Con la passione del pallone fin da piccola, Giulia Ragione, classe ’94 e originaria di Lecco, è una calciatrice del Real Meda, squadra militante in Serie B. Muove i primi passi nel mondo del calcio all’età di otto anni giocando con i maschi, alternando la passione del calcio con quella del basket, dove alla fine sarà questa prima a prevalere. L’approdo nel calcio femminile arriva in prima superiore con la squadra dell’A.C.D. Rancio dove partecipa per due stagioni al Campionato di Serie D in Lombardia. La stagione successiva arriva la chiamata dal Real Meda e Giulia decide che è arrivato il momento di fare il salto di qualità: inizia a giocare nella società brianzola partecipando al Campionato Primavera che la lancerà a limitare in Serie B, dove ora dopo 7 anni continua a giocare.
La vita calcistica non si ferma solo al campionato di calcio a 11, ma nella sua carriera sono presenti Campionati Universitari di Futsal con la maglia dell’Università del Sacro Cuore di Milano, e inoltre Giulia è stata selezionata per partecipare ai Mondiali di Football Sala che si terranno a Catalunya a Novembre 2017.
Inoltre si è recentemente laureata in Scienze Motorie sempre presso l’Università del Sacro Cuore di Milano, portando una tesi sul calcio femminile: “Differenze tra calcio femminile in Italia e calcio femminile all’estero” di cui ci parlerà anche nelle prossime settimane!

Come è andato il campionato di Serie B con il Meda in questa stagione, eccetto per il dettaglio dell’infortunio?
Il campionato è andato bene, sia a livello personale, infortunio finale a parte, che a livello collettivo.
Ci siamo posizionate quarte al termine della stagione, un buon piazzamento considerando che eravamo partite non benissimo. C’è da dire che eravamo una delle squadre più giovani del nostro girone, con molta gente che era alla prima o seconda stagione in un campionato di categoria, quindi possiamo ritenerci più che soddisfatte della stagione appena conclusa, anche se con un po’ di amaro in bocca per certi punti persi in maniera un po’ ingenua. Rinnovo però i complimenti al Valpolicella per la promozione in Serie A, più che meritata. 

Pensi di riuscire a tornare in campo per la nuova stagione e affrontare anche i Mondiali di Football Sala in Spagna?
Spero di tornare in campo e soprattutto di rientrare in forma subito per l’inizio della prossima stagione, purtroppo l’infortunio che ho subito è stato abbastanza grave e non mi ha permesso di disputare le ultime 5 partite di campionato e di non poter nemmeno partecipare alle amichevoli con la Nazionale di Football Sala in vista del mondiale. 
Se recupererò per il Mondiale? Io sono molto fiduciosa e la mia volontà è quella ovviamente di recuperare bene, senza fretta per poter rientrare il prima possibile. 

Allenare una squadra rientra tra i tuoi progetti futuri da realizzare o pensi ad altri piani?
Allenare i bambini o le bambine non mi dispiacerebbe, ora come ora è un po’ difficile perché tra l’università e i miei allenamenti e partite non vicini a casa è un po’ complicato far coesistere tutto. I più piccoli hanno bisogno di figure sempre presenti e che si dedichino a loro al 100%.

Oltre a giocare in Serie B, sei parte della squadra di calcetto della Cattolica. Preferisci il calcio a 11 o a 5?
Gioco con la squadra dell’università da ormai 4 anni, dove ho avuto tante soddisfazioni con la mia squadra e dove ho incontrato tantissime persone di altri atenei oggi molto mie amiche. Il calcio a 5 è diverso rispetto al calcio 11, non c’è mai pausa, bisogna correre sempre ed è molto più veloce anche come ritmo di giocate. 
Con il calcio a 11 ci sono nata e rimarrà sempre la mia prima scelta finché il mio fisico mi permetterà di giocare a certi livelli, il calcio a 5 con l’università, dal canto suo, mi ha fatto scoprire un modo diverso di giocare e mi ha appassionata.

Cosa pensi riguardo al concetto che il calcio femminile in Italia è visto come uno sport da uomini?
Penso che purtroppo siamo un Paese con una mentalità molto indietro rispetto alle altre realtà europee/mondiali e abbiamo un sacco di pregiudizi. 
Per capirci, siamo un paese che vede ancora il calcio come uno sport solo maschile, la pallavolo come uno sport prettamente femminile così come la danza, ecc.
Questi pensieri sessiti portano molte ragazze ad allontanarsi da uno sport, in questo caso il calcio, perché sommerse da pregiudizi o dei genitori stessi o degli amici e virare su altro.

Come pensi si possa far crescere il calcio femminile in Italia?
Innanzitutto bisogna avere ai vertici persone che vogliono davvero promuovere questo movimento. Poi penso che con l’aiuto delle squadre maschili, che militano in campionati professionistici, accorpandosi squadre e facendo propagande varie, come trasmettere le partite in televisione su canali possibilmente visibili e conosciuti a tutti e non canali visti da 20 persone, parlandone sui giornali anche dedicando articoli con titoli grandi e non sempre alle ultime pagine in un angolo dove non legge nessuno, semplicemente parlarne così come si parla ogni giorno di calcio maschile. Piccole cose che inizierebbero a far diventare pian piano grande un movimento che merita le stesse attenzioni del calcio maschile, perché l’impegno e il sacrificio è lo stesso, peccato che le “ricompense” sono nettamente differenti.
Ultimante stiamo facendo progressi, speriamo che si continui su questa strada.

Hai recentemente conseguito la Laurea in Scienze Motorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano portando come tesi proprio un argomento collegato al calcio femminile. Ti andrebbe di raccontarci un po’ di questa tesi nelle prossime settimane?
Ho da poco conseguito la laurea in triennale in scienze motorie e ho deciso appunto di portare come argomento di tesi proprio le differenze del nostro calcio e del calcio femminile all’estero; argomenti che avrò il piacere di presentarvi nelle prossime settimane!

Un ringraziamento a Giulia Ragone per la disponibilità dell’intervista a cui auguriamo di recuperare dall’infortunio e tornare in campo al più presto. Intanto la aspetteremo nelle prossime settimane con “speciali” firmati Giulia Ragone.

Credit Photo: Giulia Ragone – Facebook