La Triestina, al suo primo anno nel Girone B di Serie C, ha terminato al sesto posto. Una delle trascinatrici della formazione biancorossa è senz’altro Michela Zanetti, attaccante classe ’91, da due anni veste la maglia alabardata e in questa stagione ha segnato 16 reti. La nostra Redazione ha raggiunto Michela coi nostri microfoni.

Michela che significato ha per te giocare in attacco?
«Sicuramente ha un grande significato, perché vuol dire segnare per cercare di portare la tua squadra alla vittoria».

Qual è il gol più bello che ti è rimasto impresso nella tua carriera?
«Il gol che rimarrà impresso nella mia carriera è il secondo gol che ho fatto al Tavagnacco, con la maglia del Chiasiellis nel 2012».

Com’è partita la tua avventura col pallone?
«La passione me l’hanno trasmessa i miei fratelli che giocavano a pallone, da piccola avevo sempre il pallone tra i piedi e da sette anni ho iniziato a giocare a calcio».

Hai fatto dieci anni al Chiasellis, dove hai avuto l’ebbrezza dell’esordio in Serie A.
«Chiasellis rimarrà la mia squadra del cuore, perché è stata la mia prima squadra femminile, e ho fatto tutta la trafila, dalle giovanili fino alla Prima Squadra, e poi perché lì sono crescita calcisticamente».

Dopo un anno al Bearzi sei approdata al Pordenone, dove hai disputato con le neroverdi tre stagioni.
«A Pordenone sono stati anni belli e avventurosi».

Perché nel 2019 sei passata alla Triestina?
«Sono arrivata alla Triestina grazie a Piera Maglio, perché la conoscevo da tanti anni, e senza di lei non sarei mai approdata».

Nella tua squadra c’è Antonella Paoletti, una compagna di squadra che conosci da tanto tempo.
«Abbiamo passato tanti anni: Chiasiellis, Bearzi e Pordenone, poi ci siamo divisi per un anno io alla Triestina e lei al Prata, per poi riunirci con questa maglia. Con lei basta uno sguardo per capire dove passare la palla. Questo è un vantaggio, perché conosco le sue caratteristiche».

Al primo anno con le alabardate hai centrato la vittoria nel girone friulano-giuliano di Eccellenza.
«Ce la siamo sudata il primo girone, perché poi ne abbiamo fatto un altro, ma la promozione è stata meritata».

La tua squadra ha chiuso al sesto posto nel Girone B di Serie C: cammino in linea con le aspettative?
«Sì perché guardando le giocatrici che abbiamo in squadra, con alcune che hanno fatto la Nazionale e la Serie A. All’andata dovevamo conoscerci e formare il gruppo, e al ritorno poi abbiamo fatto bene».

La Triestina, insieme al Brixen Obi, ha avuto un grande risultato: fermare il Cortefranca vincitore del Girone B di Serie C.
«All’andata siamo riuscite a tenere il Cortefranca sullo 0-0 e poi hanno vinto la gara, nel ritorno potevamo vincerla, forse dovevamo chiuderci e portare a casa la vittoria, certo, noi abbiamo avuto fortuna, ma credo che meritavamo di centrare contro di loto i tre punti».

Avete terminato la stagione vincendo sul Permac Vittorio Veneto: un successo che vale doppio, dato che siete riuscite a giocare al “Nereo Rocco” di Trieste.
«È stato un regalo bellissimo che ci ha fatto la società per il percorso che abbiamo fatto. Nella partita abbiamo avuto un bel gioco e abbiamo vinto la partita. Più ci ripenso più mi vengono ancora i brividi. Spero sia l’inizio».

Nella gara col Permac c’è stato un altro evento significativo: l’addio al calcio di Laura Tommasella.
«Laura è una giocatrice e una persona seria anche in campo, e si merita che abbia chiuso la sua carriera al “Nereo Rocco”. Sono contenta per lei, perché se lo merita tutto».

Dei sedici gol che hai realizzato, qual è quello che ti ha lasciato il segno?
«Diciamo i due gol che ho segnato all’Unterland, perché eravamo sotto di due gol: io avevo segnato su rigore e poi il pareggio su azione, infine Blarzino ha fatto la rete della vittoria».

Quale squadra del Girone B di Serie C ti ha colpito in positivo? E in negativo?
«La miglior squadra del girone è il Brixen per via della qualità del gioco e della rosa, e mi ha stupito del fatto che siano arrivate al terzo posto. Il Permac Vittorio Veneto mi ha deluso, perché aveva una bella squadra».

Secondo te il calcio femminile nel Friuli Venezia-Giulia sta avendo la giusta importanza?
«In questa regione non sta avendo la giusta importanza: fino a pochi anni fa avevamo tre squadre in Serie A, adesso in B c’ solo il Tavagnacco, noi in Serie C e il Prata in Eccellenza».

Quanto sarà fondamentale il professionismo nello sport italiano?
«Sarà molto fondamentale, se non tantissimo, perché alla fine il calcio ti occupa la maggior parte del tempo. Le giocatrici hanno bisogno di vivere con il calcio e di metterle al pari di quello maschile».

Che persona sei fuori dal campo?
«Sono una persona semplicissima, e tra lavoro e calcio non ho molto tempo libero. Mi piace far festa e passare il tempo con i mei amici».

Cosa c’è nel tuo futuro?
«Io vivo giorno per giorno, spero di giocare a calcio fino a 35 anni, perché il pallone è la mia vita. Ma per il prossimo anno sarò ancora della Triestina».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’US Triestina Calcio 1918 e Michela Zanetti per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.