Patrizia Panico, ormai ex giocatrice della Fiorentina Women’s, ha affidato a Facebook un commento all’addio ai gigliati: “Se ancora a 41 anni posso giocare ad alti livelli è perché non mi sono mai fatta vincere dalla pigrizia di pensare di essere arrivata. Nonostante i record – che fatico a ricordare, non per falsa modestia ma perché non ho mai fatto delle mie prestazioni un pallottoliere da statistica – ho sempre creduto di avere margini di miglioramento e possibilità di crescita tecnica e umana. L’ho pensato anche a quarant’anni quando mi ha cercato la Fiorentina per un progetto tutto in divenire. Per quell’idea o sogno che ho di calcio femminile, riconosciuto e strutturato, che in Italia stenta a decollare.
Quel progetto però, che mi ha convinto a mettermi in gioco con l’entusiasmo di una ventenne, oggi si è arenato e forse addirittura ha fatto qualche passo indietro: la Fiorentina ha ridimensionato le ambizioni, diciamo così, e di conseguenza non ci sono state più chiarezza, correttezza e trasparenza sul percorso che, intrapreso nella scorsa stagione, questa squadra dovrebbe continuare a fare.
La scelta della conferma dell’allenatore Fattori è la dimostrazione che la società non abbia intenzione di andare avanti nel processo di crescita. Lui è stato delegato di troppe cose se non di tutto. Per tutto ciò si ferma qui la mia breve storia con la maglia e gli scarpini viola. E’ stato un anno bello ed entusiasmante anche grazie alla società e al presidente Mencucci, persona cordiale, che ci è sempre stato vicino con reale partecipazione; e grazie alle mie compagne di squadra, serie professioniste, altro che dilettanti. Ma grazie soprattutto ai tifosi e alla città che meritano di più: meritano che le due maggiori squadre di Firenze, la maschile e la femminile, siano costruite col reale intendimento di competere con le forze più grandi, sia del nostro campionato sia d’Europa. A questi tifosi sempre vicini e partecipi, capaci di riempirti di attenzione e amore, la società deve dare squadre di spessore e qualità. E non false illusioni.
Io, nonostante i miei anni, i miei gol, i miei titoli, i miei record, non penso di essere arrivata. Perché non sono fatta per accontentarmi, cammino per andare avanti, non per restare ferma né per tornare indietro. Grazie Firenze”.