Eleonora Rossi, un anno fa le viene affidata la conduzione in prima serata di un programma di approfondimento del mondo del calcio. Una sfida che affronta con coraggio, nonostante la giovane età. Pone la condizione di poterne parlare a modo suo, divenendo così anche autrice del programma. Vuole scandagliare gli aspetti morali, psicologici e sociali di un mondo ancora troppo improntato su falsi stereotipi. Un impegno a 360°, dalla costruzione dei testi a quello delle scalette, dalla preparazione della location alla gestione degli ospiti. Assolto sempre con semplicità. E con il massimo rispetto verso tutti. Verso i collaboratori, gli ospiti, il pubblico. Tra i tanti temi affrontati nelle puntate di RossiVar (visibile su mschannel) si sofferma a riflettere sulla presenza della donna nel mondo del calcio. Cosa che desta ancora perplessità e scalpore. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Eleonora Rossi ci illustra il suo pensiero.

Donne e calcio, un connubio che desta ancora diffidenza
Certa diffidenza verso le donne che praticano calcio è dura a morire – sostiene con fermezza la giovane conduttrice Eleonora Rossi – Nonostante nelle redazioni sportive ci siano sempre più giornaliste e molte donne si siano avvicinate al calcio. Un passaggio in avanti, certo, ma che non impedisce a tanti di continuare a fare un distinguo tra il calcio praticato dagli uomini e quello praticato dalle donne. Come se i meriti fossero diversi a seconda del sesso. Eppure basterebbe andare a vedere gli allenamenti delle calciatrici per rendersi conto del loro impegno, passione e serietà

Calcio, retaggio di un pubblico maschile
Non capisco la distinzione tra calcio maschile e calcio femminile – afferma perplessa Eleonora Rossi – Personalmente non riesco a vedere che differenza faccia se a praticare la medesima disciplina sportiva sia un uomo o una donna. Probabilmente perché il calcio è lo sport nazionale quindi tradizionalmente retaggio di un pubblico maschile” Una cultura sportiva retrodatata. “Purtroppo non si riesce ad uscire da questa ottica, il calcio femminile continua a destare scalpore. Così come persiste una chiara estraneità verso la partecipazione della donna nel mondo del calcio,anche fuori dal campo. Dai piccoli episodi, come lo stupore nel vedere giocare la schedina da una donna, alle ben più gravi esternazioni verso i loro orientamenti sessuali. Lasciamo pure perdere che si tratti di dati sensibili della persona, ma cosa c’entra l’orientamento sessuale con i meriti sportivi?

Lo sport deve essere al servizio di tutti, senza distinzioni
E che dire di chi afferma che il calcio femminile debba rimanere relegato all’ambito dilettantistico o asserisca che le donne capiscano poco di tattica? Affermazioni che destano sconcerto se pensiamo che a pronunciarle sono personaggi di rilievo come l’allora presidente della Lega Dilettanti Felice Belloli e il campione del mondo Fulvio Collovati – incalza la conduttrice – Questi atteggiamenti non vanno solo condannati, soprattutto non devono finire nel dimenticatoio. Bisogna riflettere su quanto una persona dice, non tutto èfrutto della società e della cultura che le è propria. Probabilmente a spingere alcune persone verso dichiarazioni così denigranti vi è una sorta di invidia per i risultati del calcio femminile o di gelosia per quanto concerne l’appartenenza a questo mondo. Ma voglio ricordare che lo sport, e quindi anche il calcio, è di tutti. Da tutti deve essere fruibile, perché è al servizio di tutti. Senza distinzioni

Le donne devono fare la loro parte
Uno sterile scontro tra sessi. “Bisognerebbe uscire dal corto circuito della competizione tra uomo e donna, anche le donne devono fare la loro parte – dichiara esplicita Eleonora Rossi – Nella vita non bisogna sentirsi in difetto a rifiutare qualcosa, anche se ciò potesse significare perdere occasioni di lavoro” Un invito ad avere più consapevolezza. “Ognuno di noi ha la propria sensibilità, è un fatto personale. Ma se una cosa ci tocca, ci infastidisce, non ci fa sentire a nostro agio si deve avere la libertà di dire no”

Avere coraggio, per affrontare nuove sfide e scoprire se stessi
Non basta prendere posizione, bisogna avere anche coraggio. “Il coraggio deve servire a respingere ma deve essere anche la risorsa per affrontare nuove sfide. Quando mi hanno proposto la conduzione in prima serata del programma con la responsabilità di condurre un gruppo di persone, tra le quali un volto noto della televisione come Massimo Buscemi, ho pensato a ciò che mia mamma mi ha sempre ripetuto. Osare, per scoprire se stessi. Perché vale la pena di provarci, comunque vada

Rispetto verso tutti
Coraggio, certo, ma anche chiarezza. “La conduzione di un gruppo si basa su equilibri che devono essere stabiliti sin dall’inizio. Mi sono trovata a gestire un gruppo composto quasi esclusivamente da uomini, ad oggi non ci sono mai stati problemi. Credo, senza falsa modestia, sia merito anche della sottoscritta che non si è mai posta il problema se a svolgere un dato ruolo fosse un uomo o una donna. Un cameraman, tanto per fare un esempio, è un cameraman. E basta. Ci vuole rispetto verso tutti, indipendentemente che siano uomini o donne. Deve essere un discorso totale. Il rispetto della professionalità è cosa che è giusto pretendere

Mondo calcio, deve esserci maggiore umiltà
Mondo calcio, un mondo che in parte ha perso se stesso. “Alla base di tutto, deve comunque esserci una maggiore umiltà da parte del mondo del calciosostiene con forza la giovane conduttrice – Quando penso alla testimonianza di Sergio Brighenti, ospite di una delle puntate di RossiVar, mi emoziono ancora. La sua semplicità nel raccontarsi è espressione di una umanità assai rara nel mondo calcistico odierno, la sua umiltà e devozione per l’ambiente lavorativo sono cose che oggi francamente io non vedo

Il rispetto delle persone è la cosa più importante
Le emozioni, l’altra faccia di Eleonora Rossi conduttrice. “In trasmissione voglio essere me stessa, con semplicità. E attraverso la telecamera dare anima alle mie emozioni” Da sempre vicina a situazioni difficili (il papà è operatore sociosanitario di un reparto di oncologia) e da anni attiva nel mondo della solidarietà, lancia un messaggio a tutto il mondo del calcio. “Con la gentilezza si possono fare molte cose, un insegnamento che ho appreso nelle mie esperienze con gli amici di strada della Comunità di Sant’Egidio. L’umiltà che ho visto in queste persone che non hanno nulla e avrebbero tutto il diritto di essere arrabbiate, è assolutamente incredibile. Il mondo del calcio – conclude Eleonora Rossi – dovrebbe imparare da loro. Il rispetto delle persone è la cosa più importante

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