Lucia Di Guglielmo, capitano e simbolo dell’Empoli Ladies, si è raccontata ai nostri microfoni parlando della stagione con la maglia azzurra, delle emozioni che provoca la fascia da capitano e del riconoscimento dello status di professioniste.

Ormai è un chiodo fisso per il nostro movimento ed in primis per voi giocatrici. Assodato il fatto che in questo speciale periodo storico potrebbero essere altre le cose a cui pensare, ma secondo te quando potrà arrivare finalmente lo status di professioniste? E quanti benefici porterebbe con sé?
“Penso che questo particolare periodo storico abbia messo in evidenza la mancanza di tutele nei confronti di tutto il sistema calcio femminile: giocatrici e club. È difficile capire le intenzioni della Federazione in fatto di tempistiche, ma sicuramente dall’approvazione dell’emendamento Nannicini si è iniziato a considerare concretamente la possibilità di passare allo status di professioniste. Professionismo significa tutele, contributi, forme assicurative, significa non dover più scegliere fra questo sport e il proprio lavoro.”

Molte ragazze come te hanno realizzato il proprio sogno di giocare stabilmente in Serie A. Cosa consiglieresti a tutte quelle ragazzine che puntano ad arrivare dove sei arrivata tu?
“Non abbiate paura di sognare in grande, cercate di prendere il meglio da ogni persona che incontrerete sulla vostra strada e non smettete mai di aver voglia di imparare. Dovrete fare dei sacrifici e ci saranno momenti difficili, ma ne varrà la pena.”

Essere capitano e simbolo di una squadra importante come l’Empoli è indubbiamente una grandissima responsabilità, mettendo in mezzo anche i tuoi 22 anni la cosa si fa ancora più difficile, ma non per te. Come hai acquisito l’autorità necessaria per guidare un gruppo come quello azzurro?
“Nella mia carriera al Castelfranco, oggi Empoli, ho avuto la fortuna di avere tre capitani che hanno lasciato un segno indelebile dentro di me, mi hanno insegnato tanto come giocatrici e come persone e per questo sono fiera di indossare la fascia portando in campo i loro valori, che oggi sono anche i miei. Non la definirei autorità, non mi piace imporre il mio pensiero, ho sempre cercato di guidare il gruppo provando ad essere il miglior esempio possibile per le mie compagne. Riconosco di essere giovane e questo sicuramente mi ha portato a fare scelte sbagliate in alcune situazioni, ma ho sempre sentito la fiducia e il supporto della mia squadra.”

Gruppo di cui fa parte la tua amica “caffettara” Cecilia Prugna. Qual è il rapporto con lei ma anche con le altre tue compagne di squadra?
“Io e Cecilia abbiamo iniziato insieme il percorso nel calcio femminile. Pur avendo giocato fin da piccole in due squadre maschili della provincia di Pisa, non ci siamo mai incontrate sui campi prima del nostro arrivo al Valdarno CF. Siamo cresciute insieme, è una delle persone che mi conosce meglio e per questo mi confronto spesso con lei dentro e fuori dal campo. Ho un ottimo rapporto anche con le altre compagne: siamo prima un gruppo che una squadra e questo ci ha permesso di fare un grande campionato fino a qua.”

Sulla ripresa del campionato in corso tutto tace, ma fino all’interruzione stavate disputando un’ottima stagione e stavate conquistando una salvezza ampiamente tranquilla. Quali sono le tue considerazioni sia personali che di squadra? E secondo te bisognerebbe tornare a giocare o aspettare l’inizio della prossima stagione?
“Sono molto soddisfatta del campionato che abbiamo disputato fino ad ora, partita dopo partita siamo cresciute individualmente e collettivamente e questo ci ha permesso di esprimere un buon calcio. Mi dispiacerebbe non portare a termine il percorso di quest’anno. In un momento come questo è importante dare continuità alla visibilità che il calcio femminile ha acquisito dopo il mondiale in Francia e fermare il campionato inciderebbe non poco sulla crescita dell’intero movimento. Credo sia importante tornare a giocare il prima possibile, ma il protocollo deve essere lo stesso degli uomini altrimenti è meglio non riprendere.”

Stagione che per te ha riservato moltissime soddisfazioni come la partita al Castellani contro la Juventus e la convocazione allo stage Under 23 in Nazionale, il tutto arricchito da quel gol importantissimo contro il Milan, il tuo primo in Serie A. Che emozioni ti ha provocato insaccare quel pallone in rete? E qual è stata la prima persona a cui hai pensato?
“L’emozione è stata indescrivibile, non è stato solo il primo gol in serie A, è stato quello che ci ha permesso di portare a casa 3 punti su un campo difficile come quello del Milan, la prima vittoria contro una big al termine di un girone d’andata sorprendente. Ho pensato a mio papà e a tutte le volte in cui mi ha chiesto di fare un gol per lui.”

Molte giocatrici italiane hanno provato a sfondare all’estero ed affermarsi lì come calciatrici. A te piacerebbe in futuro fare un’esperienza fuori dall’Italia?
“Non escludo questa possibilità, mi piacerebbe molto confrontarmi con una mentalità nuova e un modo di giocare diverso da quello italiano. Credo sia un’esperienza di vita che ti arricchisce molto.”

Nella tua carriera hai affrontato giocatrici di tutti i tipi e di tutte le carature, ma qual è quella che ti ha messo in difficoltà più di tutte?
“Probabilmente De Vanna, nella partita del girone di andata contro un’ottima Fiorentina.  Dovendola affrontare, ho sofferto molto la sua esperienza e la sua fisicità.”

Concludendo, sperando che ciò avvenga il più tardi possibile, come vorresti essere ricordata quando appenderai le scarpette al chiodo?
“Nel mio piccolo, spero di essere ricordata per la mia grinta, determinazione e spirito di squadra.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Lucia Di Guglielmo e l’Empoli Ladies per la disponibilità.

Credit Photo:Empoli Ladies