Francesca Gargiulo, fresca di Master in Scienze del Movimento Umano ottenuto presso la Vrije Universiteit di Amsterdam, con alle spalle la laurea magistrale in psicologia, ci racconta il suo lavoro di tesi. Presa a campione la squadra di calcio del   Football Femminile Lugano 1976, il focus della tesi del Master è stata la condivisione dei modelli mentali.

Da cosa è nata l’idea sulla quale hai basato la tua tesi?
Nei primi mesi di lezioni del Master in Human Movement Sciences ad Amsterdam, ho seguito due corsi di Psicologia dello Sport che ho trovato estremamente interessanti, incentrati sulle ricerche più attuali, in particolare relative al calcio, e da qui è nata l’idea della mia tesi.
Recentemente stiamo assistendo ad una fiorente linea di ricerca focalizzata sull’individuazione di processi cognitivi che influenzano la prestazione sportiva, così da aiutare gli atleti a raggiungere risultati fisici e mentali di alto livello. Attraverso la letteratura ho individuato un fattore principale che influenza in modo positivo la performance delle squadre: la condivisione dei modelli mentali. È proprio su questo argomento che ho deciso, insieme alla Professoressa Vana Hutter e al Professor Geert Savelsbergh, chiamato in Olanda “The Football Professor”, di svolgere un progetto di ricerca con la squadra di calcio femminile “Football Femminile Lugano 1976” che milita nella prima divisione del campionato svizzero. Il titolo del mio studio è: “The extent to which soccer players construct and share analogous Mental Models when interacting together to reach the same goal” (In quale misura i calciatori costruiscono e condividono modelli mentali simili quando lavorano insieme per raggiungere un fine comune.) Il modello mentale è l’idea che ogni membro della squadra ha riguardo l’obiettivo, il compito e l’ambiente. Maggiore è il grado di condivisione del modello mentale della squadra, migliore sarà la sua performance.

Elenca i tratti principali della tesi, da come è nata fino alla procedura di lavoro.
Il progetto di tesi è incentrato su tre metodi di ricerca: un questionario online, un’intervista vis à vis e l’analisi di small-sided games. Ho deciso di utilizzare questi tre metodi di indagine, perché non sono mai stati utilizzati in ricerche precedenti relative alla stessa tematica.
Le ragazze della squadra oggetto della ricerca hanno risposto al questionario online una settimana prima dell’intervista, le ho poi incontrate individualmente e ho posto loro delle domande con un ausilio grafico; infine ho analizzato le partitelle composte da 6 giocatrici contro 6 per comprendere se le risposte che mi avevano dato attraverso i primi due metodi di indagine fossero coerenti con il comportamento messo in atto in campo in situazioni di gioco reali.

Cosa è emerso come risultato finale della tesi?
Dai risultati è emerso che è possibile calcolare il grado di condivisione del modello mentale di una squadra attraverso i tre metodi utilizzati, e che tale percentuale può essere aumentata attraverso una serie di attività, sportive e non.

E’ stato difficile trovare, raccogliere e elaborare i dati per la tua tesi?
Per cominciare, non è stato semplice trovare una squadra femminile che partecipasse al campionato di serie A e che mi permettesse di svolgere il lavoro di ricerca. Ringrazio il Football Femminile Lugano per la disponibilità offertami nel condurre lo studio con loro e l’attenzione rivoltami ogni qualvolta avessi bisogno di ulteriori informazioni o momenti da dedicare al mio lavoro di tesi.

