Il gioco del calcio, con una palla e due porte, è ormai solo una sineddoche per un sistema molto più complesso e articolato. L’evoluzione del pallone è evidente e oggi la “squadra” non sono più solo gli/le 11 in campo, bensì un insieme molto più denso. Uno di questi ingranaggi chiave che può cambiare le sorti di una partita è il Match Analyst.
Già presente nei settori maschili, ha fatto la sua comparsa anche nel mondo femminile diventando ormai un anello fondamentale della catena. Ne abbiamo parlato con Marco Merola, ventinovenne Match Analyst della Fiorentina Women’s FC che dal 2018 segue e prepara le partite della viola.

Per prima cosa può descriverci in maniera semplice la sua professione?
Cosa fa un Match Analyst?

“Sarebbe più facile mostrarlo che spiegarlo, dovrei aprire il computer e far vedere una partita. Sintetizzando un Match Analyst analizza la prestazione collettiva in allenamento e in partita. Ci soffermiamo molto più su di noi che sugli avversari, analizziamo la performance della squadra. Non è sempre chiaro a tutti, qualche giocatrice non si ricorda mai il nome del mio ruolo per cui dico sempre “chiamatemi video analista” (ride)”.

In questo periodo particolare quanta astinenza di calcio c’è e professionalmente come riesce a colmarla?
“C’è tanta astinenza, ma il nostro lavoro non si ferma. Sto seguendo le sedute di Fabio e Giacomo (Barducci e Palchetti, preparatori fisici ndr) e stanno facendo un lavoro incredibile. Personalmente sto già lavorando alla prossima stagione, analizzando le nostre partite già giocate e preparando applicazioni per il futuro. All’inizio del lockdown ho iniziato a guardare i match contro i nostri probabili futuri avversari, così da essere pronto in caso di ripresa del campionato. Potrebbe essere un lavoro a tempo perso ma non lasciamo niente al caso. Poi ho iniziato a dare più importanza ai nostri movimenti riguardando le nostre performance, insieme ad alcune partite di Champions League maschile”.

Qual è l’importanza dei dati che raccoglie durante le partite?
“Già durante la stagione teniamo d’occhio i dati e per quanto ci siano diverse scuole di pensiero restano una parte fondamentale. Mister Cincotta ad esempio vuole guardare i numeri, è per questo che durante la stagione ha cambiato ruolo a diverse giocatrici per farle rendere meglio. Pensiamo a Vigilucci che ha giocato in ogni posizione, o alla stessa Guagni che ha fatto terzino ma anche esterno di attacco! Poi ci sono i dati di reparto: la nostra difesa ha una serie di statistiche importanti di cui andare orgogliosi. È fondamentale avere questi dati come riferimento, anzi passarli all’allenatore il più spesso possibile per dargli un ulteriore aiuto”.

Ecco che tipo di collaborazione c’è tra Match Analyst e Allenatore?
Il rapporto cambia, anche a seconda di apertura mentale e conoscenza dell’utilità del mio lavoro. Io sono fortunato perché Mister Cincotta, oltre ad avere una vasta esperienza nel settore femminile, ha subito preso in considerazione il mio lavoro e ne ha capito l’applicazione. Questo mi ha dato fiducia e autostima per poter sottoporre le mie considerazioni. Devo dire che fin dal mio primo giorno anche gli altri mi hanno preso sottobraccio e hanno mostrato disponibilità e attenzione. Tra di noi c’è una sinergia che funziona, purtroppo non è sempre così e la figura del Match Analyst talvolta è quasi “denigrata””.

Invece molto spesso è l’asso nella manica di una squadra perché evidenzia punti forti e deboli di entrambe le squadre in campo.
Durante il match di cosa si occupa, quando interviene?
“Il giorno gara decide il Mister se ha bisogno di me in campo o in tribuna. Quando non c’era la panchina aggiuntiva andavo in tribuna nella parte di campo dove il Mister voleva arrivassero consigli precisi, quest’anno invece sono a bordocampo. Qualcuno potrebbe obiettare che da lì non controllo la tattica ma non è così. La partita è il riassunto della settimana, il grosso del lavoro viene fatto sul campo di allenamento e durante il match controllo da vicino l’applicazione”. 

