Si è tenuto ieri, nella splendida cornice del Teatro Verdi di Trieste, il convegno dal titolo “Management nello sport, dirigenza femminile nel mondo CONI: da difficoltà a opportunità” organizzato dal CONI in collaborazione con il Comune di Trieste e con il patrocinio di ANCI, FIGC, FID e Panathlon.

All’evento, in rappresentanza della FIGC, ha partecipato anche la capodelegazione della Nazionale Femminile di calcio Cristiana Capotondi che, a proposito della parità di genere, ha sottolineato lo straordinario risultato ottenuto dalla Federcalcio: nella prossima stagione sportiva, infatti, il professionismo entrerà in vigore anche per le calciatrici. Il calcio femminile è un movimento che nasce dal basso ed è costruito dalla volontà e dalla tenacia delle appassionate e delle atlete che superano anche gli stereotipi. La componente femminile è all’interno di una fase di miglioramento dove le difficoltà dell’essere donna ha portato a grandi risultati. “Credo che le difficoltà – ha dichiarato Capotondi – che le nostre calciatrici e tutte le donne in generale hanno affrontato nel percorso verso la realizzazione del proprio sogno, che coincide con il superamento di uno stereotipo di genere, siano state il sale dell’intelligenza e della forza che oggi riconosciamo alle donne”.

Aprendo il convegno, moderato da Omar Monestier direttore dei quotidiani “Il Piccolo” e “Messaggero Veneto”, l’assessore alle pari opportunità del Comune di Trieste Francesca De Santis ha sottolineato che “l’evento di oggi si inserisce all’interno di un ciclo di conferenze che il Comune di Trieste ha ideato nel mese di settembre per promuovere le pari opportunità in tutti i settori della vita sociale”, secondo step del primo evento organizzato martedì scorso nella sala d’onore del CONI.

Le relatrici e i relatori hanno discusso su come favorire e raggiungere, nell’ambito della dirigenza sportiva, l’ambita parità tra uomo e donna. Claudia Giordani, vicepresidente CONI, ha snocciolato alcuni numeri della presenza femminile nella dirigenza sportiva: 12,8% della dirigenza federale, poco più del 15% per ciò che attiene la dirigenza nelle società del mondo sportivo dilettantistico. Numeri che impongono una riflessione. Ma, grazie alle norme volute dal CONI, nei consigli federali delle Federazioni Sportive Nazionali (FSN), degli Enti di promozione sportiva (EPS) e delle Discipline Sportive Associate (DSA), che di fatto rappresentano le tre colonne su cui si regge lo sport italiano, si è passati da 50 a 120 consiglieri donna.

Per Antonella Granata, Presidente della Federazione Italiana Gioco Squash (FIGS), “le quote rosa stanno aiutando il processo di cambiamento per l’aumento della presenza femminile nei board dirigenziali ma è anche fondamentale investire nella capacità delle persone, di qualsiasi genere, di eccellere, che è fondamentale nello sport come nella vita, per la normalizzazione della presenza femminile”.

Emma De Simone, delegata del Friuli Venezia Giulia della Federazione Italiana Motonautica (FIM), ha spiegato, portando degli esempi regionali e nazionali, che la motonautica, a discapito di quanto si possa pensare, è una disciplina dove non vi sono disuguaglianze di genere in quanto si è “tutti nella stessa barca”.
Per la Federazione Italiana Dama (FID), Carlo Bordini ha spiegato il processo federale di investimento nella componente federale femminile che sta portando soddisfazioni sia sul lato sportivo che dirigenziale.

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio