Ai microfoni di Chievo1929.it è intervenuta Francesca Olivieri, estremo difensore del Chievo Women.

Partiamo dal fondamentale successo contro il Como. Una rimonta incredibile ai danni di un avversario più forte sulla carta. Qual è stato il segreto?

“Si, sulla carta era una partita che ci vedeva sfavorite, appena l’arbitro ha fischiato però abbiamo subito iniziato a imporre il nostro gioco, anche dopo il loro gol siamo rimaste convinte dei nostri mezzi e di quello che potevamo fare. Con pazienza siamo riuscite a ribaltarla e a ottenere un successo fondamentale.”

Grande merito va anche a te e alla tua parata che ha evitato lo 0 a 2. Ce la puoi raccontare?

“Ho visto questo tiro molto forte da fuori area, sono riuscita a spingerla sul palo, finalmente ci è tornato indietro il credito con i legni, poi la sfera ha attraversato la linea di porta ed è uscita dall’altra parte. Sono molto contenta perché se fossimo andate sullo 0 a 2 sarebbe stata complicata ribaltarla.”

Un parere sul nuovo mister, cosa vi ha trasmesso dal suo arrivo?

“Ha dato un nuovo metodo di lavoro, la prima partita con il cambio allenatore è sempre la più facile, perché c’è voglia di far bene, motivazioni in più e il risultato l’ha dimostrato (Chievo 4 – Cittadella 0). Nelle altre sfide, a parte Brescia e Orobica, c’è sempre stata la prestazione, abbiamo dato tanto ma ricevuto poco. Il mister ha trasmesso organizzazione e alla lunga verrà fuori.”

Sei molto giovane ma possiamo definirti già una “veterana” del gruppo. Cos’ha di speciale questa società?

“Sono cresciuta in questa società a cui devo molto, ora mi ritrovo ad essere una donna, mi sento maturata anche al di fuori del campo; è una società che trasmette veri valori e che ti fa sentire davvero a casa.”

Una figura storica del Chievo è un vostro grande fan: Sergio Pellissier.

“Pellissier ci segue sempre, vede tutte le nostre partite, se può viene di persona. Ho avuto modo di parlare con lui e si sente che ha a cuore la nostra squadra, anche se non riesce ad essere sempre presente fisicamente, presta attenzione a quello che facciamo e questo lo percepiamo.”

Il ruolo del portiere: da dove è nata questa passione?

“Io ho iniziato come difensore, poi un anno il nostro portiere si è rotto un dito e non avevamo nessuno a sostituirlo. In realtà a me piaceva ogni tanto andare tra i pali se c’era necessità, per cui mi hanno detto “prova, vai tu” e da quel momento non sono più uscita ed è stata una fortuna perché è un ruolo che mi piace davvero. Anche se è molto difficile: si passa dall’esaltazione quando fai una parata decisiva alle critiche quando sbagli una partita, penso che la verità stia nel mezzo.”

La caratteristica principale che deve avere un portiere?

“Secondo me è la concentrazione, puoi stare 90 minuti senza ricevere un tiro, ma se te ne arriva uno all’ultimo secondo e non sei concentrata è dura. Hai poche occasioni per dimostrare quanto vali o per “sbagliare” e poi subirne le conseguenze.”

Obbiettivi di squadra e personali nel presente e nel futuro.

“Nel presente la salvezza: possiamo e dobbiamo farlo per tanti motivi. Sarebbe bello diventare una società importante per una città che ha la cultura del calcio e tornare a puntare in alto: un’aspettativa che avevamo per quest’anno anche se poi le cose sono andate in modo diverso. A livello personale mi piacerebbe diventare un punto di riferimento nella società e per le compagne, riuscire a trovare continuità e dare sicurezza al reparto.”

Ringraziamo Francesca e il Chievo Women per la disponibilità.

Credit Photo: Pierangelo Gatto