Il Chievo Verona si è imposto sul Vicenza per 6-2 e vede vicinissima la permanenza in Serie B. Mattatrice dell’incontro è stata l’attaccante Martina Gelmetti, attaccante classe ‘95, tornata a gennaio in terra clivense dopo due anni. La nostra Redazione ha raggiunto Martina, che in questa settimana è stata inserita nella nostra Top 11, coi nostri microfoni.

Martina perché hai deciso di giocare in attacco?
«Fin da piccola, giù in cortile con i miei fratelli, ero sempre quella che segnava, e mi arrabbiavo se mi mettevano in porta o a difendere. Diciamo che non ho deciso di diventare attaccante, nel senso che esserlo rispecchia il mio essere. E quindi sono nata per essere attaccante. Il concludere un’azione in goal è come non lasciare le cose a metà nella vita».

Come mai hai deciso a gennaio di tornare a “casa”?
«Con dispiacere, dopo alcune incomprensioni con la società Como, a gennaio ho deciso di tornare a casa per potermi riprendere fisicamente ma anche mentalmente da un infortunio nel migliore dei modi».

Sempre nel mese di gennaio hai vissuto anche l’avvicendamento in panchina: da Moreno Dalla Pozza a Michele Ardito: che cosa vi ha trasmesso il nuovo allenatore?
«Arrivai a Chievo, ma il primo mese ero ancora in fase riabilitativa, quindi non ho potuto confrontarmi più di tanto con mister Moreno Dalla Pozza. Il cambio di panchina sicuramente ha portato nuovi stimoli, essendo stata una novità. Ed è stato un po’ come ricominciare».

Dopo un periodo difficile ti stai riprendendo e sia col Perugia che col Vicenza hai deciso le sorti di quest’incontri: che sensazioni hai provato?
«Queste due gare sono state una sorta di liberazione. Mi hanno resa consapevole del fatto che finalmente sono tornata, che sto bene e che posso dare ancora tanto. Segnare è il mio pane quotidiano e senza goal mi sento realizzata a metà».

Domenica il Chievo ha vinto il derby veneto contro le vicentine: quanto è stato importante secondo te fare tre punti contro di loro?
«I tre punti contro il Vicenza ci hanno dato ulteriore consapevolezza della forza che siamo. Bisognava vincere e noi lo abbiamo fatto nel migliore dei modi. Queste tre vittorie consecutive dimostrano quanta strada in avanti abbiamo fatto e quanto crediamo in noi».

Tra qualche giorno affronterete la Roma Calcio Femminile, e una vostra eventuale vittoria vi darebbe la certezza di restare in Serie B.
«La partita contro la Roma, in casa loro, sarà molto tosta. Loro come noi stanno facendo un gran ritorno di campionato. Ma noi giorno dopo giorno lavoriamo sempre meglio e sicuramente sarà una di quelle partita che non vedi l’ora di giocare».

La Lazio e il Pomigliano promosse in Serie A: cosa pensi?
«La Lazio finalmente dopo anni è riuscita a salire. E se lo merita dopo tutti i sacrifici e gli investimenti fatti. Per quanto riguarda il Pomigliano, hanno un motivo di orgoglio in più. Ci hanno creduto più di tutti dalla prima gara, nonostante fossero le sfavorite. Un grande merito a loro».

Ti aspettavi una Serie B così difficile?
«Anno dopo anno la Serie B diventa sempre più competitiva. È bello vedere che il livello si stia sempre più alzando e questo significa che il movimento sta crescendo».

Nella tua carriera hai fatto un’esperienza in Svizzera: che cosa ti ha lasciato?
«L’esperienza in Svizzera mi ha tanto segnata come atleta. Mi ha fatto capire che se voglio posso fare la calciatrice come lavoro. Mi ha insegnato l’importanza del lavoro fuori e dentro al campo, di curare i dettagli, l’alimentazione, la prevenzione. Mi ha fatto crescere mentalmente e mi ha trasmesso mentalità vincente».

Secondo te il Napoli, la tua ex squadra, ce la farà a restare in Serie A?
«Il Napoli non ho dubbi che resterà nella massima serie. Il presidente Carlino se lo merita, come tutto lo staff e le giocatrici. Ma anche per la città stessa. Un derby di terra azzurra è il sogno di ogni napoletano».

Parlando del calcio femminile italiano quali possono essere le prossime mosse per farlo diventare ancora più grande?
«L’inserimento continuo di figure preparate all’interno dell’organico staff e un maggior investimento e attenzione nel settore medico: una prevenzione e una cura adatta e preparata per il fisico dell’atleta è un’arma in più. Una giocatrice se sta bene fisicamente in campo rende il doppio».

Che persona sei fuori dal campo?
«Fuori dal campo sono tranquilla, diversamente da come può sembrare. Non amo il caos. Sono solare ma a tratti molto lunatica. Mi piace disegnare quando sto da sola e cimentarmi in qualsiasi sport quando sono in compagnia».

C’è un sogno che vorresti ancora realizzare?
«Il sogno che ancora vorrei realizzare è tornare a giocare in serie A, in modo da poter capire quale categoria mi rispecchia meglio. E chissà un giorno tornare a Napoli o andare in Spagna».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Chievo Verona Women F.M. e Martina Gelmetti per la disponibilità.

Photo Credit: Chievo Verona Women F.M.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.