Il momento più delicato è l’intervallo, quando potete decidere se cambiare in corsa o mantenere l’assetto tattico.
“Quando rientriamo negli spogliatoi Mister Cincotta vuole sapere cose precise: cosa è successo rispetto alla nostra idea tattica, come si comporta la difesa, come risolvere le difficoltà. Solitamente insieme allo staff tecnico ci riuniamo qualche minuto confrontandoci prima che Mister Cincotta parli alle ragazze. Poi le decisioni su tattica e cambi restano al Mister: durante la settimana gli ho già fornito tutto il materiale”. 

La squadra come vive il suo lavoro? C’è differenza tra settore maschile e femminile?
“Quando sono arrivato al settore femminile ho trovato ho trovato un ambiente molto accogliente per la mia figura professionale. Le ragazze non si accontentano, vogliono rivedersi, capire gli errori e per questo mi chiedono anche clip personali. Talvolta preparo anche clip per reparto e con Mister Cincotta riguardiamo alcune situazioni. Mi hanno spiazzato perché capiscono e apprezzano il contributo del Match Analyst”.

In due anni ha raccolto molte vittorie, alcune frutto proprio del lavoro settimanale. Anche in questa stagione le statistiche parlano per voi.
“Sono molto orgoglioso di quanto fatto in questi anni. Mi ricordo soprattutto la mia prima partita importante valevole per un trofeo, ovvero la Supercoppa. Avevamo studiato le transizioni offensive al dettaglio e dopo appena 30” le ragazze misero in pratica uno dei miei consigli. Avevo i brividi. Poi arrivò la vittoria ma ce la godemmo poco, dovevamo pensare già al prossimo impegno. Questa stagione il livello si era alzato molto ma stavamo giocando bene. Mi hanno impressionato positivamente la Juventus e la Roma, hanno un’organizzazione di gioco ottimale. Mi è dispiaciuto questo stop, la nostra squadra ha uno zoccolo duro di giocatrici esperte e un nucleo di giovani promettenti: soprattutto queste ultime avrebbero potuto vivere una stagione positiva e migliorare ancora”.

Invece in Europa quanto è difficile preparare le partite?
“Appena viene effettuato il sorteggio inizio a studiare la squadra avversaria, i profili delle giocatrici e il gioco. Grazie ai software di oggi riusciamo a colmare il gap anche con le squadre meno famose, lo facciamo anche in Campionato. Con Fortuna Hjorring, Chelsea e Arsenal è stato sicuramente più facile”.

La sua è una professionalità quindi molto utile per vincere le partite. Quando andrebbe introdotta a livello giovanile?
“È un tema delicato: nei settori giovanili bisognerebbe usarla solo per controllare i miglioramenti fisici e atletici, solo questo. I bambini si devono divertire, la tattica va introdotta più tardi con la maturità del calciatore. Ovviamente ognuno sceglie il momento migliore per avvicinare i giovani in base ai propri obiettivi, ma credo che fino ad una certa età bisogna concentrarsi su altri valori”.

A livello personale riesce a “sfruttare” la sua professionalità nelle partite con gli amici, nei videogame o guardando le partite in tv?
“Con gli amici preferisco non guardare le partite, divento quasi antipatico perché blocco la schermata per controllare gli schieramenti, il mio lato professionale prende il sopravvento! E anche quando gioco a FIFA spesso perdo perché voglio fare troppa tattica e troppi schemi. Sul campo di gioco è la stessa storia: gioco a calcetto con gli amici che vogliono solo divertirsi, non vogliono sentir parlare di schemi! Per quello vado sul campo con gli altri membri dello staff viola e partecipo alle loro sfide come colpire i coni da una certa distanza, o la traversa. In realtà io e Giacomo (Palchetti, preparatore fisico ndr) siamo i più svantaggiati perché siamo tecnicamente scarsi. Però ci proviamo!”

Per chiudere, il settore femminile rischia di perdere il vantaggio accumulato con il Mondiale e il Campionato. Essendo parte di questo mondo come vive questa incertezza?
“La Famiglia Commisso ci è vicina e questa per noi è una garanzia. I loro progetti sono a lungo termine e il Presidente ribadisce sempre quanto punti sul settore femminile. Noi ci impegniamo al massimo e devo ringraziarli per la loro disponibilità e fiducia. Da parte nostra posso assicurare che lavoreremo professionalmente come sempre e il calcio femminile continuerà a crescere”.

Credit Photo: Alessio Boschi