Come molte ragazze anche Lucia Mallardi inizia a giocare a calcio per strada, con gli amici, facendo le tipiche partitelle di calcetto sotto casa, per poi approdare nel calcio a 5 all’età di quattordici anni e passare a quello a 11 ai diciotto con il Giulianova in Serie C abruzzese e poi con l’Atletico Ortona 2004 conquistando l’ambita promozione in B. L’anno dopo gioca, sempre con l’Atletico Ortona 2004, il campionato nazionale di serie B e quello dopo ancora  arriva la chiamata da parte della Lazio Calcio Femminile, nella massima serie, ovvero in A e Lucia coglie l’occasione di trasferirsi e giocare ai massimi livelli italiani. Ma lei non si lascia sfuggire nemmeno l’opportunità di volare all’estero in Germania: gioca così il primo anno in Regionaliga con la maglia TeBe Berlin, società storica tedesca famosa per aver cresciuto i fratelli Boateng. Successivamente, un breve periodo in 2 Bundesliga  con l’Hertha Berlin, poi un ritorno in Regionaliga con FC Internationale Berlin e nuovamente la 2 Bundesliga con FC Viktoria 1889. Tra le sue esperienze ci sono state una parentesi artistica da calciatrice free styler, appunto con il pallone da calcio e nell’estate 2016 nel beach soccer con la società Beach Kick Ladies Berlin, finalista proprio nella stessa estate, della prima Champions League di Beach Soccer Femminile a Catania. Nella stagione 2016/2017, torna in 2 Bundesliga con la societá Blau Weiß Höhen Nouendorf. A inizio stagione peró, un brutto infortunio la costringe a saltare l’intero campionato. Nel contempo è diventata allenatrice con licenza C – Uefa.

Da dove è nata la passione per il calcio?
Bella domanda! Non ricordo esattamente…Credo di aver cominciato a calciare un pallone appena messi i piedi per terra! In realtà ho ereditato il talento di mio padre. Fin da piccola facevo giochi con il pallone che gli altri bambini non riuscivano a fare, in modo completamente naturale. Un talento puro. Nessuno me lo aveva insegnato. Ricordo che mio fratello maggiore chiedeva a mio padre come facessi e perché lui invece non ci riuscisse. Io e mio padre ci guardavamo ed entrambi non avevamo una risposta…Eravamo uguali! La natura mi ha donato questa passione ecco!

Come sei passata a giocare dall’Italia alla Germania?
Durante il campionato 2010/2011 militai in Serie A tra le fila della Lazio Calcio Femminile, storica squadra di calcio femminile italiana, della carismatica presidentessa Elisabetta Cortani. Lei mi diede una grande opportunità quell’anno. Finita la stagione, avevo voglia di una nuova esperienza. L’idea di giocare all’estero, è sempre stata nella mia testa. Ero in contatto con diverse squadre straniere. L’offerta migliore arrivò dalla Germania, in cui si stava svolgendo il mondiale femminile 2011, vinto poi dal Giappone, trionfante in finale contro la blasonata Nazionale Statunitense. Senza pensarci troppo, feci la valigia e partii alla volta di questa nuova esperienza in Deutschland, precisamente a Berlino. 

Com’è  il calcio femminile tedesco?
Il calcio tedesco è un calcio più duro. Molto più fisico di quello italiano, che è invece più tecnico e tattico. In realtà, in Italia, con un progetto fatto bene che punti alla crescita ed allo sviluppo del calcio femminile ed investimenti adeguati, potremmo avere enormi margini di miglioramento ed essere più competitive anche a livello internazionale. C’è da ammettere certo che il livello atletico in Bundesliga è più alto rispetto a quello della Serie A italiana. Questo è dovuto, appunto, al fatto che da diversi anni in Germania, si è dato vita ad un progetto di calcio femminile e sono stati fatti ingenti investimenti da parte della federazione. Qui, infatti, già da svariato tempo, si è raggiunto il livello professionistico anche nel settore femminile con tutti i diritti del caso, anche se l’ammontare degli stipendi è molto più basso rispetto a quello maschile.

Progetti per il futuro?
Quest’anno avevo cominciato la stagione in una squadra di 2 Bundesliga. A inizio campionato, un infortunio mi ha costretta a saltare praticamente tutto il campionato. Durante questo periodo di stop, ho avuto tempo di prendermi il patentino C-Uefa da allenatrice e di cominciare ad allenare due squadre di ragazzine alle prime armi, con le quali, proprio un mese fa, abbiamo vinto i rispettivi campionati di categoria. È stata un’esperienza bellissima! Quest’anno, vorrei ricominciare a giocare a dire la verità. Potrei pensare anche ad un rientro in patria, dipenderà da cosa bollirà in pentola durante l’estate. In futuro però non abbandonerei l’ipotesi di tornare ad allenare…

Credit Photo: Lucia Mallardi