BOLZANO. Palla al centro nel calcio femminile. Non una sorta di anno zero dopo la discesa in serie B del Cf Alto Adige ma sicuramente un momento di riflessione perchè le luci della ribalta della massima serie si sono abbassate ma resta comunque vivo l’interesse per una disciplina che comunque può contare su due formazioni in serie B come lo stesso Cf Alto Adige e l’Unterland Damen, su una serie C regionale di alto profilo con squadre come il Brixen che ha puntato su un’allenatrice di serie A come Silvia Marcolin e sull’onda lunga del secondo posto della rappresentativa altoatesina al Trofeo delle Regioni e al successo delle ragazzine del Brixen alla fase nazionale della Gazzetta Cup.

E chi meglio può fotografare la realtà di Manuela Fiedler, che per anni è stata responsabile del settore femminile del Comitato altoatesino della Figc, ma già giocatrice di buon livello con la maglia del Cf Alto Adige e anche allenatrice.

«In Alto Ádige c’è un grande potenziale – afferma la Fiedler – ci sono tante ragazzine promettenti e di talento e che soprattutto hanno voglia di sacrificarsi e i recenti successi della rappresentativa e delle ragazzine del Brixen lo dimostrano».

Però si potrebbe fare di più?
«Sicuramente c’è poca disponibilità da parte della Lega nazionale dilettanti alle varie esigenze territoriali magari estendendo ad esempio le annate per le ragazze. Ma è a livello scolastico che si potrebbe intervenire allestendo magari dei campionati scolastici già a partire dalle elementari seguendo il modello germanico».

Ma come lavorano le nostre società?
«Ci sono società che lavorano molto bene con le giovani e mi vengono in mente il Brixen, il Vipiteno e il Maia Alta e altre che sono invece “prigioniere” di una mentalità sin troppo paesana. Ci vorrebbe più formazione anche per i tecnici e più collaborazione tra i vari club».

C’è la cultura del calcio femminile?
«In Alto Adige abbastanza rispetto ad altre zone italiane però sarebbe opportuno coinvolgere anche le società maschili magari introducendo dei benefit per quelle che allestiscono delle formazioni femminili. In questo modo si potrebbe fare un salto di qualità. A livello nazionale mi sembra che solo la Fiorentina si sia mossa in tal senso».

Arriveremo mai a vedere ventimila persone allo stadio per una partita di calcio femminile?
«Se ci raffrontiamo con Germania, Canada o Svezia allora parliamo di un altro mondo ma credo che il calcio femminile in Italia abbia delle grandi possibilità di crescita anche se per gradi».