È arrivata in estate all’Arezzo, società rilevata da Massimo Anselmi, dove  ha avuto un impatto incredibile sin dalle prime giornate. Si tratta di Martina Ceccarelli calciatrice perugina che in Toscana, con l’undici capitanato da Laura Verdi, sta monopolizzando la classifica delle marcatrici inerente al gruppo C di terza serie. Otto reti in quattro gare, per la classe ’97, che vanta già esperienze nelle categorie superiori dove spera prontamente di tornare. Abbiamo raggiunto, nelle ore scorse, per conoscere meglio sogni e ambizioni la stessa punta amaranto in forza alla formazione guidata da Luca Bonci.

Martina da sempre hai avuto una grandissima confidenza con la porta. Quando hai capito del talento di cui eri dotata?
“Dico sempre che non sono stata io a decidere di giocare a calcio, ma è lui che ha scelto me. A soli 6 anni ricordo perfettamente che scendevo spesso sotto casa con un pallone e iniziavo a palleggiare spinta da un istinto naturale e mi divertivo a contare quanti palleggi riuscivo a fare; era simpatico perché i vicini si fermavano e mi guardavano sbigottiti, il pallone non cadeva mai. Poi dal giardino mi sono spostata in un campo da calcio vero e proprio, giocavo con una squadra di un paesino a 3 km da casa mia, la Grifo Sant’Angelo. Il Presidente di questa società era dubbioso all’idea di aggregare una piccola ragazzina al gruppo, poi dopo le prime partite ha deciso che potevo e dovevo contribuire alla causa; quando i miei genitori non potevano accompagnarmi al campo era sempre pronto a passarmi a prendere“.

Tra Perugia e Roma hai mostrato subito doti importanti nonostante la giovanissima età. Quale ricordi porti delle stagioni alle spalle?
“All’età di 14 anni sono approdata a Perugia, dopo pochi allenamenti il mister ha voluto fortemente la mia presenza in prima squadra, ricordo bene il giorno in cui mi ha dato in mano la maglia numero 10, la spensieratezza e l’innocenza della mia giovane età è stata determinante per sopportare il peso di questo numero. Il primo anno a Perugia, nell’annata 2011-2012, è quello che con più gelosia custodisco dentro di me per tante ragioni: siamo state promosse in Serie A, cominciavano ad arrivare le chiamate in Nazionale e ho subito il mio primo intervento al legamento crociato. A Perugia ho avuto anche la fortuna di vincere uno scudetto primavera nella stagione 2013-2014.  Successivamente ho ricevuto la chiamata della Roma Calcio Femminile, non ho esitato un minuto, volevo a tutti i costi giocare nella squadra della Capitale e così è stato. Compiere 18 anni a Roma è stato unico, la sera del mio compleanno mi sono allenata e terminato l’allenamento, insieme alla squadra, siamo andate a festeggiare davanti al Colosseo. Di quella stagione 2014-2015 porto con me le fantastiche persone che ho conosciuto e l’accoglienza calorosissima del popolo romano”.

Sei approdata in questa estate all’Arezzo, cosa ti ha spinto a sposare il progetto delle toscane?
Sono una ragazza molto ambiziosa, ed è proprio questo il tratto che mi ha spinto a sposare il progetto Arezzo. La società da subito si è mostrata propensa a creare una rosa competitiva che avesse come obiettivo la vittoria del campionato.
Inoltre alcune ragazze che ho ritrovato indossando questa maglia avevano calcato con me alcuni campi durante i raduni della Nazionale, per cui la voglia di rigiocare insieme a loro era davvero tanta. Perché se c’è una cosa che il gioco del calcio mi ha insegnato è che le amicizie restano, mentre i risultati alla fine poi passano“.

La tua stagione è iniziata a suon di gol, ti aspettavi questo impatto con l’Arezzo?
“Sinceramente non mi aspettavo di segnare così tanti gol. Di solito gioco dietro le punte, nella trequarti campo. Il mister però nelle ultime gare ha deciso di spostarmi un po’ più avanti e riesco a trovarmi più vicino alla porta. Devo chiaramente ringraziare anche le mie compagne, perché il merito di questi gol non è solo mio, ma anche il loro e della loro bravura nel riuscire a mettermi nelle migliori condizioni per segnare”.

Quale rete ricordi  fra quelle siglate in maglia amaranto?
“Il gol che ricordo vestendo la maglia amaranto è stato quello del 2 a 1 contro il Filecchio a Barga, gol che ci ha permesso di accedere agli ottavi di Coppa Italia. Questa rete è stata veramente significativa per me, l’ho dedicata al mio primo tifoso, colui che mi ha sempre sostenuta, anche nei momenti più bui della carriera, mio padre. Mi ha fatto capire che il calcio, come la vita, è fatto sia di istanti felici, ma anche soprattutto tristi e che per questo non bisogna mai arrendersi”.

E tra quelle siglate in carriera quale in particolare?
Il destino a volte è strano. Il gol che ricordo e che è rimasto negli annali è un tiro da quasi centrocampo segnato proprio contro l’Arezzo, siglato al centro sportivo di Olmoponte. Lo stesso stadio in cui adesso mi ritrovo a giocare la domenica in casa, davanti ai miei tifosi. Entrai nel secondo tempo e firmare il pareggio del derby Arezzo- Perugia è stato molto emozionante”.

Il campionato, nonostante le avversità note a tutti, è molto avvincente. Chi ti ha sorpreso e chi potrà giocarsi realmente la leadership del girone C?
Per ora le squadre che abbiamo incontrato si sono dimostrate inferiori a noi, però sono convinta del fatto che quelle contro Torres e Bologna saranno gare da non sottovalutare; entrambe hanno una buona organizzazione e una società importante alle spalle che punterà sicuramente come noi, alla vittoria del campionato. Che vinca il migliore”.

Nella tua carriera hai vestito la maglia della Nazionale vincendo anche due medaglie. Sogni di tornare a vestire l’azzurro dell’Italia?
La Nazionale ha segnato una parte importante della mia carriera, ma soprattutto della mia vita. Ricordo con gioia l’Europeo in Bulgaria, ma la competizione che davvero ha cambiato il mio modo di vedere il calcio è stata quella medaglia di Bronzo al Mondiale in Costarica nel 2014. Nessuno credeva al percorso che stavamo facendo dall’altra parte del mondo, da casi molti erano increduli, nessuno credeva a quella medaglia, nessuno a parte noi. Le azzurrine, così ci chiamavano. Siamo andate oltre ogni limite, superando anche i nostri. Ricordo bene quando siamo sbarcate all’aeroporto di Fiumicino dopo un viaggio di quasi 12 ore, siamo corse incontro ai nostri familiari che alzavano al cielo il nostro tricolore. Purtroppo ho subito due interventi al legamento crociato e questi stop hanno inciso sulla mia carriera, giocare in Nazionale da sempre è stato il mio sogno, posso ritenermi fortunata, disputare un mondiale non capita a tutti. Attualmente la mia ambizione è quella di vincere questo campionato e ottenere la promozione in B con questo gran gruppo, poi perché no? Se arriverà ancora una volta la chiamata della Nazionale non ci faremo sicuramente trovare impreparati”.