La Solbiatese Azalee ha conquistato il terzo posto del Girone A di Serie C in coabitazione col Pinerolo, battendo all’ultimo turno di campionato la Pistoiese. Tra le marcatrici presenti nel tabellino vi è anche la trequartista classe ’02 Fabiana Vischi, uno dei punti di riferimento delle nerazzurre, prima Azalee, e autrice di diciassette gol stagionali. La nostra Redazione ha raggiunto Fabiana per risponderci ad alcune domande.

Fabiana cosa vuol dire per te essere una calciatrice?
«Essere una calciatrice è una tradizione di famiglia, perché mio zio era un calciatore e mio papà, il quale che mi ha tramandato la passione per il calcio, era un allenatore e con seguivo le sue squadre fin da piccola. Sono poi entrata nell’Inter Femminile fino a quando non l’entrata dell’Inter FC non potevo restare lì, perché non avevo compiuto sedici anni e non potevo giocare in un’altra regione (Fabiana è di Verbania, Alto Piemonte, ndr)».

Quando hai scoperto di diventare una trequartista?
«Inizialmente ho giocato come difensore centrale, poi mi hanno spostato in avanti, e diciamo che sono più offensiva che difensiva, perché preferisco stare nel gioco, attaccare e rimanere al centro dell’azione».

Da sei anni sei una delle colonne delle Azalee, poi Solbiatese Azalee. Cosa vuol dire per te giocare per questa maglia?
«È stata l’ancora di salvezza, perché, dopo che non più potuto giocare per l’Inter, ho rivolto lo sguardo a questa società a loro e mi hanno accettato subito: vestire la maglia delle Azalee per me è un piacere».

Com’è l’ambiente delle Azalee?
«È un buon ambiente, perché c’è un gruppo unito sia dentro che fuori dal campo».

Come hai vissuto il passaggio da Azalee a Solbiatese Azalee?
«Ovviamente quando eravamo Azalee l’attenzione era tutta verso di noi, poi con l’approdo della Solbiatese qui ci si accentra su più parti, però qui c’è più professionalità, e questo dà una speranza in più al calcio femminile in sé, perché c’è più cura e più attenzione».

La Solbiatese ha chiuso al terzo posto nel Girone A di Serie C insieme al Pinerolo. Piazzamento giusto?
«È stato giusto, perché abbiamo peccato alcune cose. Potevamo arrivare almeno al secondo posto, perché abbiamo perso punti in maniera sciocca»

Il podio è stato certificato battendo 5-1 la Pistoiese. Secondo te può essere la fotografia della vostra stagione?
«Possiamo dire di sì, perché il primo gol subito è stato frutto di sciocchezze, poi è dovuto anche dalle condizioni del campo. Diciamo che abbiamo fatto un campionato basato su passi falsi compensati da grandi partite».

Tra le partite giocate con la Solbiatese qual è stata la partita più bella? E quella che vorresti rigiocare?
«A livello di risultati dico il 5-3 vinto contro il Pinerolo nel ritorno, perché abbiamo fatto una grande prova di squadra. Vorrei rigiocare la gara contro l’Arezzo, sempre nel ritorno, perché abbiamo perso per 2-0 senza neanche giocarcela».

Tu hai segnato diciassette reti in campionato. Ti aspettavi questo score? Il tuo gol preferito?
«Assolutamente no. Non ho mai giocato come trequartista, sono sempre stata a centrocampo, e il fatto di essere messa sulla trequarti mi ha permesso di fare tante reti. Il mio gol preferito è quello del primo pareggio contro l’Arezzo nell’andata (la gara poi è finita 2-2, ndr)».

Come valuti il Girone A di Serie C?
«Si è dimostrato veramente competitivo: non a caso abbiamo fatto fatica anche contro squadre che, sulla carta, erano deboli. Lo reputo di alto livello, con giocatrici molto forti».

Qual è stata, per te, la squadra rivelazione del campionato?
«L’Orobica, perché all’inizio è partito in sordina e poi è arrivato al quarto posto finale, poi il Genoa, perché, nonostante non abbia nomi di esperienza, è arrivato secondo».

La giocatrice del raggruppamento che ti ha stupito di più?
«In realtà ne ho due: Biancamaria Codecà del Pavia Academy, perché ha un passo in più rispetto alle altre, e Costanza Razzolini dell’Arezzo, che è una giocatrice di categoria superiore».

Il professionismo può essere un volano per la crescita del calcio femminile italiano?
«Sì, perché si pone maggiore attenzione al calcio femminile italiano, ma allo stesso tempo è un rischio, poiché molte squadre femminile non sono ancora pronte per questo passo. Il calcio femminile è un calcio fatto di passione e sacrificio, e questi valori non li perderà».

Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«Studio Scienze in Attività Psicologiche all’Università di Milano, la mia vita è incentrata principalmente tra studio e calcio».

Che aspettative hai sul tuo futuro?
«Quest’anno è arrivato il terzo posto, in futuro si può puntare a qualcosa d’importante. Il sogno è raggiungere la Serie B con la Solbiatese Azalee, con cui giocherà ancora il prossimo anno, oppure con un’altra squadra».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Solbiatese Azalee e Fabiana Vischi per la disponibilità.

Photo Credit: Fabiana Vischi

Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.