Photo Credit: Alessandro Di Bartolo

L’Independiente Ivrea si affaccia alla sua terza stagione di fila nel Girone A di Serie C con conferme importanti nella rosa e nuovi acquisti, ma anche a cambiamenti radicali anche nello staff tecnico. Per questo la società ha deciso di promuovere Alessandro Di Bartolo come nuovo capoallenatore delle epoderiesi, succedendo al suo predecessore Massimo Pairotto. La nostra Redazione ha intervistato il nuovo coach delle arancionere per risponderci ad alcune domande.

Alessandro cosa vuol dire per te essere un allenatore?
«Ho deciso di far l’allenatore perché voglio trasferire il mio vissuto calcistico e le mie conoscenze che mi sono state date. Volevo rimettermi in gioco sin da quando ho deciso di lasciare il calcio giocato».

Cosa ti ha portato ad entrare nel mondo calcistico femminile?
«Ho allenato nelle giovanili nel Torinese, poi nel settore giovanile della Pro Vercelli, con in mezzo un’esperienza in Russia. Quando è concluso il mio rapporto con la Pro Vercelli, Massimo Pairotto mi ha chiamato dando una mano all’Independiente Ivrea. Inizialmente ero scettico, perché sapevo poco del femminile, poi nei due anni mi sono divertito molto, perché le ragazze vogliono conoscere, apprendere ed applicarsi. Mi piace molto questo mondo».

Da quest’anno sei capoallenatore dell’Independiente Ivrea. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
«L’Independiente Ivrea è una società sana che non ci ha mai fatto mancare nulla, e soprattutto ho trovato un’ambiente piacevole. Quando Massimo Pairotto ha deciso di lasciare, il Presidente mi ha chiesto di continuare il suo lavoro diventando capoallenatore della squadra ho accettato immediatamente».

Che differenze hai notato tra essere viceallenatore e capoallenatore di una squadra?
«Sono due ruoli diversi, ma allo stesso tempo mi piacciono molto, visto che ho rivestito entrambi gli incarichi. Se fare il viceallenatore ti devi comportare in una certa maniera, essere  capoallenatore di una squadre ti porta a di fare scelte decisionali importanti».

Buona parte della rosa dello scorso anno è stata confermata, segno che tu e la società avete puntato sulla continuità.
«L’obiettivo che ci siamo prefissati è mantenere una categoria che anno dopo anno sta alzando sempre di più il suo livello. Quest’anno riconfermare il settimo posto dello scorso anno sarà molto dura, perché ora non siamo più una sorpresa, e quindi dobbiamo meritarci sul campo la salvezza in Serie C».

Hai già qualche idea di gioco?
«Non ho un modulo fisso, mi adatto in base alle caratteristiche che hanno le giocatrici, poi dovremo valutare i nuovi innesti. Mi piace essere il più elastico possibile».

L’Ivrea è stato inserito nel Girone A di Serie C: che campionato potrebbe essere?
«Sarà un campionato simile a quello dello scorso anno, con formazioni che possono puntare alla Serie B, come il Freedom, la Pro Sesto, Il Pavia, l’Orobica».

Il passaggio al professionismo può essere fondamentale per la crescita del calcio femminile italiano?
«Sicuramente è importante, perché è stata una battaglia che hanno conquistato dopo tanti anni. Ben venga che arrivi, ma è normale che i costi si alzano. Vedremo se le società saranno pronte per affrontarli».

Che messaggio vuoi dare alle tue ragazze in vista della partenza della stagione?
«Vorrei dire alle ragazze di continuare a lavorare con l’entusiasmo e di essere quel gruppo che, in questi due anni, è diventato squadra».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Independiente Ivrea e Alessandro Di Bartolo per la disponibilità.

Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.