi, ciò che ci premeva prima di tutto era divertirsi, così facendo abbiamo fatto degli allenamenti ad alta intensità ma sempre con il sorriso sul viso. Il mister, inizialmente, quando non si sapeva della ripartenza ci ha aiutato a porre verso tale obiettivo gli allenamenti, incentrandoli su esercizi utili ma divertenti, così da apprendere nuove nozioni importanti, ma senza avere sulle spalle una fatica fine a se stessa che purtroppo sarebbe stata tale a causa dell’incertezza data dal periodo. Rispetto all’anno scorso abbiamo avuto qualche supporto dalla Primavera con ragazze stimolate a fare bene, un buon punto di forza della squadra ed altri innesti tra cui Lisa Cuneo e poco più tardi ci ha raggiunte Marialaura Beltrandi, entrambe una sicurezza per la difesa ed un esempio per le nuove entrate nella prima squadra”.

Quali erano i vostri obiettivi all’inizio della stagione? E i tuoi?
“Il nostro obiettivo era quello di arrivare tra le prime quattro, per poter accedere alle fasi finali del torneo. Così come il mio, ma mi sento di poter dire che è stato un obiettivo che accomunava tutte noi. Un altro mio obiettivo era vivere la squadra con serenità, creare un gruppo leggero e coeso, in quanto ritengo che gran parte dei risultati vengano dall’essere squadra: di ciò posso essere soddisfatta, poiché in tutte le gare abbiamo saputo dare il meglio di noi, compensandoci l’un l’altra, mantenendo testa in difesa quando ce n’era bisogno, concludendo azioni importanti in attacco in altri casi. Sempre tendendoci la mano, rimanendo unite. Gli alti e bassi ci sono stati come è normale che sia, ma sono contenta di come questi siano stati affrontati”.

Siete arrivate tra le prime quattro nel primo girone conquistando l’accesso alle semifinali. Come è andata poi per voi?
“Siamo arrivate tra le prime quattro, perdendo qualche punticino evitabile. Ma il calcio insegna anche questo: l’imprevisto. Il campo è sempre una battaglia di emozioni, non si gioca solo con il fisico ma anche con la testa ed il cuore ed a volte le emozioni scombussolano un po’ anche il fisico, il che può avere il suo risvolto positivo ed il suo risvolto negativo. Oltre alle emozioni è stato padrone anche il caldo in questa primavera inoltrata che, talvolta, ci ha messo in difficoltà dopo un anno così altalenante. Nonostante questo possiamo dire di essere soddisfatte di avere tenuto testa a squadre che ci davano per sconfitte prima del dovuto, siamo state in grado di dimostrare il nostro gioco mettendole in difficoltà. L’unica squadra difficile da riuscire a mettere in difficoltà è stata il Pavia che ha disputato un ottimo campionato, dimostrando professionalità e capacità tecniche superiori al nostro livello. Ma, nel complesso, sono e siamo comunque contente di come abbiamo disputato le nostre gare”.

In semifinale non siete riuscite a strappare il pass per l’ultima gara. Rammarico per essere arrivate ad un passo dalla finale?
“La semifinale è stata per noi particolare, stavamo imponendo il nostro gioco quando, intorno alla metà del primo tempo, una nostra compagna ha subito un infortunio alla testa. Quel momento ci ha fatto distogliere un po’ l’attenzione dalla gara per la preoccupazione. Nel secondo tempo ci siamo riprese, abbiamo creato di più, riuscendo a imporre nuovamente il nostro gioco, senza riuscire però a concludere e mettere palla in rete. Ma nessun rammarico, siamo contente così. La Sampdoria, in questo caso, ha concluso una bella azione mettendo a rete il passaggio alla finale. Ce la siamo giocata, dopo due partite sulla parità, questa volta hanno avuto la meglio. Possiamo dire di essere uscite a testa alta, davanti ad una Sampdoria che è rimasta lucida fino alla fine”.

Come hai trovato il livello del vostro girone? Che ricordi porterai di questa stagione?
“Il nostro girone è cambiato di volta in volta: inizialmente dovevano esserci determinate squadre, poi si sono aggiunte le società professionistiche, una squadra lombarda e alcune squadre fuori classifica per poter ampliare il numero di partite da disputare. Ci sono state squadre di diverso livello, alcune più giovani con meno esperienza, altre molto organizzate, per poi vedere spiccare il Pavia che ritengo fosse di almeno un livello superiore al nostro campionato. Ricorderò momenti positivi, in generale, sia dal punto di vista calcistico, sia dal punto di vista umano: abbiamo potuto riassaggiare un briciolo di normalità in un periodo a cui non a tutti era permesso. Abbiamo giocato al meglio e ci siamo godute il gruppo squadra quando si è potuto, abbiamo imparato tanto ed è ovvio che nella nostra testa non finirà mai la voglia di crescere e di migliorarsi, quindi questa stagione, come ogni stagione non è una parentesi che si chiude, ma un periodo di apertura a nuove esperienze, nuove opportunità e grande voglia di crescere”.

Nella prossima stagione rimarrai con la maglia del Superba?
“Da tre anni a questa parte non mi è mai mancato niente in questa società, mi hanno fatto sentire a casa dal primo momento. Non avrei motivo per lasciare questo progetto e questa società. Sto bene e, finché si potrà, sarò felice ed orgogliosa di far parte della Superba. Ci stiamo preparando per affrontare un campionato d’Eccellenza al livello delle nostre possibilità, per come ho visto quest’anno passato sono sicura che avremo molto da dare, da mostrare per renderli orgogliosi di quello che vogliono costruire”.