Come può aiutare la presenza di uno psicologo all’interno di una società sportiva?
Lo psicologo all’interno di una società sportiva può svolgere diverse attività. Ritengo che tale figura debba essere ricoperta da uno psicologo, esperto però anche della disciplina sportiva nella quale si trova a lavorare, poiché l’osservazione di allenamenti e partite o gare porta con sé una così grande quantità di informazioni che non può essere scissa con il lavoro fuori dal campo. Conoscere le regole, gli schemi e i movimenti propri di uno sport non basta per comprendere perché un atleta scelga di comportarsi in un determinato modo piuttosto che in un altro, è fondamentale conoscere anche i principi di gioco della società nella quale si è immersi, poiché sono alla base del gioco di tutti i suoi atleti. Da queste informazioni nascono tutta una serie di attività che uno psicologo, solo se trova fiducia reciproca nei membri dello staff, può svolgere: supporto all’allenatore riguardo la conduzione dell’allenamento dal punto di vista comunicativo e gestionale; monitoraggio di alcune variabili singole e/o di squadra quali la leadership, la cooperazione, la comunicazione e la condivisione dei modelli mentali; supporto agli atleti infortunati durante il periodo di recupero e molto altro ancora. Interessanti ma più complicate da effettuare sono tutta una serie di attività focalizzate al miglioramento della prestazione sportiva (ad esempio attività sulla percezione del movimento, sull’anticipazione dei movimenti dell’avversario, sull’attenzione visiva,…). Purtroppo le società sportive e gli allenatori ancora non sono consci dell’importanza di tutto ciò, sono restii ad attuare queste attività “fuori dal campo” poiché ritengono che ciò tolga tempo prezioso all’allenamento. Al contrario, gli studi dimostrano che tutte le attività di questo tipo portano fino ad un 30% di miglioramento della performance degli atleti, cosa osservabile in campo.
Concludo riportando l’attività che, società sportive, allenatori e genitori si aspettano da uno psicologo: ovvero la gestione delle relazioni tra genitori e società, genitori e bambini/e, allenatore e atleti. Pur essendo questa l’attività più gettonata, oserei dire l’unica attività che molte società concedono allo psicologo, questa non è altro che una delle tante competenze che uno psicologo dello sport può mettere in gioco.

Com’è stato intraprendere un corso all’estero in lingua inglese? Che suggerimenti dai a chi volesse intraprendere questo percorso?
Frequentare un Master all’estero è stata un’esperienza stupenda. La mia decisione di intraprendere un corso di studi fuori dall’Italia è nata dal fatto di volermi arricchire professionalmente completando la mia formazione principalmente umanistica, con conoscenze scientifiche e di ricerca. Vivere, studiare e relazionarmi con studenti internazionali, di diverse culture, mi ha permesso di allargare i miei orizzonti mentali e di perfezionare notevolmente il mio inglese. Con loro mi sono trovata a studiare fino a tarda notte e nei weekend piovosi olandesi; non c’era domenica che non ci vedesse in biblioteca (ebbene sì, l’Università e le biblioteche sono aperte anche di domenica). Ho imparato a lavorare sotto pressione e ad ottimizzare al meglio il mio tempo, a fare ricerca e a lavorare in gruppo. Durante il poco tempo libero che avevo a disposizione sono riuscita ad allenare la squadra U15 della società Sc Buitenveldert e ad assistere a tutte la partite dell’Ajax femminile.
Ritengo di avere fatto un’esperienza di studio, ma soprattutto di vita notevole, di aver acquisito moltissime competenze professionali e di essere cresciuta anche come persona. Per tutto ciò, consiglio vivamente ad ogni studente di qualunque facoltà universitaria di provare a vivere un’esperienza di questo genere uscendo dalla confort zone che pur essendo rassicurante, non ci permette di crescere.

Ora cosa prevede il futuro?
Attualmente sto svolgendo il tirocinio post lauream di Psicologia presso l’A.C. Milan; e a luglio mi aspetta l’esame di stato. Il mio sogno è di entrare a far parte di una società italiana di calcio professionista come Psicologa dello Sport, ma non escludo anche un trasferimento all’estero.

Un grande ringraziamento all’esperta di psicologia dello sport Francesca Gargiulo a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per il futuro!

Credit Photo: Francesca Gargiulo