Il Como, leader del campionato di Serie B con ventiquattro punti, tornerà in campo sabato, quando incrocerà, nei quarti di finale di Coppa Italia, la Roma, in un match dove sono già stati venduti tutti i biglietti messi a disposizione dal club comasco. Un gruppo, quello guidato da Sebastian De La Fuente, che si sta rivelando molto importante, formato da giovani di qualità unite a pedine di esperienza, e tra queste vi è Margherita Salvi, portiere classe ’97 e al suo primo anno con la maglia lariana. La nostra Redazione ha raggiunto Margherita per risponderci ad alcune domande.

Margherita cosa vuol dire per te il portiere?
«All’inizio è stato un caso, poi è diventata una vocazione e una missione. È bello perché strozzo l’urlo dei gol alle avversarie e, allo stesso tempo, veder segnare le mie compagne».

Quando hai capito che il pallone sarebbe stato parte integrante della tua vita?
«Ho sempre giocato fin da piccola con mio fratello e coi miei fratelli. Quando ho portato mio fratello alla Scuola Calcio mi hanno fermato chiedendomi se volessi giocare anch’io, e da lì non ho più smesso».

Hai iniziato la tua avventura nell’Atalanta Femminile: cosa ti ha lasciato?
«L’Atalanta Femminile è stata una grande società, mi ha dato l’opportunità di giocare in Prima Squadra, e lì ho visto il vero calcio femminile di quel tempo, dove c’erano Bardolino, Torres e Tavagnacco, squadre che fino a qualche tempo fa, davano calcio-spettacolo».

Poi sei approdata all’Orobica, dove nel 2014 hai vinto la Serie B.
«Quell’anno lì è stato veramente bello, perché c’era un bel gruppo che ci ha permesso di vincere il torneo come miglior difesa. Per me è stata una bella soddisfazione».

In cadetteria ci sono Chievo e San Marino, due formazioni che sono state fondamentali per il tuo percorso.
«Al Chievo sono stata due anni fa, fino allo stop causa Covid, e lì mi sono trovata bene, sia come squadra che come staff tecnico. Al San Marino, lo scorso anno, ho vissuto un’esperienza comunque positiva, nonostante non avessi giocato molto».

Quest’anno sei al Como: cosa ti ha portato a giocare lì?
«Innanzitutto, il progetto a lungo termine e serio propostomi dai dirigenti, dalla gran voglia di investire nel calcio femminile da parte del presidente. Ho parlato col mister e con il preparatore e mi hanno mostrato molta professionalità; quindi, ho preso il Como come un’opportunità».

Opportunità sfruttata bene, visto che il Como è primo in Serie B: sorpresa del piazzamento?
«Diciamo che siamo una squadra praticamente nuova, non era scontata questa cosa. Ma fin da subito non ci sono state pressioni, perché c’è un gruppo che non deve fare un exploit e basta, ma una squadra fatta bene. Siamo unite e questo ci ha permesso di lavorare bene e nei minimi dettagli, e questo è merito dello staff che ci sta mettendo in queste condizioni».

Che Serie B hai visto dopo undici giornate?
«Una Serie B equilibrata, con squadre che possono puntare ai primi posti e perdere punti con qualsiasi formazioni. Le gare sono diventate molto difficili. Questo è un bene, perché non si può sottovalutare nessuna partita».

Quale club cadetto ti ha sorpreso in positivo?
«Il Chievo che, rispetto all’anno scorso, non pensavo facesse un bel campionato, e poi il Cortefranca che sta facendo bene, ma non mi sono stupita più di tanto visto che ha nomi importanti».

Il Como, come se non bastasse, ha stupito tutti, andando ai quarti di Coppa Italia.
«L’abbiamo combinata grossa! Col Sassuolo sapevamo che sarebbe stata una faticosissima montagna da scalare. Abbiamo preparato la gara nei minimi dettagli, quindi sapevamo cosa fare. Non era così scontato centrare questa qualificazione, visto che avevamo davanti la seconda forza del campionato».

Sabato ci sarà l’andata contro la Roma: che partita sarà secondo te?
«Anche qui sarà una gara molto difficile, soprattutto perché loro hanno delle individualità importanti. Fisicamente, tecnicamente e tatticamente sono forti, perché la Roma è in lotta per la Champions. Noi la prepareremo come sempre, e vedremo cosa ne uscirà».

La Serie B riprenderà a febbraio, ma quanto influirà il Covid nelle prossime settimane di campionato?
«Inciderà, perché ci saranno squadre dove mancherà qualche giocatrice importante, oppure vedere tornare calciatrice dopo che non si sono allenate dopo giorni o settimane. Spero che si arrivi alla fine di questa pandemia, perché non se ne può più».

Come lo stai vedendo il calcio femminile italiano?
«Diciamo che ha fatto dei passi in avanti, ma può fare molti per avvicinarsi alle grandi d’Europa. Pian piano ci stiamo lavorando. I Mondiali del 2019 hanno dato più visibilità e risultati. Speriamo che arrivino più squadre e più sponsor che investano nel femminile».

Come sei fuori dal campo?
«Lavoro su alcuni progetti sportivi con le scuole. Prima di andare al San Marino sono stata un’assistente educatrice. Sto puntando tutto sul calcio, ma quando ho tempo libero mi “rifugio” nella montagna».

Cosa ti aspetti dal tuo 2022?
«Punto a lavorare sui miei limiti, in modo da poter migliorare sia me che la squadra. Poi vedremo come andrà la stagione al Como, ovviamente puntando al miglior risultato possibile».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la FC Como Women e Margherita Salvi per la disponibilità.

Photo Credit: Getty Images/Tullio Puglia

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.